Fonte: Huffton Post
di Giuseppe Colombo
Rush finale per il decreto Sostegni. Allo studio un nuovo provvedimento per il rilancio delle imprese
La decisione matura a palazzo Chigi a metà mattina, durante una riunione tra i collaboratori più stretti del premier. È lì che viene messa a punto la prima conferenza stampa di Mario Draghi. Venerdì, subito dopo il Consiglio dei ministri che darà il via libera al decreto Sostegni, quello con dentro 32 miliardi di nuovi aiuti. Sarà il presidente del Consiglio a dettagliare la destinazione di questi soldi, ancora una volta distribuiti su tutti i fronti aperti dal virus: le perdite delle attività – dai bar alle palestre – ma anche le tutele per il lavoro (cassa integrazione e blocco dei licenziamenti) e per i più fragili, dal reddito di cittadinanza a quello di emergenza. E poi ancora soldi per i vaccini, ma anche per le spese delle Regioni e dei Comuni e lo stralcio delle vecchie cartelle fiscali. Una lista messa a punto in un incontro con il titolare dell’Economia Daniele Franco e che il premier condividerà mercoledì pomeriggio con i ministri che rappresentano le forze politiche di maggioranza.
Quindi Draghi e i giornalisti. E le domande. E per il premier la necessità di ripartire da quel lavoro che il suo predecessore Giuseppe Conte aveva fatto appena in tempo ad abbozzare prima che la crisi di governo travolgesse numeri e simulazioni. Draghi illustrerà i contenuti del nuovo decreto, così come Conte ha illustrato tutti i decreti anti Covid che da marzo scorso a dicembre hanno iniettato 108 miliardi nel Paese. È la scia dell’emergenza che collega il vecchio governo e il primo atto economico di peso del nuovo. E questo perché l’emergenza sanitaria è ancora in corso e impone nuove restrizioni e chiusure. Con eccezione dei soldi destinati ai vaccini – che marcano una discontinuità – tutte le altre risorse serviranno a rifinanziare misure e strumenti che hanno caratterizzato la gestione passata della pandemia. Ci sono anche altri elementi di rottura, come il superamento dei codici Ateco (quelli che identificano le attività) per gli aiuti a fondo perduto. Ma l’impianto generale mantiene la traccia di una cura all’emergenza. D’altronde non può essere diversamente con un virus che è ritornato a farsi sentire in maniera vigorosa e con un’Italia rosso-arancio. E anche l’impostazione dell’Europa, che spinge per tenere ancora distesa la coperta degli aiuti, rafforza l’idea, meglio la necessità, di fare tutto tranne che ridimensionare gli aiuti e ritirarli in modo prematuro. La proroga del blocco dei licenziamenti per tutte le imprese e quindi per tutti i lavoratori fino al 30 giugno è l’esempio che meglio spiega questa logica.
Si guarda già anche in avanti, ma in prospettiva. Con il Documento di economia e finanza, atteso entro il 10 aprile, ci sarà un nuovo scostamento di bilancio: nuove risorse, tra 15 e 20 miliardi. E forse prima arriverà un decreto per favorire la ripartenza delle imprese, con norme ad hoc per evitare i fallimenti di molte realtà produttive.
Una nuova fascia per gli indennizzi. La platea si allarga: 3 milioni di imprese e partite Iva
Prima il decreto Sostegni. Dei 32 miliardi in totale, saranno 12 quelli che saranno destinati a tutte le attività colpite dal virus: bar, negozi, palestre e tante altre (al settore della montagna anche 600 milioni aggiuntivi). Niente più listone dei codici Ateco, che nei mesi scorsi ha creato più di un malumore da parte di alcune categorie. I soldi a fondo perduto, quindi, a imprese, partite Iva e anche ai professionisti come avvocati, architetti e ingegneri. Andranno a tutti coloro che avranno registrato una perdita di almeno il 33% durante il 2020 (rispetto al 2019). Una delle novità introdotta nelle ultime ore è una nuova fascia per gli indennizzi, quella che allarga la platea dei beneficiari fino a comprendere le attività con un fatturato annuo di 10 milioni (il tetto con i decreti precedenti era fissato a quota 5 milioni).
Il calcolo dell’indennizzo terrà conto del confronto tra la perdita media mensile del 2020 e la perdita media mensile del 2019. La cifra andrà poi moltiplicata per due e al nuovo importo andrà applicata un’aliquota (che varia in base al fatturato, dal 10% al 30%, in modo da tutelare maggiormente le piccole imprese). Un esempio: un bar che l’anno scorso ha fatturato 120mila euro e ha registrato una perdita media mensile di 10mila euro avrà un indennizzo di cinquemila euro. In generale, gli aiuti saranno compresi tra un minimo di mille euro e un massimo di 150mila euro.
