Fonte: La Stampa
di Marco Ottaviano
Il presidente Erdogan si prepara a prolungare lo stato di emergenza, in vigore dal 20 luglio 2016, fino all’autunno inoltrato
La Turchia si prepara a commemorare il primo anniversario del golpe fallito mentre il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, continua con le purghe che caratterizzano la quotidianità nazionale da 12 mesi e si prepara a prolungare lo stato di emergenza, in vigore dal 20 luglio 2016, fino all’autunno inoltrato.
Le persone arrestate sono state 50.510, fra cui 160 giornalisti, quelle messe sotto inchiesta 154.694, che includono magistrati, insegnanti e alti gradi dell’esercito. Su tutti pende, in misura più o meno grave, l’accusa di fare parte del network di Fethullah Gülen, ex imam in autoesilio negli Stati Uniti, ex potente eminenza grigia della politica turca, un tempo alleato del presidente Erdogan e ora considerato il nemico numero uno del Paese, addirittura di essere il mandante del golpe fallito dello scorso anno.
Alle persone che hanno avuto problemi con la giustizia, vanno aggiunte circa 134mila che sono state sollevate dagli incarichi che ricoprivano all’interno dell’amministrazione pubblica. Fra questi ci sono giudici, militari, poliziotti, docenti universitari, dipendenti pubblici e persino imam. Provvedimenti che riguardano migliaia di famiglie e che stanno avendo ripercussioni anche in Europa.