16 Settembre 2024

Il governo difende i paletti per l’in house, il parere del Senato ne prende atto

È il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, a spiegare che sul punto più complesso e controverso dei 55 target e milestones di fine anno – quello dell’attuazione della delega sui servizi pubblici locali – il governo cercherà fin dove possibile una mediazione con la Conferenza unificata e con le forze politiche di maggioranza, ma non a costo di mettere in discussione la rata di finanziamento collegata alle scadenze del 31 dicembre. Tradotto: il governo andrà avanti sui nuovi paletti messi agli affidamenti diretti in house, in particolare per i trasporti pubblici locali, perché su quel punto c’è una richiesta avanzata esplicitamente dal Pnrr e dalla commissione Ue.

I paletti intoccabili
In particolare, non si toccano né «il rafforzamento motivazionale» imposto per gli enti locali che scelgono di affidare direttamente il servizio senza gara né la clausola di prevalenza della nuova disciplina generale sui servizi pubblici locali rispetto alle normative di settore, compresa quella per il Tpl.

I limiti all’in house
E un’eco immediata di questa posizione che si è andata consolidando negli ultimi giorni si trova nel parere votato ieri dalla commissione Affari costituzionali del Senato che ha derubricato, proprio su pressione del governo, da «condizione» a «osservazione» la richiesta di alleggerire i paletti all’in house: in particolare, che «si consideri l’ampia diffusione sul territorio nazionale di tale tipo di affidamenti e la loro positività, senza ovviamente pregiudicare le indicazioni della delega ed il raggiungimento della milestone del Pnrr e, quindi, nel rispetto dei principi, dei criteri e delle indicazioni ivi contenute». La mina del trasporto locale è così disinnescata e i ritocchi al decreto legislativo da approvare con la seconda lettura in Cdm entro fine anno saranno, in questo senso, limitati e ininfluenti.

Cabina di regia per sbloccare eventuali impasse
Ma la giornata di ieri ha portato qualche elemento di chiarezza – cui ha contribuito anche un question time di Fitto alla Camera – sul cammino che il governo intende intraprendere nei prossimi 40 giorni sul Pnrr. C’è in ballo un decreto legge con un possibile doppio uso. Se la cabina di regia che si terrà la prossima settimana con il coordinamento di Fitto per fare il punto sullo stato dell’arte dei 55 obiettivi previsti per fine anno dovesse evidenziare criticità di difficile soluzione su qualcuno di questi obiettivi, il decreto legge Pnrr sarebbe varato subito e all’interno sarebbero inserite le norme capaci di sbloccare questa impasse. Non è ancora chiaro come si farebbe a dare stabilità a queste norme entro fine anno (probabilmente con un inserimento in legge di bilancio) perché la commissione Ue non accetta come principio norme ancora da convertire alla base del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Pnrr.

Governance del Pnrr da ridefinire
Se invece questa esigenza di accelerazione sugli obiettivi di fine anno non dovesse emergere, Fitto rinvierebbe questo decreto legge a gennaio e lì ci starebbero le norme per ridefinire la governance del Pnrr, probabilmente un accentramento delle strutture tecniche alla presidenza del Consiglio e, in particolare, sotto il controllo di Fitto. Già il decreto legge sulla riorganizzazione dei ministeri dà la possibilità al ministro di “interloquire” direttamente con il Servizio generale per il Pnrr presso la Ragioneria guidato Carmine Di Nuzzo.

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