19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

Chigi - consiglio ministri

Brunetta: «Ipotesi assurda». Il M5S: «Non si azzardino a usare il pretesto del terremoto»

La data del referendum riaccende la polemica sul referendum. A scatenare le reazioni è una frase del ministro dell’Interno Angelino Alfano pronunciata in un’intervista a Rtl. «Noi non abbiamo chiesto nessun rinvio della data elettorale» del referendum costituzionale del 4 dicembre, «ma qualora una parte dell’opposizione fosse disponibile a valutare una ipotesi di questo genere, io sono convinto che sarebbe un gesto da prendere in altissima considerazione».
Apriti cielo. A stretto giro arrivano le repliche di Brunetta (Forza Italia): «Un’ipotesi assurda» e dei Cinque Stelle «Non si azzardino a usare il pretesto del terremoto per rinviare il voto». E anche Palazzo Chigi interviene per prendere le distanze e smentire «categoricamente» la possibilità di un rinvio. Poco dopo è il premier Matteo Renzi a chiudere il discorso: «L’ipotesi dello spostamento. non esiste, punto». E ha aggiunto «del resto Alfano mi sembra che l’abbia messa in tono dubitativo». Nel suo intervento in radio il ministro aveva argomentato la sua apertura spiegando che «la cultura di governo e la posizione politica di un movimento come Forza Italia che sta nel Partito Popolare Europeo e che è guidato da qualcuno che ha dovuto subire anche dei terremoti durante la propria gestione del Paese, mi riferisco a Berlusconi e L’Aquila, conosca bene quanto diventi indispensabile recarsi sui luoghi del sisma, e quanto anche dal punto di vista dello spirito pubblico diventi difficile una campagna elettorale che separa un Paese che invece ha bisogno di essere unito».

Brunetta: “Ipotesi assurda”
La replica di Forza Italia arriva poco dopo: «In merito all’assurda ipotesi su un fantomatico rinvio del referendum confermativo, già fissato per il prossimo 4 dicembre – ipotesi che questa mattina il ministro Alfano ha subdolamente cavalcato, gettando la palla nel campo delle opposizioni – la posizione di Forza Italia è chiara e cristallina: rinviare la consultazione costituzionale sarebbe da folli e irresponsabili. Non siamo disponibili a prendere in considerazione ipotesi che vanno annoverate sotto la voce fantapolitica» spiega Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia. «Il Paese – prosegue – a causa di Renzi e dei suoi cari, è bloccato da più di 30 mesi da questa schiforma, e adesso qualcuno pensa di allungare ulteriormente il brodo in modo opportunistico sfruttando una tragedia come quella del terremoto? Davvero insopportabile. Il popolo sovrano ha il diritto di esprimersi in merito ad una cattiva riforma della Costituzione portata avanti a colpi di maggioranza e a colpi di violenze nei confronti del Parlamento. Basta inquinare la nostra democrazia con voci e ipotesi inaccettabili e impercorribili. Si vada a votare il 4 dicembre e parallelamente si mettano in atto tutte le misure necessarie per far fronte all’emergenza terremoto. Magari, e qui ci rivolgiamo al presidente Renzi, coinvolgendo le opposizioni e convocando a Palazzo Chigi il Tavolo di coesione nazionale. Fare presto e bene per il sisma, ma il referendum è un’altra partita che con la devastazione che ha colpito il centro Italia nulla ha a che fare».

Il M5S: “Non si azzardino a usare il terremoto per il rinvio”
«Non si azzardino a strumentalizzare le vittime del sisma per i loro loschi fini politici e ad usarli come scusa per rimandare una votazione che vede Renzi perdente». L’altolà al governo viene dai parlamentari M5S della Commissione Affari Costituzionali di Camera e Senato che in una nota diffidano l’esecutivo a paventare l’ipotesi di far slittare il referendum costituzionale del 4 dicembre. «I sondaggi – attaccano i pentastellati – iniziano ad andare male per Renzi. Così il referendum prima previsto per ottobre, poi slittato a dicembre, adesso lo vogliono far slittare, addirittura, in primavera. In avanscoperta viene lanciato il democristiano Castagnetti, papà politico di Delrio, che lancia per primo l’idea». Per i cinquestelle «Lo scopo è chiaro: fino a che i cittadini non si piegano al Sì voluto da Renzi, Jp Morgan ed i poteri forti, il voto democratico va rinviato. Evidentemente i sondaggi, che danno avanti il no, fanno paura al governo. Gli italiani, infatti, a quali la riforma toglie il diritto di voto per l’elezione del Senato, sono sempre più convinti dell’impianto totalmente fallimentare di questa riforma e di come le priorità del Paese siano il reddito di cittadinanza, la lotta alla corruzione, gli aiuti alle piccole – medie imprese». «Il governo piuttosto tenga ferma la data del referendum e si concentri a garantire alle vittime del terremoto il loro pieno diritto di essere cittadini, attraverso il ripristino di case, scuole e presidi sanitari» concludono.

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