I risultati delle elezioni politiche 2022, in diretta: lo spoglio dei voti per Camera e Senato, la vittoria di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, l’uscita dal parlamento di Di Maio, i dati definitivi sui partiti e tutte le ultime notizie, in tempo reale
Regionali Sicilia, Renato Schifani eletto governatore
Nella Sicilia dove, come già cinque anni fa, vota meno di un elettore su due (48,62), si brinda al primo governatore con tessera di Forza Italia, Renato Schifani, l’ex presidente del Senato pronto per insediarsi con oltre il 40 per cento dei voti a Palazzo d’Orleans, sulla poltrona lasciata da Nello Musumeci.
Senato: «112 seggi al centrodestra e 39 al centrosinistra»
Sono 112 i seggi al Senato che vanno al centrodestra, 39 al centrosinistra. È quanto emerge dai dati del Viminale. Al M5S vanno 28 seggi, 9 ad Azione-Italia Viva e 1 a De Luca sindaco d’Italia.
Camera: «Al centrodestra 235 seggi, al centrosinistra 80»
Sono 235 i seggi conquistati dal centrodestra alla Camera in seguito ai risultati delle elezioni politiche. Secondo i dati diffusi dal Viminale, la coalizione di centrosinistra avrà 80 seggi, il Movimento 5 Stelle 51, il Terzo Polo 21. Tre seggi vanno alla Sudtiroler Volkspartei e uno a «De Luca sindaco d’Italia».
Conte: «Alleanza con Pd nel lazio? Valuteremo, ma l’asticella del M5S è alta»
«Veniamo da un’esperienza siciliana in cui ci siamo resi conto che non c’erano condizioni per andare avanti con il Pd e abbiamo detto che quel che accade a Roma non può non avere un effetto anche altrove. Ogni situazione va valutata caso per caso, valuteremo anche quella della Regione Lazio, c’è ancora tempo, ma poniamo un’asticella molto alta dappertutto». Lo dice il leader del M5S Giuseppe Conte in conferenza stampa. «Abbiamo accumulato molta esperienza sul comportamento del gruppo dirigente del Pd e voglio avvertirli: da ora in poi non sarà facile dialogare con noi».
Vertice Salvini-Governatori: «Unità di intenti, coinvolgere territori»
Due ore di lavoro tra Matteo Salvini e i governatori della Lega per pianificare il futuro. È quanto si legge in una nota della Lega dove viene sottolineato che dalla riunione «è emersa unità di intenti su come coinvolgere tutti i territori, a partire da una Assemblea Programmatica Nazionale per accompagnare la nascita del nuovo governo e mettere al centro proposte e priorità». «C’è grande volontà di riavvicinare al voto ed alla Lega gli elettori astenuti – si legge ancora nella nota – e l’impegno a valorizzare e coinvolgere governatori, sindaci e militanti in una nuova stagione di Centrodestra. È comune la volontà di completare entro l’autunno tutti i congressi cittadini già previsti (sono stati già eletti 600 segretari sui 1.400 totali), per poi proseguire con i congressi provinciali e regionali sospesi negli anni del Covid». La Lega, ha ricordato Salvini, ha un radicamento e una capacità amministrativa che non hanno eguali e saranno un valore aggiunto per il governo di centrodestra.
Conte: «Persi voti ma 2018 era un’altra era»
«Sicuramente c’è stata una decrescita di voti rispetto al 2018 ma quella era un’altra era. Soprattutto se parliamo e teniamo conto di tutte le traversie affrontate dal Movimento, comprese le ultime scissioni. Il dato vero è che noi andiamo nelle piazze, ci fermiamo a parlare con i cittadini e da loro non abbiamo ricevuto insulti». Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa.
Schifani: «È una vittoria di tutto il centrodestra»
«È una vittoria di tutto il centrodestra. Tutti avranno pari dignità, al di là dell’entità dei consensi che influiranno sulla composizione della giunta. Ma ribadisco che sarà il governo delle competenze». Così Renato Schifani parlando in conferenza stampa, a Palermo, facendo il segno di vittoria con le dita. «Ringrazio Berlusconi, Meloni, Salvini, Romano, Totò Cuffaro quando mi hanno dato la notizia della candidatura. Questa vittoria favorirà il popolo siciliano, perché ci sarà sinergia col governo nazionale».
Berlusconi: «Nuovo esecutivo abbia dialogo proficuo e sereno con opposizione»
Dovremo dare vita ad un governo autorevole, capace di coinvolgere le energie migliori del Paese e di instaurare un dialogo proficuo e sereno con l’opposizione, pur nella chiara distinzione dei ruoli». Lo ha detto il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un videomessaggio a commento dell’esito delle elezioni.
Berlusconi: «Ora governo autorevole e dialogo proficuo e sereno con opposizione»
«Dovremo dare vita ad un governo autorevole, capace di coinvolgere le energie migliori del Paese e di instaurare un dialogo proficuo e sereno con l’opposizione, pur nella chiara distinzione dei ruoli». Lo ha detto Silvio Berlusconi in un video a commento della vittoria del centrodestra alle politiche.
Conte a Letta: «Hai perso, non cerchi capri espiatori»
«Letta oggi ha puntato il dito contro di me in modo esplicito e univoco. Credo che quando c’è una sconfitta, un leader non debba cercare capri espiatori o nemici esterni. Non voglio entrare nelle dinamiche del Pd, vorrei però ricordare che bisogna dire pane al pane vino al vino: Letta ha accettato col Pd di metterci un dito negli occhi, inserendo una norma su un inceneritore» nel dl aiuti «e sconfessando quanto fatto insieme nel Conte due». Lo dice il leader del M5S Giuseppe Conte, in conferenza stampa. «Con l’agenda Draghi Letta ha venduto un progetto politico che non c’era. Come avevamo detto in campagna elettorale non ci sarà alcun dialogo. Non è una questione personale con Letta o di gruppo dirigente ma di un’agenda: bisogna capire che Pd verrà fuori dal confronto interno che ci sarà, all’esito di quello vedremo se ci saranno le condizioni per riallacciare il dialogo».
Conte: «Guardiamo con preoccupazione al futuro»
«Noi siamo pronti a difendere i nostri valori, non faremo nessuno sconto, siamo consapevoli che c’è stata una rimonta per la nostra forza politica, ma non festeggiamo, guardiamo con preoccupazione al futuro». Lo ha detto il leader del M5S, Giuseppe Conte, in conferenza stampa.
Renzi alla Cnn: «Meloni non è un pericolo per democrazia»
«In Italia cambiamo il presidente del Consiglio quasi ogni anno, sfortunatamente. Abbiamo bisogno di cambiare le regole per garantire stabilità. Io ero contro Giorgia Meloni, siamo cresciuti insieme in politica ma siamo e saremo sempre rivali. Allo stesso tempo, penso che non sia un pericolo per la democrazia italiana». Lo ha dichiarato il leader di Italia viva, Matteo Renzi, commentando l’esito delle elezioni in un’intervista alla Cnn. Renzi era in collegamento da Tokyo, dove parteciperà ai funerali dell’ex premier Abe Shinzo. «Meloni è una mia rivale, continueremo a combatterci l’un l’altro, ma l’idea che ora in Italia ci sia un rischio di fascismo è assolutamente una fake news. Ha vinto le elezioni, in particolare perché il populismo molte volte ha vinto in Italia. Ha una coalizione di maggioranza e penso che il prossimo mese diventerà il nuovo presidente del Consiglio, ma non penso che ci sia un rischio per l’alleanza occidentale, per la democrazia, per nulla».
