19 Settembre 2024
mario draghi 2

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Draghi: nell’Eurozona servono nuove regole e più sovranità condivisa

Nell’Eurozona servono «nuove regole e più sovranità condivisa»: lo afferma Mario Draghi in un intervento sull’Economist on line. «Le strategie che nel passato hanno assicurato la prosperità e la sicurezza dell’Europa, affidandosi all’America per la sicurezza, alla Cina per l’export e alla Russia per l’energia, sono diventate insufficienti, incerte o inaccettabili», afferma l’ex presidente della Bce, per il quale sul fronte delle politiche di bilancio «tornare passivamente alle vecchie regole sospese durante la pandemia sarebbe il risultato peggiore possibile».
Secondo Draghi «l’Europa deve ora affrontare una serie di sfide sovranazionali che richiederanno ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione», osserva spiegando che allo stato attuale «l’Europa non dispone di una strategia federale per finanziarli, né le politiche nazionali possono assumerne il ruolo, poiché le norme europee in materia di bilancio e aiuti di Stato limitano la capacità dei Paesi di agire in modo indipendente».

Sbagliato tornare a vecchie regole di bilancio
Quindi c’è il «serio rischio» che l’Europa non raggiunga i suoi «obiettivi climatici, non riesca a garantire la sicurezza richiesta dai suoi cittadini e perda la sua base industriale a vantaggio di regioni che si impongono meno vincoli. Per questo motivo, tornare passivamente alle vecchie regole fiscali, sospese durante la pandemia, sarebbe il peggior risultato possibile».
In particolare, la ricetta per l’ex presidente della Bce è superare quelle regole di bilancio e sugli aiuti di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente. Non è così in America, ricorda Draghi, «dove l’amministrazione Biden sta allineando la spesa federale e gli incentivi fiscali al perseguimento degli obiettivi nazionali». Ma rilassare semplicemente le regole di bilancio e quelle sugli aiuti di Stato, permettendo agli Stati membri di accollarsi tutto il peso degli investimenti necessari, per Draghi sarebbe un approccio sbagliato.

Attenzione a nuovi allargamenti
La via maestra – scrive l’ex presidente del consiglio – è invece quella di ridefinire il quadro delle politiche di bilancio della Ue e i processi decisionali. Dunque nuove regole che siano severe, per garantire finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili, per permettere ai governi di reagire a shock imprevisti. E poi «trasferire più poteri di spesa al centro». E in vista di ulteriori allargamenti della Ue ai Balcani e all’Ucraina, Draghi invita ad «evitare di ripetere gli errori del passato, espandendo la periferia senza rafforzare il centro: il rischio – assicura – è di annacquare la Ue piuttosto che rafforzare la sua capacità di agire».

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