22 Novembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

di Alb.Ma

L’intesa su Boeing-Airbus non sblocca “solo” il rischio di dazi miliardari fra Washington e Bruxelles. I nuovi rapporti fra i due passeranno per alcune novità, come un’intesa tech per contenere Pechino


La tregua fra Ue e Usa sulla disputa Airbus-Boeing non sblocca “solo” una contesa che si è trascinata per 17 anni. L’intesa, strappata in occasione dell’incontro del 15 giugno fra Joe Biden e Ursula von der Leyen, segna un nuovo passo nei rapporti fra Washington e Bruxelles, in via di riassestamento dopo gli anni tumultuosi della presidenza Trump. Anche e soprattutto in vista di nuove sinergie fra due sponde dell’Atlantico contro un avversario comune: la Cina.
Non a caso, l’altro macro-annuncio atteso per la giornata dovrebbe essere l’ufficializzazione di una alleanza del tech fra Ue e Usa, con l’obiettivo di contenere l’ascesa di Pechino nel settore e sviluppare un quadro condiviso di regole e valori sull’asse fra Washington e Bruxelles. Sempre che a prevalere non siano le divergenze fra i due, tutt’altro che marginali quando si toccano terreni come privacy, antitrust o fisco.

L’alleanza sul tech. Con l’incognita su dati e antitrust
L’esito più concreto della nuova «alleanza del tech» dovrebbe essere l’istituzione del cosiddetto Trade and Technology Council, in italiano Consiglio di commercio e tecnologia: un’istituzione per approfondire la cooperazione, affinare standard comuni in ambito tecnologico, coordinare le politiche e potenziare la ricerca e l’innovazione.
Secondo quanto ha anticipato la testata Politico Europe, gli ambiti prioritari dovrebbero essere soprattutto due. Il primo sarà la creazione di un fronte comune di standard commerciali e tecnologici, opponendo all’ascesa di Pechino un mercato da oltre 800 milioni di persone con regole armonizzate su fronti caldi (dall’intelligenza artificiale all’uso dei dati) e una strategia condivisa di contrasto alle varie turbolenze del settore (si pensi alla carenza globale di microchip). Il secondo dovrebbe indirizzarsi sulla promozione di principi e regole democratiche nel business digitale, osteggiando l’utilizzo delle tecnologie in favore di governi autocratici. Il tutto nell’ottica di sfociare in una regolamentazione comune o, comunque, non contraddittoria fra le due giurisdizioni.
Anche qui, però, le buone intenzioni si scontrano su alcuni ostacoli. La creazione di un fronte comune fra i due dovrebbe passare per la risoluzione di controversie di lungo corso fra Washington e Bruxelles su dossier come antitrust, gestione dei dati personali e fisco. I rapporti fra le due sponde dell’Atlantico si sono surriscaldati soprattutto con l’offensiva della Commissione europea sulle pratiche anti-concorrenziali Big Tech, regolamenti inediti come il Gdpr e le varie multe per elusione fiscale inflitte a colossi del settore, a volte con un effetto boomerang per lo stesso esecutivo comunitario: si veda il caso del verdetto del Tribunale Ue che ha permesso all’Irlanda di non ottenere un risarcimento di circa 13 miliardi di euro da parte di Apple.

Stop ai dazi per Boeing-Airbus (ma resta il nodo acciaio e alluminio)
Per ora, i due partner possono tirare il fiato sul fronte di una guerra commerciale già attenuta nei primi mesi di presidenza Biden. La conseguenza più immediata alla tregua sulla disput Boeing-Airbus è lo stop per un periodo di almeno cinque anni ai dazi «aggiuntivi» che era stati decisi per rivalersi dagli aiuti concessi da Washington e Bruxelles ai rispettivi colossi dell’aviazione. Gli Usa di Trump avevano imposto tariffe per 7,5 miliardi di dollari contro l’import dallla Ue, bersagliando con aliquote del 25% una serie di prodotti che andavano dal vino francese ai formaggi italiani. L’associazione di agricoltori Coldiretti ha evidenziato, in una nota, che le tariffe Usa erano costate finora una perdita di mezzo miliardo di euro in esportazioni, a danno di specialità del made in Italy come grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, grappe e liquori come amari e limoncello. La Ue aveva risposto con dazi per 4 miliardi, aggredendo a sua volta segmenti esterni all’aviazione come le moto Harley Davinson e il whisky bourbon.
L’armistizio in via di ufficializzazione fra i due conferma e rinsalda il clima di collaborazione già anticipato dallo stop di quattro mesi dei dazi fra i due deciso lo scorso 17 maggio. Ma non risolve, da sola, le tensioni commerciali fra le due sponde dell’Atlantico. Una di quelle più macroscopiche riguarda i dazi sulle esportazioni Ue di alluminio e acciaio, con aliquote del 10% e del 25% a “maleficio” dei prodotti in arrivo dal Vecchio Continente. Von der Leyen si è giustificata sostenendo che l’intesa fra i due sia solo questione di tempo: «Avremmo potuto prendere delle contromisure su acciaio e alluminio prima di questo vertice con Biden e non l’abbiamo fatto – ha detto in conferenza stampa a Bruxelles – avendole sospese per sei mesi fino all’inizio di dicembre, c’è il tempo per discutere la soluzione a questo contrasto, abbiamo bisogno di tempo e non era possibile risolvere la questione in un weekend. Inoltre, la priorità adesso era trovare un accordo su Airbus/Boeing».

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