Regionali, De Luca: «Ho perso ma anche i siciliani»
«Io ho perso. Ma non credo che i siciliani abbiano vinto…». Lo ha scritto Cateno De Luca sui social annunciando che alle 19 sarà in diretta Facebook da Piazza Matrice a Fiumedinisi dove esprimerà il suo pensiero sul risultato delle elezioni regionali.
Il totoministri del «governo Meloni»: da Crosetto a Tajani le ipotesi sulla squadra
Tommaso Labate) «Ho rimesso la cravatta dopo anni perché questo è un momento della mia vita che meritava di essere onorato». Intervenendo in diretta in piena notte allo Speciale TgLa7 di Enrico Mentana, Guido Crosetto ha fatto l’esatto contrario di Alexis Tsipras. Se l’ex premier greco si era candidato alla guida del suo Paese togliendosi la cravatta – che avrebbe indossato di nuovo, come promesso, una volta esaurito il tempo del memorandum tra Atene e i creditori internazionali – per il fondatore di Fratelli d’Italia il gesto sa di un ritorno alla politica. Il co-fondatore del partito di Giorgia Meloni, rimasto ancora una volta per sua scelta fuori dalle liste elettorali, è pronto a entrare nel prossimo governo. Due le possibili destinazioni finali: il ministero della Difesa oppure direttamente Palazzo Chigi, con i galloni di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Meloni non parla (ma posta la lettera della figlia)
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, non ha preso parte oggi alla conferenza stampa del suo partito. Ma negli stessi minuti, ha postato su Facebook una letterina scritta dalla figlia di 6 anni, accompagnata semplicemente da una emoji a forma di cuore
«Cara mammina! Sono tanto felice che hai vinto. Ti amo tanto», si legge.
+Europa chiederà il riconteggio dei voti
«Chiederemo una verifica sui risultati» elettorali ottenuti da +Europa, «perché il margine di errore è infinitesimale».
Lo annuncia Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, in conferenza stampa.
«Il risultato, da un punto di vista politico, ha dello straordinario. Il problema è che ci siamo fermati a un 2,95%. Una sorta di errore statistico: lo 0,05% sono poco più di 10mila voti a livello nazionale, a fronte di centinaia di migliaia di schede nulle. Per questo chiederemo un riconteggio dei voti».
+Europa, non avendo raggiunto il 3% dei consensi, non supera la soglia di sbarramento e, quindi, resta fuori come partito dal Parlamento.
Lollobrigida: la Costituzione? Bella, ma ha anche 70 anni
«La Costituzione è bella. Ma ha anche 70 anni»: a dirlo è Francesco Lollobrigida, rispondendo ai giornalisti sul tema delle riforme.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera ha anche parlato dei «rapporti con gli altri leader» del centrodestra, che «sono e resteranno costanti. I numeri non sono stati mai l’oggetto da cui si parte per creare delle squadre di governo: puntiamo alla qualità, senza guardare nemmeno alle tessere di partito».
Sindaca Parigi: «Un giorno triste per l’Europa»
«Vittoria dei partiti di estrema destra neofascisti in Italia: una triste giornata per l’Europa, che riporta ai momenti oscuri della sua storia»: questo il tweet di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi. «Lancio un appello ad un nuovo slancio e alla mobilitazione incrollabile dei democratici – continua la sindaca socialista – per sconfiggere il populismo che ci minaccia».
Letta telefona a Meloni
Il segretario del Pd Enrico Letta ha telefonato a Giorgia Meloni. È quanto si apprende da fonti del Nazareno. Nel corso del colloquio, Letta ha riconosciuto la vittoria della leader di FdI e del centrodestra.
Vertice governatori Lega per analisi del voto
È in programma nel pomeriggio un vertice di tutti i governatori della Lega per l’analisi del voto delle politiche, che in regioni come Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia ha visto FdI sorpassare largamente il Carroccio. Lo si apprende da fonti qualificate. La riunione, che si svolgerà con i presidenti in collegamento da remoto, segnerà un primo punto politico degli amministratori della Lega, prima del Consiglio federale previsto per domani a Milano.
Toti: «Performance ‘Noi moderati’ non un successo»
«È ovvio che è un risultato che non soddisfa a livello nazionale né regionale, si rientra nella somma di partiti che per quanto coerenti non riescono mai a sfondare nel cuore dell’elettorato. Certo non la possiamo considerare una performance di successo». Lo ha detto il governatore ligure Giovanni Toti (Noi Moderati) facendo il punto sui risultati elettorali. «A livello nazionale si rientra nella maledizione per cui la somma dei partiti per quanto coerenti non riescono mai a sfondare nel cuore dell’elettorato – ha ripetuto -. Ma certamente avremo una rappresentanza nei due rami del Parlamento. Anche la lista generale sottoperforma moltissimo rispetto a quello che sono i risultati della lista Toti nei passati anni. La coalizione in Liguria perde una quindicina di punti percentuali rispetto alle sue migliori performance» uscendo più fragile «dalle urne. È chiaro che le dinamiche nazionali incidono e non poco. Dovremo fare valutazioni anche sulla lista che porta il mio nome».
Orban scrive a centrodestra, non vedo l’ora di collaborare
Viktor Orban «ha inviato lettere» a Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in cui «si congratula con loro per i risultati elettorali». «Attendo con ansia la nostra futura collaborazione per preservare la pace nei nostri Paesi e in Europa, per far ripartire l’economia europea e per alleviare la crisi energetica», scrive il premier ungherese. Lo ha scritto su Twitter Balazs Orban direttore politico del premier.
Zaia: «Risultato deludente, ora analisi seria sulle cause»
«Il voto degli elettori va rispettato, perché, come diceva Rousseau nel suo contratto sociale, `il popolo ti delega a rappresentarlo, quando non lo rappresenti più ti toglie la delega´. È innegabile come il risultato ottenuto dalla Lega sia assolutamente deludente, e non ci possiamo omologare a questo trovando semplici giustificazioni». Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia, commentando con l’ANSA l’esito del voto. «È un momento delicato per la Lega – aggiunge – ed è bene affrontarlo con serietà perché è fondamentale capire fino in fondo quali aspetti hanno portato l’elettore a scegliere diversamente».
Decaro: «Smantellare modello su cui si fonda Pd»
In queste ore sarebbe troppo facile sparare a zero sul segretario nazionale del Pd. E sarebbe inutile. È l’intero modello su cui il PD si fonda che va smantellato. Basta con i capi corrente che fanno e disfano le liste a propria immagine e somiglianza. Basta con questo esercizio del potere per il potere. Basta con l’autoconservazione come unico scopo della politica”. Lo afferma il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. «O saremo capaci, finalmente, di azzerare questi meccanismi perversi e di ritornare a parlare alle persone -sottolinea- o la sconfitta perpetua alle elezioni politiche sarà il nostro ineluttabile destino».
Cremlino sull’Italia: «Speriamo in partiti più costruttivi
«Siamo pronti a dare il benvenuto a qualsiasi forza politica in grado di mostrarsi maggiormente costruttiva nei rapporti con la Russia», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov in riferimento al risultato delle elezioni in Italia. A riferirlo è la Tass.
«Questo è un affare esclusivamente interno della Repubblica italiana. Siamo pronti ad accogliere qualsiasi forza politica in grado di pensare al di fuori del mainstream, che è pieno di odio per il nostro Paese, e di mostrare un maggior grado di obiettività e costruttività nelle relazioni con il nostro Paese», ha detto Peskov in un briefing con i giornalisti commentando la vittoria della coalizione di centro-destra alle elezioni in Italia.
