Fonte: La Repubblica
di Cristina Nadotti
Le strutture si erano viste tagliare da 35 a 19 euro la quota per assistere ogni persona dall’ex ministro Salvini. Ora i prefetti potranno alzare le quote.Il viceministro Mauri: “Scelta sacrosanta per evitare il collasso del sistema”.
Il ministero dell’Interno ha inviato una circolare ai prefetti per aumentare i rimborsi per i migranti accolti. L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva infatti tagliato da 35 a 19-26 euro il rimborso per ogni migrante ospitato nelle strutture di accoglienza e per effetto del taglio tanti bandi lanciati dalle prefetture sono andati deserti, creando un problema che le prefetture hanno segnalato al Viminale.
Le cifre stabilite, che erano state diminuite già dal ministro Minniti e in seguito ulteriormente ridotte da Salvini, erano appena necessarie a garantire vitto e alloggio e non permettevano alcun progetto di reale accoglienza o inserimento. Per questo, la maggior parte delle associazioni, consapevole di non poter assicurare un servizio non hanno partecipato ai bandi delle prefetture.
Per ovviare al problema molti prefetti avevano chiesto ai gestori di servizi di accoglienza di continuare a operare in proroga. Adesso, il ministero ha studiato il dossier e – in seguito ad un parere chiesto all’Anac – ha inviato una circolare ai prefetti, per indicare che potranno essere aumentati i rimborsi per ogni migrante accolto.
Con il documento si consente che, nel caso di mancate presentazioni di offerte ad una gara, si possa ricorrere alla procedura negoziata senza bando. Le prefetture, così, “possono individuare alcuni operatori economici da consultare, selezionando l’offerta migliore”. E se si verifica che un prezzo d’asta è sottostimato, “si potrebbe procedere a variare” le singole voci che compongono il costo medio. Prevista inoltre la possibilità per il migrante di accedere ad un servizio di assistenza sanitaria complementare da porre a carico dell’appaltatore, che può essere rimborsato a parte rispetto al prezzo pro capite al giorno posti a base di gara. Ed i costi possono crescere anche per la necessità di aumentare il personale di vigilanza nei centri a seguito di danneggiamenti.
“La scelta del ministero dell’Interno di rivedere alcuni criteri tecnici per l’attribuzione di risorse al sistema di Prima accoglienza è sacrosanta – dice il viceministro Mauri – Dopo un anno dall’entrata in vigore delle nuove norme volute da Salvini il sistema è completamente bloccato. Il problema che si è verificato è che le nuove gare pubbliche, necessarie per gestione dei centri di accoglienza, sono andate deserte. Era inevitabile che succedesse dopo il taglio drastico. E sono convinto che sia stata una scelta deliberata quella dell’ex Ministro dell’Interno. Per evitare il collasso completo del nostro sistema di accoglienza, e le inevitabili ripercussioni sui cittadini, era necessario perciò un intervento di manutenzione. È quello che si è fatto. Salvini aveva lasciato la macchina senza benzina. Noi in questo modo l’abbiamo rimessa in marcia. Nell’interesse di tutti”.
L’Arci, che ha rinunciato alla gestione di 30 progetti e assicurava accoglienza a circa 4mila persone, saluta la decisione del Viminale come “una buona notizia” e osserva: “Dopo la modifica delle regole per la gestione dei centri di accoglienza straordinaria (CAS), il taglio dei servizi per l’integrazione nel capitolato deciso dall’ex ministro Salvini, abbiamo deciso come Arci, insieme a tante altre organizzazioni, di disertare le gare delle prefetture. Per noi i percorsi di integrazione sono irrinunciabili sia per la dignità delle persone accolte, che per l’attenzione al territorio”.
“L’assenza di misure di integrazione e una accoglienza che si traduce in albergaggio, – continua l’Arci – produce danni alle persone (quasi tutti hanno subito violenze e torture e necessitano di attenzione e cura e quindi di professionalità) e alimenta il disagio sociale che ricade sui comuni, oltre che alimentare l’immagine negativa degli stranieri (risultato utile a Salvini). Se il governo ha deciso di ripristinare le attività di integrazione è davvero una buona notizia. Speriamo non si tratti di un ritocco ma di una modifica sostanziale. Uscire dalla stagione del razzismo di Stato e affrontare le questioni sociali per quello che sono, ricercando soluzioni giuste ed efficaci, dovrebbe essere una priorità per questo governo”.