La spinta ai vaccini: 5 miliardi per l’acquisto di dosi e per la nuova macchina di Figliuolo
Anche questo stanziamento è cresciuto nelle ultime ore. Sei miliardi alla sanità, di cui cinque ai vaccini. Serviranno per comprare nuove dosi, ma anche i farmaci che servono a curare chi ha contratto il Covid, dal Remdesivir ai monoclonali. Una fetta importante andrà al piano per la somministrazione dei vaccini messa a punto dal commissario straordinario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo: principalmente impiegati per la logistica e per il coinvolgimento dei medici di base. Ma anche per tutte le spese necessarie a incrementare i punti vaccinali. Allo studio, infatti, c’è il riassetto della catena di distribuzione, che tirerà dentro anche le aziende. Già 5.400, secondo quanto apprende Huffpost da fonti industriali, hanno dato la propria disponibilità a Confindustria, a sua volta in collegamento con la struttura di Figliuolo.
Il reddito di cittadinanza ha bisogno di 1 miliardo in più. Tutti gli aiuti contro la povertà
Nel decreto anche un miliardo da aggiungere alla dote già in pancia al reddito di cittadinanza, che per il 2021 salirà così da 7,2 a 8,2 miliardi. L’andamento della pandemia e l’indice della nuova povertà certificato dall’Istat spingono verso il rifinanziamento. Oggi sono 1 milione e 266mila le famiglie che ricevono il reddito di cittadinanza (543 euro il valore medio), ma il trend è in crescita. A ottobre e novembre c’è stato un calo perché per molte famiglie e single è scattata la sospensione al termine dei 18 mesi (la durata del reddito, che può essere richiesto solo dopo una pausa di un mese). Ma a settembre i nuclei familiari che hanno beneficiato del Rdc sono schizzati a 1,5 milioni. La spesa mensile dello Stato è passata da 688 a 839 milioni. Il trend di inizio 2021 conferma che la richiesta è in linea con il ritmo di settembre e le previsioni per i prossimi mesi parlano di un fabbisogno ancora maggiore. Per questo il Governo metterà un miliardo in più sul piatto. Insieme a tre nuove mensilità del reddito di emergenza, la misura per le famiglie ancora più povere.
La nuova cassa integrazione porta il pacchetto lavoro a 10 miliardi. Il blocco dei licenziamenti in due step
Oltre ai soldi per il reddito di cittadinanza e per quello di emergenza, il pacchetto lavoro conterrà anche altre misure. Il totale è pari a circa 10 miliardi. Ci saranno 5 miliardi per una nuova tranche di cassa integrazione Covid, pagata dallo Stato: 13 settimane (utilizzabili tra il primo aprile e il 30 giugno) per l’industria e l’edilizia, settori che sono in ripresa, e 28 settimane per il terziario e gli altri settori più colpiti e che fanno fatica a risalire la china. La cassa Covid si allunga così fino al 30 giugno, in parallelo con il blocco dei licenziamenti. Lo stop, che scade il 31 marzo, sarà prorogato per tutti fino appunto a fine giugno. Poi riprenderà per i settori più forti e che torneranno così anche alla cassa integrazione ordinaria pre-Covid. Per le aziende e per i lavoratori più in crisi, invece, il blocco dei licenziamenti si prolungherà ancora, fino ad ottobre. A quella data, infatti, il Governo conta di arrivare con una riforma degli ammortizzatori in grado di offrire un paracadute più consistente in caso di licenziamento. Nel pacchetto lavoro anche 1 miliardo per l’indennità dei lavoratori stagionali e per i collaboratori sportivi, ma anche 800 milioni per la proroga della Naspi, l’indennità di disoccupazione.
Via le cartelle fiscali 2000-20015 fino a 5mila euro. Soldi a Regioni e Comuni
Cancellazione per le cartelle fiscali datate 2000-2015 e con un importo fino a cinquemila euro. Al Parlamento – l’ipotesi è in fase di valutazione – la possibilità di inglobare anche cartelle con un importo maggiore, qualora si trovassero le risorse. Nel pacchetto fiscale ci saranno anche 200 milioni per la rottamazione degli avvisi bonari. Circa 2,5 miliardi andranno agli enti locali per il trasporto pubblico locale, per la compensazione per i mancati introiti della tassa di soggiorno e per altre spese sostenute negli ultimi mesi a causa del Covid.