Gelmini: Terzo polo ha superato FI in tante regioni
«Non abbiamo mai fatto la corsa su Forza Italia, perché questo partito ha rincorso i sovranisti. Noi siamo lontani dal populismo. Azione e Italia viva vincono su Forza Italia in molte regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Basilicata. In soli due mesi, senza promesse miracolose, scegliendo di non scassare i conti dello Stato ma illustrando un programma serio, per Azione e Italia viva è un risultato importante». Sono le parole della ministra Mariastella Gelmini, durante la conferenza stampa di Azione al comitato elettorale del Terzo polo con Carlo Calenda, Elena Bonetti, Mara Carfagna ed Ettore Rosato.
Salvini: «Niente mette a rischio il mio rapporto con Berlusconi»
lla domanda se ci sia rimasto male per le dichiarazioni di Berlusconi, il leader della Lega Matteo Salvini ha detto: «Ho superato le offese da anni. Ho chiamato Silvio e gli ho detto “ti voglio bene”. È la cosa più gentile che mi sia stata rivolta negli ultimi mesi. Il mio rapporto con Silvio Berlusconi non può essere messo a rischio da niente e da nessuno. E punto ad avere un rapporto sempre più saldo con Giorgia Meloni».
Di Maio: «Non sarò in Parlamento, nella vita si cade ma ci si rialza»
«Non ci sono “se”, “ma” o scuse da accampare. Abbiamo perso. Gli Italiani non hanno considerato abbastanza maturo e valido il nostro progetto politico. E su questo la nostra comunità dovrà aprire una riflessione».
A parlare, dal suo profilo Facebook, è il leader di Impegno Civico Luigi Di Maio. «Negli ultimi mesi, insieme a straordinari amici di percorso, abbiamo deciso di metterci in gioco, di proporre agli italiani un progetto politico nuovo, da far conoscere in pochissimo tempo. Il risultato non è stato quello che ci aspettavamo. Impegno Civico non sarà in Parlamento. Allo stesso modo, non ci sarò neanche io. Stanotte mi sono congratulato con Sergio Costa per la sue elezione nel collegio di Napoli – Fuorigrotta – aggiunge -. Voglio ringraziare tutti coloro che in questi mesi si sono messi a disposizione di questo progetto, che ci hanno messo tempo e risorse, dimostrando dedizione, affetto e amicizia: a tutti i volontari e amici che ci sono stati dico che non li dimenticherò. Auguro a tutti di trovare realizzazione e soddisfazione dai propri successi, non dalle sconfitte degli altri».
E aggiunge: «Nella vita ci sono vittorie e sconfitte. Si cade, ma si impara anche a rialzarsi. E succederà anche stavolta». Non mancano i complimenti a Giorgia Meloni e Giuseppe Conte, che Di Maio definisce «i due vincitori di queste elezioni».
Enrico Letta: «Ci aspettano giorni duri. Non mi ricandido come segretario, serve un nuovo Pd»
«Ci aspettano giorni duri, per l’Italia. Se siamo arrivati al governo Meloni è a causa di Giuseppe Conte, che ha fatto cadere il governo ed è stato il punto scatenante», ha detto il segretario del Pd Enrico Letta. «Faremo opposizione con tutte le nostre forze. Non permetteremo che l’Italia si stacchi dai valori europei e dai profondi alori della Costituzione. Quindi opposizione dura, intransigente e sforzo massimo da domani per pensare al futuro».
«Il risultato? Insoddisfacente. Ce l’abbiamo messa tutta, ma non è stato abbastanza», ha aggiunto Letta. E poi l’annuncio: «Serve un nuovo Pd, non mi ricandido segretario». Sarà «un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd che sia all’altezza di questa sfida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. Assicurerò con spirito di servizio la guida del Pd fino al congresso a cui non mi presenterò da candidato», ha spiegato Letta durante la conferenza stampa al Nazareno. «Con questa destra, chi verrà dopo di me dovrà lavorare per un lavoro che dia una alternativa alla maggioranza degli italiani. Non sono mai stato per la autosufficienza, non sono mai stato per l’isolamento, sono sempre stato per il dialogo. Sia per fare opposizione che per costruire l’alternativa: avremo delle elezioni in primavera e dovremo andare con uno schema che non dia campo libero alla destra. Gli elettori hanno detto la loro e spero che da oggi in poi si possa costruire questa alternativa».
Quello di Azione è stato «fuoco amico» come dimostra «la candidatura di Calenda nel collegio di Emma Bonino, che ha finito per aiutare l’elezione della candidata di destra», ha detto poi il segretario dem, commentando la corsa alle elezioni di Calenda.
Carlo Calenda: «Vedremo se Meloni sarà in grado di governare»
Il leader di Azione Carlo Calenda è arrivato all’Hotel Mediterraneo di via Cavour a Roma, dove è stato allestito il comitato elettorale del Terzo polo, per la conferenza stampa post voto.
«Se prendete i dati generali, abbiamo un Paese che per la maggior parte non ha dato la fiducia a Draghi o che l’ha tolta. Partiti che hanno promesso sussidi e bonus di tutti i tipi. È un dato molto importante, perché noi abbiamo detto: “C’è un’alternativa non populista”. E il Paese ha consapevolmente deciso di continuare con il populismo», ha detto. «La nostra è una battaglia a questo modo di fare politica»
«Nelle prossime settimane dovremo costruire un polo del buon governo, del pragmatismo e della serietà. Con il 7,8% partiamo da basi solide. Continueremo a lavorare nelle prossime settimane». E sulla vincitrice delle elezioni, Giorgia Meloni, ha detto: «Vedremo se sarà in grado di governare».
Il leader di Azione ha anche commentato il risultato del Pd, definendolo «frutto di mancata chiarezza».
Salvini: «Complimenti a Giorgia Meloni, è stata brava. Lavoreremo insieme, a lungo»
«Abbiamo i numeri degli eletti regione per regione, anche se non ancora definitivi, noi puntiamo a quota 100. Potrebbero essere 100 tondi i parlamentari della Lega al lavoro da domani. Ce la giochiamo con il Pd come secondo gruppo parlamentare». Sono le prime parole del leader della Lega Matteo Salvini, dopo le elezioni del 25 settembre. «Ci tengo a ringraziare i militanti della Lega che sono unici, insostituibili e hanno dato l’anima, i sindaci».
«Oggi è un lunedì dove dopo tanti anni c’è un governo scelto dai cittadini, con una maggioranza chiara del centrodestra. Conto che per almeno 5 anni si tiri dritto senza stravolgimenti. Faccio i complimenti a Giorgia, è stata brava. Lavoreremo insieme, a lungo. Faccio i complimenti anche a Forza Italia e ai moderati, ogni voto è stato utile. Politicamente credo sia stata premiata l’opposizione. Stare al governo con Pd e M5S non è stato facile. Il risultato al 9%? «Non mi soddisfa, non è quello per cui ho lavorato. Ma con il 9% siamo in un governo di centrodestra in cui saremo protagonisti», ha detto il leader della Lega.
«Gli anni del Covid sono stati particolari, abbiamo anteposto — e l’ho fatto convintamente — il lavoro per il Paese rispetto all’interesse del partito. Non oso immaginare cosa sarebbero stati altri 9 mesi con un governo confuso e litigioso. Il giudizio degli elettori è chiaro: hanno premiato coloro che hanno fatto opposizione (bravi loro) e coloro che hanno fatto cadere il governo. Gli elettori hanno sempre ragione, e mi sembra che sia chiaro ed evidente. Noi ci facciamo carico di aver portato sulle spalle un peso non indifferente. Non occorre essere politologi per dire che oggi il secondo o terzo gruppo parlamentare è la Lega».
