Fonte: Corriere della Sera
di Daniele Manca
Per le aziende pubbliche sono giorni di rinnovi al vertice. Il ministro Tria cerca di tenere il punto, ma qual è la strategia dell’esecutivo? Controllare tutto, e basta?
Non sono giorni da ricordare questi per le società pubbliche. Si sta procedendo al rinnovo dei consigli di amministrazione e dei vertici di aziende come la Rai e di colossi come la Cassa depositi e prestiti. Fortunatamente un ministro come Giovanni Tria caparbiamente tenta di tenere il punto almeno sulla preparazione ed esperienza dei vari candidati alla gestione. Su aziende come la Rai ci sarebbe tanto da discutere sul suo futuro e sulla sua azione: il fatto di essere servizio pubblico, il ruolo nel fare informazione. Esemplare in questo senso l’inchiesta di Milena Gabanelli, pubblicata dal «Corriere della Sera» lo scorso 16 luglio. Per non parlare della sfida posta da nuovi modelli di business come quello lanciato da Netflix. Una buona governance vorrebbe che si procedesse alla nomina di consiglieri sulla base di una strategia.
Sostenibilità economica e collettività
Ma c’è una strategia per le aziende pubbliche? Il timore è che l’unica sia quella del «controllo». Come per l’Alitalia. Non è importante che cosa e chi possa garantire il futuro a un’azienda che, ormai è persino stucchevole ripetere, di risorse pubbliche ne ha dilapidate parecchie. Quanti tentativi di rilancio siano stati messi in atto. Quello che appare importante, come si è sentito dire in questi giorni, è che il 51% rimanga in mani pubbliche. Parlare di governo societario in questi casi appare privo di senso. I vertici che si apprestano a prendere il controllo per conto terzi (che poi dovremmo essere noi cittadini) avranno una minima idea di come garantire la sostenibilità di queste aziende? Sostenibilità economica innanzitutto e sostenibilità per il Paese e la collettività in senso più ampio? Saranno in grado di proporre dei piani industriali e se sì con quali orizzonti temporali? Quali gli obiettivi e attraverso quali passi? Troppe domande per i partiti, alcuni di essi anche nuovi, la cui logica appare quella di sempre, basata su due principi: spartizione e controllo. Con l’unico argine in via XX Settembre.