Fonte: La Repubblica
A cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale, il presidente della Repubblica all’Altare della Patria, a Redipuglia e poi a Trieste. Torna a richiamare le ragioni dell’integrazione europea, parla di rispetto dei diritti umani e delle minoranze
Torna a indicare la via dell’Europa, Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica parla da Trieste, a cento anni dalla fine della Grande guerra: “Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea”, dice. “Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì in misura fallimentare l’incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo”.
Un richiamo alle ragioni dell’Europa che è ricorrente nei discorsi del presidente, tanto più evocativo in settimane di scontro del governo con Bruxelles sul tema dei conti pubblici e della manovra. E in tempi di nazionalismo declinato sotto la categoria di sovranismo. Altro passaggio del discorso di Mattarella è dedicato ai diritti umani e alle minoranze: “La Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza, ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie; privilegia la pace, la collaborazione internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze”.
In mattinata il presidente aveva reso omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria, deponendo una corona d’alloro e aprendo la giornata di celebrazioni per la Festa delle Forze Armate che quest’anno coincide con il centenario dell’armistizio con gli austriaci che ha messo fine alla Grande Guerra.
Mattarella era accompagnato dal premier, Giuseppe Conte, dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, gnerale Claudio Graziano.
A tributare gli onori al Capo dello Stato, una Brigata di formazione interforze schierata in Piazza Venezia e il canto dell’inno di Mameli. Dopo la deposizione della corona d’alloro e il minuto di raccoglimento, le Frecce Tricolori hanno sorvolato i Fori imperiali colorando di verde, bianco e rosso il cielo con il tradizionale colpo d’occhio. A volare sopra l’Altare della Patria, per rendere omaggio, anche cinque elicotteri di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Il presidente della Repubblica è arrivato alle 10.40 al Sacrario Militare dei Caduti della Prima Guerra Mondiale di Redipuglia, accompagnato dal ministro della Difesa e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa per deporre una corona di alloro in ricordo dei Caduti.
La ricorrenza del 4 novembre
Con un’offensiva iniziata il 24 ottobre, ad un anno esatto dal disastro di Caporetto, l’esercito italiano vince la prima guerra mondiale. L’armistizio firmato a villa Giusti, presso Padova, il giorno 3 da Pietro Badoglio e dal generale austriaco, Victor Weber von Webenau fissa infatti alle ore 15 del giorno 4 novembre la cessazione delle ostilità.