E il leader della Lega è tornato anche sul risultato. «Il 9% mi resta qua ma 100 parlamentari sono al lavoro per 5 anni. Se gli italiani se hanno premiato altri e meno noi vuol dire che era giusto così. Se sono andato a letto abbastanza incazzato, mi sono alzato carico a molla e ho più voglia di prima».
Sulla Lombardia «ho letto analisi simpatiche. Ma il centrodestra è sopra il 50% nella Regione». Quindi, anche «in ottica Regionali, la squadra che vince non si cambia», ha aggiunto Salvini. «Ora c’è l’urgenza del decreto Energia, che continuo a rivendicare: sarà il primo banco di prova del nuovo governo».
Orban si congratula con Meloni: «Brava, vittoria più che meritata»
«Vittoria più che meritata. Congratulazioni!». Con queste poche parole e una foto che ritrae Viktor Orban e Giorgia Meloni seduti su una scalinata e sorridenti, il premier ungherese si è complimentato con la leader di Fratelli d’Italia per il risultato ottenuto con un post su Facebook.
A Milano il Pd è il «partito della Ztl»
Milano tiene, la roccaforte dem del centro città non va sotto, come invece è successo nella capitale e nel resto del Paese. Il Pd qui è ancora il «partito della Ztl». L’Italia nelle mani della destra di Giorgia Meloni, coi dem crollati sotto il 20% e il Terzo Polo sotto l’8, vista dal capoluogo lombardo sembra distante e ribaltato. Il voto a Milano città consegna al Pd il collegio uninominale al Senato Lombardia-U03, con la vittoria del centrosinistra al 39,08% e il Pd al 26,13 e l’elezione di Antonio Misiani.
Situazione simile alla Camera, con il centrosinistra che ha vinto i due uninominali 07 e 09 (Bruno Tabacci e Benedetto Della Vedova). Alla fine il risultato sarà di due collegi uninominali a uno per il centrosinistra alla Camera e di due a uno per il centrodestra al Senato. Leggi l’articolo completo a firma di Stefania Chiale.
La Francia sarà «attenta» al «rispetto» dei diritti umani e dell’aborto in Italia
Dopo una dichiarazione sul rispetto delle scelte democratiche degli elettori italiani, la premier francese Elisabeth Borne ha ripreso in parte gli argomenti della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e ha aggiunto che la Francia sarà «attenta», con la presidente della Commissione, al «rispetto» dei diritti umani e del diritto all’interruzione di gravidanza in Italia.
«Ovviamente, saremo attenti, con la Presidente della Commissione europea (Ursula von der Leyen, ndr), a garantire che questi valori sui diritti umani, sul rispetto reciproco, compreso il rispetto del diritto all’aborto, siano rispettati da tutti», ha dichiarato la premier nel corso di un’intervista alla rete tv all news Bfm.
Borne ha aggiunto comunque che «non bisogna avere fretta» ricordando che «ora spetta al Presidente della Repubblica nominare il Presidente del Consiglio». Il richiamo al ruolo del presidente Mattarella è una costante del discorso delle autorità francesi. Leggi l’articolo completo a firma del corrispondente da Parigi Stefano Montefiori.
Stampa turca: «Meloni nuova Mussolini?»
«La nuova Mussolini?». È la domanda che si pone il quotidiano turco Daily Sabah nel titolo di un articolo dedicato al voto in Italia in cui si sottolinea che Giorgia Meloni è «pronta a diventare la prima donna» premier in Italia alla guida «potenzialmente» dal governo «più a destra dai tempi del Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini». Secondo il giornale, la recente evoluzione di Meloni «lascia domande senza risposta sul suo futuro come leader». Il Daily Sabah ricorda che «da giovane ha elogiato Mussolini, ma ora ha ripudiato queste opinioni e le leggi antisemite», tuttavia, segue «una politica islamofoba».
Madrid: populismi finiscono sempre in catastrofe
«In tempi di incertezza, i populismi crescono e finiscono sempre nello stesso modo, con una catastrofe. Danno risposte semplici e a breve termine a problemi molto complessi. La loro risposta è sempre la stessa: chiudiamoci e torniamo al passato». Lo ha detto il ministro degli Esteri spagnolo, Juan Manuel Albares, nel corso di una conferenza stampa in Spagna, soffermandosi sul voto italiano. Albares ha aggiunto che «rispetta il risultato legittimo in Italia» sebbene in Spagna, dove si vota il prossimo anno, «veda una situazione molto differente».
Grillo: viva il M5S
«Viva il Movimento 5 Stelle»: è il commento del fondatore Beppe Grillo ai risultati delle elezioni. In un video pubblicato su Twitter, si sente la voce del garante del Movimento mentre riprende un albero all’interno di un giardino: «Il grande nespolo – afferma Grillo – gliene abbiamo fatto di tutti i colori a questo nespolo negli anni, eppure è rigoglioso verde e nonostante tutto sopravvive con un filo di linfa che c’è dentro, sopravvive con un po’ di tronco va su e fa delle nespolo bellissime, questo è il movimento 5 stelle, è il simbolo, il nespolo vivo».
Cina, nuovo governo abbia politica pragmatica
Cina e Italia «sono partner strategici globali e lo sviluppo sano e stabile delle relazioni bilaterali è nell’interesse di entrambe le parti: ci auguriamo che il nuovo governo italiano continui ad aderire a una politica positiva e pragmatica nei confronti della Cina, collaborando con la parte cinese, sostenendo lo spirito di rispetto e di fiducia reciproca». Così il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin commenta le elezioni parlamentari italiane vinte dalla coalizione di centro-destra.
La lista De Luca sbarca in Parlamento, due seggi
«Complimenti. Abbiamo eletto Dafne Musolino al Senato (Messina Enna) e Francesco Gallo alla Camera (Messina zona Jonica)». Lo scrive Cateno De Luca (Sicilia Vera), in corsa per la presidenza della Regione siciliana e dato al secondo posto dagli exit poll dietro a Renato Schifani (centrodestra), commentando su Fb i risultati delle politiche. La lista «Cateno De Luca sindaco d’Italia» dunque sbarca in Parlamento.
Liceo Manzoni di Milano occupato per protesta
Nella mattina della vittoria del centrodestra, Milano si risveglia con la prima scuola occupata: il liceo classico Manzoni. Venerdì scorso, al corteo dei Fridays for Future il Coordinamento dei collettivi di Milano prometteva: «Sarà un autunno caldo di scioperi e occupazioni».
Negli ultimi anni è sempre stato il Manzoni a dare il là. E così è successo lunedì. Dopo l’ingresso a scuola, centinaia di studenti si sono radunati in palestra, dove si è tenuta un’assemblea durante la quale sono state elencate le ragioni dell’azione di forza. Sulle pareti è comparso lo striscione «Manzoni occupato».
L’intenzione dei ragazzi è di restare a dormire nella scuola e di dar vita a una serie di dibattiti e attività autogestite.
«Le lezioni, tuttavia, non saranno sempre sospese» spiegano dal Collettivo, che ha diffuso un documento di rivendicazione: «Abbiamo occupato la nostra scuola per parlare e confrontarci sulla situazione in cui versano le nostre vite: crisi e disastri climatici sono ormai all’ordine del giorno, provano lentamente ad abituarci a un lavoro precario, sfruttato e mortale, e come se non bastasse ci prepariamo ad entrare in una fase politica pericolosa e repressiva, visti gli ultimi risultati elettorali».
