19 Settembre 2024
POLITICA
Fonte: La Stampa
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Cerimonia all’Altare della Patria e parata . Il presidente: “Per l’Europa pace non definitivamente acquisita. Paesi che erano in guerra hanno una bandiera sola”

Le frecce tricolori hanno tagliato il cielo non del tutto terso ma comunque limpido della capitale in occasione delle celebrazioni per il 2 giugno festa della Repubblica. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Renzi hanno reso omaggio all’Altare della Patria accompagnati dall’inno nazionale. Presenti alla cerimonia anche i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, il presidente della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, i vertici delle forze armate e il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Renzi

Renzi è giunto a piedi e il tragitto da Palazzo Chigi all’altare ai caduti è stato un vero e proprio bagno di folla con la gente che cercava di stringergli la mano allungandosi dalle transenne, i più giovani impegnati in foto selfie con lui e le forze dell’ordine salutate caldamente dal premier vestito in giacca e pantaloni blu. Anche alla fine della cerimonia Renzi ha scelto di fare ritorno senza auto. Una volta arrivato a palazzo Chigi il presidente del Consiglio è stato poi a lungo chiamato dai gruppi di passanti nella piazza antistante. E alla fine, il premier ha risposto al saluto affacciandosi dalla finestra del suo appartamento. Nel corso della mattinata sono stati diversi i momenti in cui Renzi è stato a stretto contatto con la folla, scambiando battute con chi lo fermava. A un gruppo di fiorentini che lo hanno fermato a piazza Venezia per un selfie il premier ha detto «salutatemi Firenze». E diversi sono stati anche i messaggi mandati da chi lo fermava. Uno, in particolare, rispondeva pienamente alle celebrazioni del 2 Giugno: «presidente, non tagli le forze armate».

Napolitano

Il Capo dello Stato ha pronunciato il suo discorso. «Stamane, all’Altare della Patria ho rivolto un deferente pensiero a tutti i militari italiani che hanno sacrificato la vita al servizio del Paese. Nel 68.mo anniversario della Repubblica e a cent’anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ho rinnovato con particolare commozione il mio omaggio al Sacello dell’ignoto soldato caduto, con tantissimi altri, in quell’immane tragedia che ha segnato indelebilmente la storia del nostro Paese e dell’Europa. Gli stati europei, che un secolo fa si combattevano con feroce accanimento – sottolinea Napolitano – oggi sono uniti sotto la stessa bandiera. Nel nome di comuni valori di libertà, giustizia ed eguaglianza, perseguono insieme la prosperità, lungo un irrinunciabile percorso di integrazione economica, politica e istituzionale. Ma anche per l’Europa – avverte – la pace non è un bene definitivamente acquisito. Lo dimostrano l’acuirsi di gravi focolai di tensione a ridosso dei confini dell’Unione e il necessario, costante impegno della Comunità internazionale nella gestione delle crisi e nel contrasto del terrorismo e della criminalità organizzata. Nel mondo della competizione economica e della globalizzazione, gli strumenti militari dei paesi democratici sono chiamati ad assolvere compiti vitali di dissuasione, prevenzione e protezione per la sicurezza dei cittadini e a tutela della legalità. Di questa complessa e delicata realtà – evidenzia ancora – sono da tempo consapevoli protagoniste le Forze armate italiane che, attraverso il processo di profonda riorganizzazione intrapreso, vogliono decisamente rafforzare le capacità umane e tecnologiche e la prontezza di impiego per assolvere con efficacia i propri compiti, ricercando nella dimensione europea la principale direttrice di integrazione e di sviluppo. Le Forze armate meritano il profondo apprezzamento del Paese per la professionalità, la dedizione al servizio e il valore dimostrati in tutti i teatri operativi, anche nelle situazioni più difficili. Nel giorno della Festa della Repubblica – conclude – giungano a tutti voi, soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, di ogni ordine e grado, la considerazione e la gratitudine degli italiani e un fervidissimo augurio. Viva le Forze armate, viva la Repubblica, viva l’Italia!».

 

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