Una data per l’incontro con il governo, ancora non c’è. La pressione dei trattori che stanno convergendo su Roma e che ieri hanno fissato il loro presidio in via Nomentana per il momento è considerata sotto controllo, anche se colonne di mezzi agricoli in movimento sono avvistate in tutta Italia. Ma con Giorgia Meloni ancora in Giappone, il cronometro è in pausa, quanto meno fino a giovedì. Resta il problema di attribuire ruoli di rappresentanza a un mondo magmatico e spesso assai diviso al suo interno.
Amadeus: se vengono li faccio salire
Però, a infastidire alcuni ministri ora c’è qualcosa d’altro: il come, il quando e soprattutto il chi parteciperà al Festival di Sanremo che si apre stasera. Il se non parrebbe più in discussione. Amadeus in persona ha parlato della protesta in generale come «sacrosanta» e ha detto che «se vengono li faccio salire sul palco». Proprio mentre Danilo Calvani, l’agricoltore pontino a capo del «Cra Comitato agricoltori traditi» annunciava, appunto, che «un nostro rappresentante sarà all’Ariston». Il problema è la fisionomia degli «agricoltori traditi» e dello stesso Calvani, già leader del movimento dei Forconi nel 2013. Che spesso e volentieri, in queste settimane di protesta, si è scagliato in modo assai duro contro Coldiretti e contro lo stesso governo. A ogni buon conto, la Rai ieri ha precisato «non c’è alcun contatto in corso tra l’organizzazione del Festival e una della associazioni degli agricoltori».
La rimodulazione dell’Irpef sui terreni
Il ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, è al lavoro su un aspetto tutt’altro che secondario della piattaforma dei manifestanti. E cioè, la rimodulazione dell’Irpef: la legge di bilancio ha infatti cancellato l’esenzione Irpef per i redditi agrari e dominicali (quelli derivanti dal possesso dei terreni). Ora, si sta appunto mettendo mano a una qualche modifica, con un emendamento al Milleproroghe. L’idea è quella che ha ispirato la manovra, favorire i redditi più bassi. Ma l’unica certezza, dalle parti del ministero, è che in ogni caso la situazione «non tornerà a quella di prima del 2024». Che è peraltro ciò che chiede un emendamento firmato dal capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari. È vero che la proposta risale a prima che i trattori accendessero i motori.
I sospetti tra i partiti
Ma la «coincidenza», a qualcuno dalle parti di Fratelli d’Italia, pare sospetta. Perché se nella maggioranza tutti sono d’accordo nell’addossare ogni responsabilità al Green Deal e in generale all’Europa, si scruta attentamente il comportamento degli alleati, casomai fossero tentati dal mettere il cappello sulla protesta. Tra i «cattivi», il partito della premier mette senz’altro l’ex ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio che, dopo aver partecipato a un presidio di agricoltori a Melegnano, a Un giorno da Pecora ha annunciato: «Se vogliono, li accolgo in Senato. Glielo ho anche proposto e attendo una loro risposta».
Fabio Rampelli, il vice presidente della Camera per FdI, si dice tranquillo: «Le proteste non ci spaventano perché il governo ha la credibilità per affrontare tutti gli argomenti spinosi che sono sul tavolo e fa sorridere l’opposizione che legge le proteste dei trattori in chiave antigovernativa».