Rivincita M5s, al Sud è primo partito
La chiave del risultato dei 5 Stelle, che a livello nazionale tengono con un dato che supera il 15%, sta nel grande bacino elettorale del Sud, dove il movimento guidato da Giuseppe Conte ha fatto il pieno, ed è primo partito in tutte le Regioni arginando la «piena» di Fratelli d’Italia, irraggiungibile nel resto del Paese. In Campania M5s è in testa con il 34,8%, che nell’area del Napoletano diventa addirittura il 40% abbondante, mentre il centrodestra è al 33,4% (con Fdi al 22,5%) e il centrosinistra è indietro con il 22%. Nella Regione governata da De Luca, il Pd si ferma al 15,7%, e anche Impegno Civico di Di Maio non va oltre l’1,5%. Bene il movimento anche in Calabria, dove arriva a sfiorare il 30%, anche se in questo caso a dominare è il centrodestra con il 42%, e Fdi con il 19% che sorpassa Forza Italia (16%). Oltre il 28% per il partito di Conte anche in Puglia, con il centrodestra nettamente primo con il 41,4% e il centrosinistra relegato al 21,2%. In Basilicata ai 5 stelle va il 24,7%, staccando Fdi (18,4%) e il Pd (15,2%). Infine la Sicilia, dove si votava anche per il governatore: il partito di Giorgia Meloni al 18% supera di ben 8 punti Forza Italia, mentre primo partito, anche qui, è il movimento 5 stelle con il 27,1%.
Fvg, a centrodestra anche tutti i collegi uninominali
Con un risultato definitivo che si attesta al 50,34% al Senato e al 49,87% alla Camera, la coalizione di centrodestra non ha rivali e vince tutte le sfide nei collegi uninominali in Friuli Venezia Giulia. Risultano quindi già eletti Luca Ciriani (FdI) al Senato e Vannia Gava (Lega), Walter Rizzetto (FdI) e Massimiliano Panizzut (Lega) alla Camera. Per il quartetto si tratta di una riconferma. Ciriani nella legislatura appena conclusa ha ricoperto il ruolo di capogruppo di FdI al Senato; Vannia Gava è sottosegretario uscente alla Transizione ecologica. Panizzut vince nel collegio di Trieste, Rizzetto in quello di Udine e Gava a Pordenone. Tra i candidati all’uninominale per il Senato c’era anche il ministro per le Politiche agricole uscente Stefano Patuanelli (M5s), capolista dei 5 stelle però anche nel plurinominale.
Pd primo partito nel seggio di Beppe Grillo
Il Partito Democratico, con il 26,35% alla Camera Plurinominale, risulta il primo partito nel seggio elettorale 617 di Genova Sant’Ilario, dove vive il fondatore del M5S Beppe Grillo, il secondo partito è Fratelli d’Italia con il 19,53% più che doppio rispetto al 9,65% dei pentastellati. Su 475 votanti il Pd ha ottenuto 112 voti validi, 83 a FdI, 41 al M5S, 40 all’alleanza Verdi-Sinistra con il 9,41%, 39 voti al terzo polo dell’alleanza Azione-Italia Viva con il 9,18%, 38 alla Lega con il 8,94%, 21 a Forza Italia con il 4,94%, 15 a +Europa con il 3,53%, 6 alla lista «Noi Moderati» con l’1,41%, 2 a Impegno Civico con Luigi Di Maio con lo 0,47%, preceduto dai 6 voti di Unione Popolare, i 7 di Italexit, i 5 di Italia Sovrana e Popolare, i 9 di Vita e seguito solo dall’unico voto ottenuto dalla lista Mastella Noi di Centro Europeisti.
Sondaggista Mannheimer: disaffezione giovani, confermato circa 50% astenuti
A poco è valsa la conquista del diritto di voto in Senato per i 18enni. Ieri la disaffezione nei confronti della politica ha colpito soprattutto i giovani. «Il forte astensionismo rilevato dai sondaggi come superiore al 50%, contro una media generale del 36%, credo sia stato confermato. Sono disinteressati alla competizione politica perché non trovano offerte dedicate a loro. Anche gli interventi dei leader su Tik Tok seppur divertenti, hanno lasciato il tempo che trovano». Così all’Adnkronos il sondaggista Renato Mannheimer ha commentato i dati dell’astensione. In attesa dei dati definitivi, il sondaggista afferma: «Durante la prima Repubblica c’era una maggiore attenzione alla politica da parte dei giovani. Da almeno 10 anni invece si astengono, tra l’altro nel 2018 in modo molto rilevante. Oramai è una tendenza generale di lungo periodo, ma nei giovani questo è un fenomeno molto preoccupante».
A Palermo il 5 Stelle Aiello batte Giammanco e Palazzotto
In Sicilia alla Camera il M5s prevale nel collegio uninominale Quartiere Settecannoli: Davide Aiello si impone con il 35,86%, prevalendo sull’azzurra Gabriella Giammanco, deputata di lungo corso per il centrodestra, fermatasi al 28,18%; e su Erasmo Palazzotto, del centrosinistra, al 20,57%.
Camera, proiezione seggi: centrodestra 232-252, centrosinistra 77-97
Prime proiezioni su quelli che potrebbero essere i seggi assegnati alla Camera. Secondo dati forniti da Rainews24 al centrodestra andrebbero tra 232 e 252 seggi, al centrosinistra 77-97, al Movimento 5 Stelle 40-54, ad Azione-Italia viva 15-25.
Senato, proiezione seggi: centrodestra 114-126, centrosinistra 34-46
Prime proiezioni su quella che potrebbe essere l’assegnazione dei seggi al Senato. Secondo Rainews24 al centrodestra andrebbero tra i 114 e i 126 seggi, al centrosinistra fra 34 e 46, al Movimento 5 Stelle tra 21 e 33, a Azione-Italia viva tra 6 e 12.
La Borsa di Milano a +1,3%
La Borsa di Milano reagisce con un cauto rialzo al risultato — netto — del voto. Dopo mezz’ora di negoziazione, il listino di Piazza Affari prende fiducia: il Ftse Mib, partito in cauto calo, guadagna ora l’1,29% a 21.338 punti.
Al centro dell’attenzione i titoli finanziari, particolarmente sensibili allo spread BTP-bund.
Intesa Sanpaolo sale del 2,7%, Unicredit dell’1,28%, Finecobank del 3,8 per cento.
Tra le società a controllo statale soffrono quelle dell’energia (Enel – 0,8% ed Eni -0,6%) ma Leonardo guadagna l’1,67% e Poste l’1,65 per cento.
Corre Tim (+5% a 0,19 euro), uno dei dossier più caldi sul tavolo del prossimo Governo.
Boschi: risultato sicuramente positivo
«Siamo soddisfatti. Il nostro è un progetto nuovo, cominciato un mese e mezzo fa e abbiamo preso gli stessi voti di FI». Così Maria Elena Boschi commenta il risultato elettorale al Tg1. «Facciamo gli auguri a Giorgia Meloni» aggiunge, ribadendo che il risultato del Terzo Polo «è sicuramente positivo, perché l’8% in un mese e mezzo è positivo. Ora dobbiamo crescere. Noi siamo sulla piattaforma di Macron in Europa. Faremo opposizione dura a questo governo», assicura.
«Non possiamo che fare gli auguri a Giorgia Meloni che ha meritato questa vittoria anche se è stata aiutata dal Pd che ha fatto di tutto per far vincere il centrodestra», ha aggiunto commentando il risultato elettorale su La7. E spiega che ora «ci saranno due opposizioni», una da parte del M5S e una da «parte nostra». «Ora il Pd dovrà decidere quale opposizione fare».
Cucchi: io senza timore, Stefano sarà con me
«Era il 3/11/2009. Mi trovavo in Senato per ascoltare il ministro Alfano che era stato chiamato a riferire su come e perché fosse morto Stefano Cucchi, quando era in stato di arresto, nelle mani dello Stato. Momenti terribili. Ora tornerò lì da senatrice. Sono consapevole della gravità del momento storico che sta vivendo il mio Paese, ma non dovrò avere timore. Stefano sarà con me. So che è fiero di me e che mi sta dicendo che dovrò mantenere le promesse fatte a coloro che hanno avuto fiducia in me. Dovrò continuare ad essere la voce degli ultimi. Siamo umanità in marcia». Così Ilaria Cucchi, appena eletta senatrice, su Facebook.
