22 Novembre 2024

ESTERI

Fonte: La Stampa

Corriere.it
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Minacce ai paesi della coalizione: «Stop ai bombardamenti o pagherete prezzo più alto»
Gli Usa e gli alleati bombardano il più grande impianto di gas in mano ai jihadisti

Al Qaeda minaccia: la guerra arriverà anche in Occidente. In un messaggio audio postato su internet il capo del Fronte al Nusra, gruppo siriano affiliato alla rete terroristica, ha avvertito i popoli occidentali che continuare i bombardamenti contro i jihadisti in Siria «porterà la guerra» nei loro Paesi. «I vostri dirigenti non saranno i soli a pagare il prezzo della guerra – ha detto il numero uno di al Nusra, Abu Nohammad al-Julani, rivolgendosi ai cittadini dei Paesi occidentali – voi pagherete il prezzo più alto».Intanto le forze della coalizione guidate dagli Stati Uniti hanno bombardato, nella serata di domenica, il principale complesso di gas in mano all’Isis, Coneco, il più grande della Siria. Lo ha annunciato l’Osservatorio per i diritti umani in Siria, Ong con base a Londra.

«La battaglia arriverà nelle vostre case»

Il leader dell’organizzazione terroristica parla per la prima volta da quando sono iniziati i raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti sulla Siria, per colpire le postazioni dei jihadisti dello Stato islamico. Al-Julani spiega: visto che gli attacchi sono comandati «da lontano, ciò porterà la battaglia nelle vostre case». Poi si rivolge direttamente ai «popoli dell’America e dell’Europa» e chiede: «Cosa guadagnate dalla vostra guerra contro i musulmani e i jihadisti se solo tragedie e dolore si sono abbattuti sui vostri Paesi e sui vostri figli?».

«Rappresaglie in tutto il mondo»

Il messaggio audio del capo di al-Nusra arriva all’indomani della diffusione di un video nel quale a parlare era il portavoce del gruppo che minacciava rappresaglie «nel mondo intero» per colpire i Paesi della coalizione. Nel filmato le operazioni militari in Siria e Iraq contro i jihadisti venivano definite «guerra all’islam» portata avanti dall’«asse del male» guidata dal «Paese dei cowboys».

Obama ammette: «Abbiamo sottovalutato Isis»

Barack Obama nel frattempo ha ammesso che l’intelligence Usa ha «sottostimato» i progressi di Isis in Siria, diventata «l’epicentro per i jihadisti di tutto il mondo». Al tempo stesso, ha spiegato ancora il presidente americano in un’intervista, è stata «sovrastimata» la capacità dell’Iraq di combattere gli estremisti islamici. Obama ha poi aggiunto che la forza militare è necessaria per arginare l’Isis e «metterlo all’angolo», ma allo stesso tempo è necessaria una soluzione politica.

In Iraq si combatte vicino a Bagdad

E in Iraq la battaglia è arrivata alle porte di Bagdad. Le forze irachene hanno respinto un attacco dell’Isis a 40 chilometri dalla capitale in una battaglia durata cinque ore, con le tribù sunnite che hanno aiutato le forze filo-governative irachene ad arginare l’avanzata dei jihadisti.

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