Fonte: La Stampa
Salvini ringrazia il leader di Forza Italia. E Di Maio smorza i toni su Berlusconi: «Nessun veto contro di lui»
Il governo di Movimento Cinque Stelle e Lega sembra cosa fatta. Il dialogo avviato nelle ultime ore tra i due partiti è maturato ed è stato superato l’ostacolo di Forza Italia: Silvio Berlusconi ha ceduto, accettando di non porre alcun veto e di lasciare a Matteo Salvini il governo con Luigi Di Maio senza far finire la coalizione di centrodestra.
Dopo una lunga giornata di contatti, alle nove di sera Berlusconi dà l’ok con una nota alla nascita del governo, spiegando che non darà la fiducia all’esecutivo Lega-M5S, ma non porrà nemmeno un veto.
«Mi fa piacere che abbia prevalso la responsabilità. È un momento importante», ha detto Di Maio nella serata a Roma. «Tenuta salda per lealtà e coerenza l’unità del centrodestra – ha affermato Salvini -, come da nota del presidente Berlusconi che ringraziamo, rimane da lavorare su programma, tempi, squadra e cose da fare. O si chiude veloce, o si vota».
Dal pomeriggio di mercoledì Lega e Movimento Cinque Stelle hanno 24 ore per portare al Quirinale la loro intesa per un governo politico. Dunque giovedì è legittimo attendersi novità da Salvini e Di Maio. I due si vedranno già di mattina.
Le 24 ore potrebbero eventualmente diventare 48, soltanto se i partiti dimostrassero di aver fatto dei passi avanti ma di aver ancora bisogno di tempo per ragionare, in primis sui nomi da portare al Colle. Anche perché è chiaro che a Palazzo Chigi non andranno né Di Maio né Salvini, bensì un nome terzo che metta d’accordo i partiti e deve ottenere il placet del Quirinale.
Per capire l’accelerazione delle ultime ore bisogna ricordare i passi indietro fatti dai due partiti, in primis dal Movimento 5 Stelle che ha messo da parte il veto su Berlusconi. È stato proprio Di Maio ad affermare: «Silvio Berlusconi? È meno responsabile di altri di questo stallo e del ritorno al voto», e «il nostro non è un veto contro di lui. Vogliamo fare un governo solo con la Lega, che preveda due forze politiche». Dichiarazioni ben diverse da quanto Alessandro Di Battista definiva Berlusconi «il male assoluto».
La voglia di andare al governo ha prevalso su tutte le altre tensioni, convincendo tutti i protagonisti. L’Italia si prepara così, anche grazie all’appoggio esterno di Berlusconi, a diventare il primo Paese d’Europa guidato da forze populiste e con una marcata retorica anti-europea.