Camera: FdI primo partito in 10 regioni, 7 a M5s, 2 al Pd
Alla Camera Fratelli d’Italia è il partito più votato nella metà delle regioni del Paese, in particolare al Nord, mentre al Sud e nelle Isole quello con più preferenze è Movimento Cinque Stelle, con il Partito Democratico avanti nel centro Italia solo in Emilia Romagna e in Toscana. È quanto emerge dagli scrutini, con i dati ancora parziali ma quando manca ancora soltanto il 2% delle sezioni.
Nello specifico, alla Camera FdI è il primo partito in dieci regioni (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto) mentre in altre sette (Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) il primato di voti va al M5s e in altre due al Pd (Emilia Romagna e Toscana). In tutte le regioni, laddove non è il primo partito, Fratelli d’Italia si piazza comunque al secondo posto: fa eccezione solo la Campania, con M5s primo partito e il Pd secondo. Nel dettaglio, in Basilicata M5s è il primo partito (24,75) e stacca di circa 6 punti FdI; in Calabria M5s (29,53) stacca di circa 10 punti FdI; in Campania 1 M5s (41,34) stacca di circa 27 punti il Pd secondo partito; in Campania 2 M5s (27,68) stacca di circa 6 punti FdI; in Emilia Romagna il Pd (28,25) stacca di circa 3 punti FdI; in Molise M5s (24,41) stacca di circa 3 punti FdI; in Puglia M5s (27,97) stacca di circa 4 punti FdI; in Sardegna M5s (26,35), stacca di circa 3 punti FdI; in Sicilia 1 M5s (30,62) stacca di circa 13 punti FdI; in Sicilia 2 M5s (26), stacca di circa 6 punti FdI; in Toscana il Pd (26,41), stacca di circa un punto FdI; in Valle d’Aosta, Valle’e d’Aoste – Autonomie Progrès Fédéralisme (38,63), stacca di circa 9 punti il partito formato dall’intera coalizione di Centrodestra.
A Milano testa a testa FdI-Pd
A Milano città il Pd si conferma il primo partito anche se tallonato da Fratelli d’Italia che, considerando anche la provincia, è il primo partito in assoluto. Nei tre collegi alla camera della città il Pd è primo con circa il 25% delle preferenze, mentre Fratelli d’Italia oscilla intorno al 20. Se si guardano i dati dell’intera circoscrizione Lombardia 1 invece Fdi è al 23,88 e il Pd al 23,03. Un boom di voti per il partito di Giorgia Meloni se si confrontano i dati con quelli del 2018. Allora Fratelli d’Italia nella circoscrizione Lombardia 1 era il terzo partito del centrodestra con il 3,96% dei voti mentre il primo era la Lega con il 22 e Forza Italia arrivava al 14,26. In queste elezioni il partito di Meloni è balzato al 23,88 con la Lega crollata all’8,67 e Forza Italia al 6,58. Significativo il risultato in città di Alleanza Verdi e Sinistra che supera il 5% (nel collegio di Loreto arriva al 7,25) e di +Europa anch’essa intorno al 5.
A Milano la vicepresidente di Azione al 23%
Ha ottenuto un successo personale Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione, e candidata alla Camera all’uninominale nel collegio di Milano Buenos Aires. Nel collegio è stato eletto Benedetto della Vedova, seguito da Giulio Tremonti ma Pastorella ha avuto il 23,05% delle preferenze. «A Milano – ha commentato lei stessa su Twitter – il Terzo Polo ha fatto un risultato straordinario. Siamo la terza lista più votata. Nel mio collegio la seconda, con circa 23%».
+Europa non supera la soglia del 3%
+Europa non supera la soglia nazionale del 3%, la conferma arriva da Quorum/YouTrend per @SkyTG24. I voti andranno distribuiti agli altri partiti della coalizione di centrosinistra.
Borsa: Milano apre in lieve calo, Ftse Mib -0,49% dopo voto
La Borsa di Milano apre in calo dello 0,49% con il Ftse Mib a quota 20.966 punti. «L’esito elettorale è stato sostanzialmente in linea con le aspettative», spiegano gli analisti. Sul listino in calo i titoli dell’energia come Eni (-1,3%), Enel (-1,4%), debole anche Tenaris (-1,4%). In controtendenza Tim (+1,44%) e Finecobank (+2,6%). Fuori dal listino principale Mps non fa prezzo e segna un calo teorico del 33%. Le Borse europee avviano in calo la prima seduta della settimana.
Dopo l’avvio impenna lo spread Btp – Bund, che sale a 235 punti in avvio di agiornata, con un rendimento al 4,454,45%.
Avvio in flessione anche per le Borse europee. Gli investitori concentrano la loro attenzione verso l’andamento dell’economica globale con l’aumentare dei rischi di recessione. Si guarda anche alle tensioni sui titoli di Stato ed all’evoluzione politica in Italia dopo il voto. Avvio in flessione per Parigi (-0,67%), Francoforte (-0,43%) e Londra (-0,1%).
Giorgetti eletto in collegio uninominale Camera a Sondrio
Giancarlo Giorgetti (vicesegretario della Lega e ministro allo Sviluppo economico) è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale di Sondrio, con il 61,85% delle preferenze. Al secondo posto Valeria Duico (centrosinistra) con il 19,79% dei voti e a seguire Alessandro Stefano Bertolini (Terzo polo) con l’8,55%.
Nuovo governo, le tappe e i tempi: cosa succede dopo la vittoria di Meloni
Che cosa succede ora, dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche del 25 settembre? Giorgia Meloni sarà con certezza la nuova premier — prima donna a guidare il governo in Italia? E quali saranno i tempi? Qui l’approfondimento sulle prossime tappe dopo la vittoria di Meloni.
Fascina prima a Marsala
Marta Fascina, appoggiata dal centrodestra, si appresta ad essere eletta alla Camera in Sicilia, nel collegio uninominale di Marsala. Quando sono state scrutinate 410 sezioni su 455 con 52.184 voti (equivalenti al 36,2%) ha un vantaggio incolmabile di nove punti percentuali dalla seconda la grillina Vita Martinciglio che fa registrare 39.396 preferenze (27,3%). Terzo è Antonio Ferrante del centrosinistra con 25.589 voti (17,8%).
Borne: Francia e Ue attenti al rispetto dei diritti umani
La Francia sarà «attenta» al «rispetto» dei diritti umani e dell’aborto in Italia dopo la vittoria del partito post-fascista di Giorgia Meloni alle elezioni legislative: lo ha affermato oggi il primo ministro francese Elisabeth Borne. «Ovviamente saremo attenti, e con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a garantire che questi valori sui diritti umani, sul rispetto reciproco, in particolare sul rispetto del diritto all’aborto, siano rispettati da tutti», ha dichiarato a Bfm Tv. Borne ha precisato che non commenta «la scelta democratica del popolo italiano».
Calenda: maggioranza a destra sovranista, prospettiva pericolosa
«Gli italiani hanno scelto di dare una solida maggioranza alla destra sovranista. Consideriamo questa prospettiva pericolosa e incerta. Vedremo se la Meloni sarà capace di governare; noi faremo un’opposizione dura ma costruttiva»: il leader di Azione Carlo Calenda interviene a poche ore dall’esito delle elezioni.
