20 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Pierluigi Battista

Nell’Italia repubblicana, la sinistra ha più volte suonato le sirene del pericolo del ritorno al fascismo, allarme sistematicamente e fortunatamente rivelatosi esagerato

Breve elenco (documentato) di tutte le volte in cui, nell’Italia repubblicana, la sinistra ha suonato le sirene dell’allarme democratico e del pericolo del ritorno al fascismo — allarme sistematicamente e fortunatamente rivelatosi leggermente esagerato — e di tutte le volte che, smentito il ritorno al fascismo la volta precedente, si è tuttavia detto: sì, ma questa volta è diverso.
Si gridò al pericolo fascista quando Alcide De Gasperi, di ritorno dagli Stati Uniti nel 1947, decise di rompere il governo di unità nazionale con comunisti e socialisti: ma il fascismo non tornò, fortunatamente. Si gridò all’allarme democratico quando, nel 1953, i partiti di governo proposero una legge elettorale con premio di maggioranza: ma la democrazia, minacciata da una legge elettorale molto più morbida di quelle che abbiamo conosciuto in seguito senza che il fascismo sia tornato, non fu abrogata, fortunatamente. Si gridò al ritorno al fascismo quando con il governo Tambroni, nel 1960, il Msi entrò in maggioranza con la Dc.
Si accese la lampada dell’allarme democratico quando, nell’atmosfera del golpe cileno del 1973, alcuni dirigenti della sinistra furono indotti a dormire fuori casa nell’eventualità di un golpe fascista: pericolo fortunatamente sventato. Si gridò all’allarme democratico quando Bettino Craxi, raffigurato in camicia nera, propose la Grande Riforma dello Stato (ma anche il grande antifascista Charles de Gaulle venne trattato da fascista quando propose la riforma presidenziale in Francia). Si gridò all’allarme democratico per le esternazioni del presidente Cossiga: minaccia alla democrazia allontanata.
Si gridò al pericolo fascista quando il Cavaliere Nero Berlusconi, raffigurato in fez, vinse le elezioni del ’94. Si ripropose l’allarme democratico quando Berlusconi rivinse le elezioni nel 2001 dopo un quinquennio di restaurazione democratica. Si gridò all’allarme democratico anche con i 5 Stelle, messi idealmente sotto accusa nientemeno che per «attentato alla Costituzione» antifascista e portatori di un germe fascistoide. Ma le idee, si sa, cambiano rapidamente a seconda delle convenienze, per cui questa accusa è caduta in prescrizione. Ora, di nuovo, allarme democratico. Il solito e fortunatamente infondato allarme antifascista? Questa volta è diverso. È sempre diverso.

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