23 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Fabrizio Roncone

Da Di Maio al Pd e Forza Italia, tutti raccontano un pezzo di storia: la più comoda

A sentirli, non c’è un partito, un candidato, che le abbia perse queste elezioni in Basilicata. Capi e capetti della politica italiana, per un giorno intero, se la raccontano così: abbiamo vinto, stravinto, siamo forti, è stato un trionfo. Sequenza di interviste e dichiarazioni spontanee solo per restare dentro un pezzo di verità. Quella più comoda.
La loro.
Un bel gruppone: con Luigi Di Maio, talento speciale, subito avanti a tutti.
Sbarbatino, perfettino, solito sorrisetto collegato su Facebook: «Io non ci sto a questa narrazione del nostro tonfo, crollo. Ma quale crollo?». Infatti la sua personale narrazione è molto più rassicurante. Va tutto bene, spiega, nel Movimento 5 Stelle. Anzi, è addirittura più forte di prima, in Basilicata: essendo passato dall’8% delle Regionali del 2013 al 20,31% di domenica. E non ci fosse stata una sorta di congiuntura astrale negativa, tipo quella che ha colpito a Roma il grillino Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina, arrestato per corruzione, «questa tornata elettorale avremmo potuto vincerla». Dice proprio così: avremmo potuto vincerla.
Dimentica qualcosa Di Maio? Sì, un dettaglio: alle scorse politiche, 4 marzo 2018, il Movimento in Basilicata aveva sfiorato il 44%, mentre oggi è al 20,31%. Quindi, in un anno, i voti a 5 stelle si sono più che dimezzati.
Avanti un altro: Marco Miccoli, nuovo responsabile della Comunicazione del Pd. Che dice Miccoli? Dice che le 7 liste di centrosinistra a sostegno di Carlo Trerotola, 4 di area Pd, raggiungono un dato superiore al 23%. Con il Pd che, alle politiche 2018, aveva ottenuto il 16,38%. Quanto al dato del centrosinistra: passa, sempre rispetto alle politiche 2018, dal 26% al 33%, compiendo così un balzo in avanti del 7%.
Dimentica qualcosa Miccoli? Sì, un dettaglio (premesso, chiaro, che al neo-segretario del partito Nicola Zingaretti, non può essere imputata alcuna responsabilità): da oggi, dopo 24 anni consecutivi, il centrosinistra non governerà più in Basilicata — e lasciamo stare che forse qualche parola di autocritica la meriterebbe pure il pasticcio di aver candidato, dopo l’arresto del governatore uscente Marcello Pittella, Carlo Trerotola, un farmacista comunque vicino alla famiglia Pittella che, da ragazzo, andava a sentirsi i comizi di Giorgio Almirante.
E il centrodestra?
Anche da quelle parti, un tripudio. Tutti ad intestarsi la candidatura del trionfale Vito Bardi. Da Berlusconi alla Meloni. «Ha vinto un nostro uomo!». «Senza di noi, non si vince!».
Dimenticano qualcosa? Sì, un dettaglio. Che decisivo — come in Molise, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Abruzzo e Sardegna — è stato Matteo Salvini.
Ma è così che va. Tutti raccontano solo la verità che gli piace.
Pure Matteo Renzi.
Domenica notte sale sulla bilancia, si pesa ed, euforico, annuncia da Instagram d’esser dimagrito di 10 chili.
Dimentica qualcosa? Sì: non ci spiega perché il Pd ha perso anche la Basilicata e perché era ingrassato (va bene, certo: sempre curiosi come scimmie).

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