«L’obiettivo di fermare la destra e andare avanti con Draghi non è stato raggiunto. Sentiamo in primo luogo il dovere di ringraziare il presidente del Consiglio per il lavoro svolto a servizio del paese. Così come ringraziamo i quasi due milioni di cittadini che hanno deciso di votare una lista nata a ridosso delle elezioni», sostiene.
«In meno di due mesi – prosegue – abbiamo costruito una casa per i liberali, i riformisti e i popolari. Una casa per gli italiani che non vogliono un paese fondato sui sussidi e le regalie ma che vogliono rimanere a testa alta tra i grandi paesi europei, saldamente ancorati all’Occidente e ai suoi valori. Nei prossimi mesi si consolideranno tre schieramenti: la destra al Governo; una sinistra sempre più populista che nascerà dalla risaldatura tra PD e 5S, e il nostro polo riformista. Abbiamo il compito di dare una rappresentanza stabile e organizzata all’Italia che cerca una politica seria. Con quasi l’8% dei consensi partiamo da solide basi. Avvieremo subito un cantiere affinché questo processo sia ampio e partecipato», conclude Calenda.
Ora è ufficiale: eletto Costa, fuori Di Maio
Ora è definitivo. Sergio Costa, Movimento 5 Stelle, vince la corsa all’uninominale nel collegio Napoli U02 che abbraccia i quartieri di Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo, Posillipo, ma anche il centro storico, Chiaia e Mercato. Ha ottenuto 67.936 voti pari al 39,7%. Clamorosa l’esclusione di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico che ha ottenuto 41.743 voti che rappresentano il 24,4. Terza, sostenuta dal centro destra, Maria Rosari Rossi con 38.515 voti, il 22,5. Quarta la ministra Mara Carfagna, 12.144 voti, il 7,1. A febbraio 2018, durante la trasmissione televisiva h in più di Lucia Annunziata, Luigi Di Maio, allora leader del Movimento 5 Stelle, fece proprio il nome di Costa, generale dei Carabinieri Forestali, come possibile ministro dell’Ambiente. Costa, 63 anni, ha ricoperto l’incarico nei governi Conte 1 e 2.
Rauti batte Fiano, Santanché Cottarelli
Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, Isabella Rauti ha vinto la sfida per il Senato al collegio uninominale dove ha ottenuto il 45,4% dei voti contro il 30.80 di Emanuele Fiano. Un successo schiacciante per l’esponente di Fdi, figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore rispetto all’ormai ex deputato Pd, figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz. Sempre al Senato in Lombardia un’altra esponente di Fdi ha sconfitto un esponente del Pd: a Cremona la coordinatrice regionale Daniela Santanché ha ottenuto il 52,17% dei voti contro il 27,3% di Carlo Cottarelli.
Malpezzi (Pd): Letta chiarirà, a marzo ci aspetta il congresso
«Letta stamani chiarirà tutto. Noi abbiamo le nostre discussioni. Il congresso ci aspetta a marzo. Letta ha sempre analizzato i problemi che si affrontano poco per volta man mano che si presentano». Lo dice la capogruppo del Pd al Senato Simona Malpezzi al Tg1.
Rossi batte Rossi in uninominale Camera in Toscana
In Toscana, nel collegio uninominale UO1 (Grosseto) per la Camera, il vicesindaco di Grosseto Fabrizio Rossi, candidato del centrodestra, è stato eletto con il 98.652 dei voti, pari al 40,73%. Sconfitto Enrico Rossi, l’ex governatore toscano che correva per il centrosinistra: ha avuto 82.096 voti, pari al 33,89. Terzo è risultato il candidato del M5s, Luca Giacomelli col 10,37% dei voti, quarto Stefano Scaramelli di Azione-Iv con il 9,13%. Questi i dati diffusi dal ministero dell’Interno.
Gli ultimi dati alla Camera
In base ai dati del Viminale, quando sono state scrutinate 58.840 sezioni su 61.417, alla Camera è in testa la coalizione di centrodestra con il 44,10% mentre quella di centrosinistra è al 26,32%. Il Movimento 5 Stelle è al 15,10% e il terzo polo al 7,74%. Italexit è all’1,91%, Unione Popolare all’1,43%.
Anche al Senato vince nettamente la coalizione di centrodestra, ottenendo il 44,36% dei consensi, quando mancano i risultati di poche centinaia di sezioni sulle 60.399 allestite. Il centrosinistra ha segnato il 26,11%. Il Movimento 5 Stelle ha raggiunto il 15,31% mentre Azione-Italia viva ha raccolto il 7,7%.
Molise, eletti Lotito e Cesa
Vanno al centrodestra tre dei quattro collegi in palio in Molise: bottino pieno al Senato, con il presidente della Lazio Claudio Lotito che si impone nel collegio uninominale con il 43%, davanti all’avvocato isernino Ottavio Balducci del M5S (23,9%) e alla dirigente scolastica Rossella Gianfagna (23,7%), candidata del centrosinistra, e l’esponente di Fratelli d’Italia Costanzo Della Porta, sindaco di San Giacomo degli Schiavoni, che ottiene il seggio disponibile nel proporzionale, prevalendo su Nicola Cavaliere di Fi, Alberto Tramontano della Lega e Mimmo Izzi di Noi Moderati.
Successo di Lorenzo Cesa nel collegio uninominale della Camera, al 43%, davanti ai rivali Riccardo Di Palma (23,68%), del Movimento 5 Stelle e Alessandra Salvatore (23,55%), consigliere comunale a Campobasso del Pd. Per l’assegnazione del seggio determinato dalla corsa nel proporzionale della Camera occorrerà attendere i conteggi imposti dal sistema elettorale.
Il compagno di Meloni, che potrebbe essere il «first gentleman» d’Italia
(Claudio Bozza) Volto Mediaset, cuore a sinistra, quasi sempre un passo indietro dai riflettori della politica. Andrea Giambruno, 41 anni, conduttore di Studio aperto, è il compagno di Giorgia Meloni (4 anni più grande) e potrebbe essere — visti i risultati di queste elezioni politiche — il primo «first gentleman» della Repubblica italiana.
Il giornalista e la leader di Fratelli d’Italia si sono appunto conosciuti dietro le quinte di una trasmissione condotta da Paolo Del Debbio, di cui Giambruno era autore.
Meloni arriva trafelata e fa alla sua portavoce Giovanna: «Non ho mangiato, ho una fame che svengo»…. In una pausa pubblicitaria mangia una banana al volo, ma quando si torna in onda, la leader di FdI è ancora lì con il frutto in mano: «Io mi precipito e gliela strappo di mano anche con una certa foga, ci manca la Meloni in diretta con una banana… — ricorda Giambruno dicendo che la leader lo scambiò per un assistente —. Non so dire, i nostri occhi si incrociano in modo strano, è stato un attimo».
Da quel momento il giornalista inizia un serrato corteggiamento. E qualche tempo dopo, il 16 settembre 2016, è arrivata la piccola Ginevra, chiamata così per via di Lancillotto.
Il vecchio detto «dietro ad un grande uomo c’è una grande donna» vale al contrario anche per lei? «Certamente sì — ha raccontato Meloni a Sette—. Andrea è un padre fantastico, presentissimo. Passa a Milano una settimana al mese, ma quando è qui lavora quasi sempre di sera e durante il giorno sta molto con Ginevra. Ci alterniamo, ci aiutiamo, ci completiamo». E poi: al suo compagno chiede consigli, pareri? «Lo coinvolgo, sì, ma non troppo. Quando siamo assieme cerco di lasciare fuori la politica, di staccare. Non è facile: lui segue tutti i talk, io passo davanti: “Ancora co’ la politica? Ti prego, cambia, non ne posso più!”».
