Le foto con Nasrallah e il generale Soleimani. Al suo posto alla guida della Radwan va Akil: su di lui una taglia degli Stati Uniti da 7 milioni
Nell’arco di poche settimane lo Stato ebraico ha liquidato il generale dei pasdaran, Sayed Moussawi, a Damasco e l’esponente di Hamas Saleh al Arouri, in esilio a Beirut. Seguiti, sorvegliati e colpiti: una dimostrazione di intelligence accurata ma anche della volontà di insistere con una pressione costante. Israele si vendica, toglie di mezzo ufficiali chiave, svolge azioni preventive senza preoccuparsi delle conseguenze future.
Conta il pericolo immediato e nelle analisi della Difesa la Radwan lo è. Originariamente nota come «forza di intervento», ha poi assunto la nuova denominazione in onore di Mughniyeh, che si faceva chiamare Hajj Radwan. È composta da circa tremila miliziani, addestrati da consiglieri iraniani, i pasdaran della Saberin, ed è poi suddivisa in formazioni miste. Può agire con numeri consistenti oppure attraverso nuclei di 7-10 elementi, con l’appoggio logistico in una serie di villaggi nella parte meridionale del Libano.
L’armamento è calibrato sul tipo di missione che deve svolgere: fucili d’assalto, lanciagranate, droni, moto, quad, fuoristrada e sistemi anticarro, buona tecnologia. Il movimento le mette a disposizione il meglio e la sostiene con un ottimo servizio di spionaggio, in grado di captare comunicazioni, raccogliere informazioni in territorio israeliano, reclutare talpe. La sezione genieri si è occupata della costruzione di tunnel, bunker, depositi nell’area sud, rifugi dove sono stoccati materiale bellico e rifornimenti in modo che le diverse componenti della «brigata», non importa se grandi o piccole, possano agire in modo autonomo nel caso di un’invasione
Diversi plotoni e lo stesso al Tawil sono stati mandati in Siria ad assistere il regime di Assad nella guerra ai ribelli, spesso in coordinamento con la Divisione Qods dei guardiani iraniani. Un riconoscimento delle loro capacità. In questi anni i combattenti hanno seguito corsi finalizzati a tre tipi d’operazioni. La prima: tiri contro le postazioni di Israele dall’altra parte della frontiera, per danneggiare installazioni, punti d’osservazione, antenne. La seconda: infiltrazioni attraverso la barriera con tattiche mordi-e-fuggi con le quali prendere prigionieri. Risultato già raggiunto in passato e, secondo un’indiscrezione, al Tawil ha coordinato l’incursione del 2006 che portò alla cattura di due militari.
La terza: attacco ai kibbutz, occupazione del sito, resistenza ad oltranza usando gli ostaggi come scudi; ciò che ha fatto Hamas il 7 ottobre. Infatti, lo Stato Maggiore di Israele avrebbe prestato minore attenzione a quanto stavano preparando i mujaheddin a Gaza ritenendo che la sfida più concreta fosse quella incarnata dalla Radwan e, probabilmente, da un paio di unità simili. Per questo il governo Netanyahu, nei contatti diplomatici, ha più volte chiesto il suo ritiro oltre la linea del fiume Litani. L’unità non finisce certo con al Tawil. La dirige Ibrahim Akil, un veterano che è nei ranghi dell’Hezbollah dagli anni ’80, esperto di guerriglia e «lavori» clandestini. Un personaggio che «interessa» anche agli americani: Washington ha offerto in aprile una taglia da 7 milioni di dollari.