La lunga giornata di Giorgia Meloni
(Paola Di Caro) Quel tetto di cristallo che separava una donna, e di destra, dal vertice del potere l’ha rotto, come sperava e credeva. E si gode l’emozione, la gioia — mista ad ansia, ricordi, paure e stanchezza — in famiglia fino a tarda notte, poi tra i suoi fedelissimi, eletti e decine e decine di giornalisti di tutto il mondo che la aspettano al Parco dei Principi da ore.
Con la voce che a tratti trema, commossa, Giorgia Meloni sale sul palco, scherza, ride, si stringe nella sua giacca bianca, scuote i capelli e avverte che sarà solo un saluto, che oggi approfondirà per bene ogni tema, ma emozionata può finalmente dedicare «questa vittoria, questo riscatto» oltre che alla sua famiglia, mamma, sorella, compagno, figlia, a «tutte le persone che non ci sono più e che meritavano di vedere questa nottata».
Da chi ha preso tutti quei voti, Meloni? E a chi li ha sottratti Calenda?
(Renato Benedetto) Il balzo in avanti, in poco più di quattro anni, è impressionante: Fratelli d’Italia passa dal 4,4 del 2018 a circa il 25% alla Camera di queste elezioni.
Dove li ha presi, questi elettori? Soprattutto li ha sottratti alla Lega.
Secondo l’analisi dei flussi del Consorzio Opinio per la Rai, mostrata da Antonio Noto a Porta a Porta, il 40% di chi adesso ha votato per il partito di Giorgia Meloni era un elettore della Lega.
Il 22% aveva già scelto Fratelli d’Italia (si può desumere quindi che ha confermato buona parte dei suoi appena 1,4 milioni di elettori del 2018). Un poco FdI ha rubato anche a Forza Italia (13%) e Movimento 5 Stelle (9%). Appena il 3% al Pd, il 10% dall’astensione.
Anche Forza Italia ha pescato nell’elettorato leghista (il 17% degli elettori di Berlusconi oggi aveva votato per il Carroccio nel 2018).
Quello di Meloni è il primo partito quasi ovunque, conquista (dati a spoglio in corso) circa il 23% al Nord Ovest, il 26% nel Nord Est, il 27% al Centro. Solo al Sud, con il 20%, è secondo, con il M5S in testa con il 26% delle preferenze.
La Lega fa un tonfo nel Nord Est: in Friuli-Venezia Giulia è intorno all’11 mentre FdI è oltre il 30%; in Veneto si ferma intorno al 14,5% (Zaia aveva stravinto con il 76% delle preferenze), mentre FdI, intorno tra il 32 e il 33%, la doppia.
E il partito di Calenda? Secondo il Consorzio Opinio pesca molto tra gli elettori del Pd: il 37% di chi oggi ha votato per Azione-Iv nel 2018 aveva scelto i democratici.
Prende anche da Lega (11%) e M5S (10%), qualcosa anche da FI (7%) e +Europa (5%). Il Movimento ha pescato anche nell’elettorato dem (11%) e leghista (4%).
A Bologna Casini batte Sgarbi, Bonino e Calenda beffati a Roma
(Claudia Voltattorni) Un solo voto. Tanto basta per essere dentro o fuori al Senato o alla Camera (salvo poi l’eventuale ripescaggio al proporzionale). La sfida nei collegi uninominali prevede una semplice regola: vince chi prende più voti, anche uno solo.
A Bologna, la sfida dentro-fuori era tra l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini (centrosinistra) e Vittorio Sgarbi (centrodestra), battuto dopo un testa a testa fino all’ultimo voto. A Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia, la battaglia per il Senato la vince Isabella Rauti, figlia del leader Msi Pino, ex moglie di Gianni Alemanno (ex An) e candidata di Fratelli d’Italia, con oltre il 45%, contro circa il 30% di Emanuele Fiano (Pd), figlio del sopravvissuto ad Auschwitz Nedo. Daniela Santanché (FdI) batte Carlo Cottarelli (centrosinistra) per il Senato a Cremona.
Chi è Giorgia Meloni
(Roberto Gressi) Rivoluzione accorta ma non morbida, che qui non si annacqua niente. Presidenzialismo, abiura del fascismo quanto elettoralmente basta, la Fiamma non si tocca. Patria, famiglia e lobby Lgbt da sorvegliare, senza gli eccessi dei comizi in casa Vox. Qualche zampata, dal video sullo stupro alle devianze, che qualche volta la frizione scappa.
Ma in questa campagna elettorale, dopo aver trovato la ricetta della minestra di Riccioli d’Oro, Giorgia è stata soprattutto lì a guardarla bollire, attenta che non si attaccasse, con camicette bianche, toni bassi e pause sapienti, mentre i sondaggi salivano ogni settimana.
Bastava non strafare, e soprattutto impedire che sbrodolassero i due simpatici improvvisatori che si porta dietro, Silvio e Matteo, e con un occhio alla lezione di Mario Draghi, che pure non ha mai votato. È, ora, più che probabile che sarà lei la prima donna in Italia a guidare un governo.
Meloni Giorgia, 45 anni, Capricorno, nata a Roma Nord ma cresciuta alla Garbatella, intorno ai 160 centimetri per poco più di 50 chili, un diploma con Sessanta quando era il voto più alto. Una madre, una sorella, un compagno, una figlia. Un padre, anche, al quale ha fatto ciao ciao quando aveva un anno, mentre lui se ne andava alle Canarie per non tornare più. Nel decennio successivo lei e sua sorella Arianna hanno visto papà Francesco per una, massimo due settimane all’anno. Fino a quando, per Giorgia, anche questi pochi giorni divennero insopportabilmente troppi. Lei gli disse: «Non voglio vederti più». E mantenne la parola. «Quando è morto non sono riuscita davvero a provare un’emozione, è come se fosse stato uno sconosciuto», ha raccontato a Silvia Toffanin, a Verissimo.
Alla mamma Anna dice tutto, unica persona di cui teme il giudizio. Quando aspettava Giorgia il suo matrimonio era già in crisi, aveva una bambina piccola e tanti le consigliavano di interrompere la gravidanza. Ci pensò, andò anche, ovviamente a digiuno, a fare le analisi propedeutiche. Anni dopo lo ha raccontato così a sua figlia: «E poi entrai invece in un bar e dissi: cappuccino e cornetto». Complici da sempre con la sorella Arianna, che le raccontava le favole e la consolava quando a scuola la chiamavano cicciona. Insieme accesero una candela in cameretta, per giocare, e poi uscirono lasciandola lì. Bruciò tutto, addio all’appartamento alla Camilluccia, si va alla Garbatella.
Di Maio sconfitto a Fuorigrotta, è fuori dal parlamento
Gli odiatori da tastiera sono pronti a sfornare vignette feroci contro Luigi Di Maio, il ministro che si sfracellò volando in pizzeria sulle note di Dirty Dancing. «Gigino verso il ritorno al San Paolo», ironizzano sul web quando è ormai notte fonda e per il fondatore di Impegno Civico si profila la disfatta. La sfida testa a testa nel collegio uninominale di Napoli-Fuorigrotta con Sergio Costa e Mariarosaria Rossi è all’ultima scheda, Mara Carfagna è quarta e Di Maio secondo. È lui che ha tutto da perdere, o ha già perso tutto. Con la scissione del M5S voleva salvare il governo Draghi, ma il senno di poi dice che ha contribuito ad affossarlo. Sognava di rendere «irrilevante» Conte e invece, portandogli via mezzo partito, ha fatto la sua parte per resuscitarlo. E adesso, in tandem con Tabacci, rischia di restare fuori dal Parlamento.