20 Settembre 2024

Fonte: Huffington Post

di Gabriella Cerami

La maggioranza viene battuta sul ddl anti-corruzione Passa l’emendamento salvaladri del massone Vitiello. I leghisti sono i primi indiziati. Salvini sminuisce ma M5s: “Così non si va avanti”

Prima gelidi, poi sembra stiano per esplodere. Lo si vede sui loro volti. Ai deputati leghisti sembra esca il fumo dalle orecchie mentre in Aula si vota il disegno di legge anti-corruzione, che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio, norma voluta dal Movimento 5 Stelle e osteggiata dal Carroccio. In una escalation di tensione alla fine il governo viene battuto su un emendamento ribattezzato “salva ladri”, perde il controllo a pochissime ore dal D-Day, dal giorno del giudizio (negativo) di Bruxelles alla manovra, e nel giorno in cui lo spread chiude a 326.
I vertici M5s prima tacciono. Poi si trasformano in una furia: “Senza il ddl anticorruzione così com’è si torna a casa”. Il capogruppo D’Uva lo considera “un fatto gravissimo”. Matteo Salvini attende mezz’ora esatta e poi è costretto a rimediare, almeno formalmente, al fattaccio: “Il voto è assolutamente sbagliato. La posizione della Lega – dice – la stabilisce il segretario”. Poi aggiunge: “Non ho tempo di cercare i colpevoli. Lo approveremo, è solo un incidente di percorso”. A Palazzo Chigi il premier Conte vede Di Maio, Salvini e a loro si aggiunge il capogruppo leghista Molinari.
Però ormai il travaso dei voti è compiuto. Eppure la leghista Barbara Saltamartini a metà pomeriggio avvisa il ministro Alfonso Bonafede del pericolo, che davanti a sé si ritrovava deputati leghisti come sfingi mentre lui parlava. Non ne possono più quando il relatore M5s Francesco Forciniti termina il suo intervento durante il quale elenca “la lunga sfilza di leggi ad personam che ha contraddistinto il periodo Berlusconi”. Peccato che di quei governi facesse parte anche il Carroccio e che la Lega sia alleata, fuori dal Parlamento, con Forza Italia. Due deputati verdi protestano davanti ai banchi del governo come se facessero parte dell’opposizione. Poi, complici tantissime assenze strategiche tra i banchi leghisti e con ogni probabilità diversi voti a favore da parte del Carroccio, passa l’emendamento, a scrutinio segreto, sul peculato: stesso tema su cui la scorsa settimana la maggioranza si era divisa in commissione.
Ironia della sorte a fare lo sgambetto al Movimento 5 Stelle è stata una proposta di modifica a firma di Catello Vitiello, eletto con loro a Castellammare di Stabia ma finito nel gruppo Misto dopo essere stato espulso dai grillini in quanto massone. Adesso la mimica facciale si ribalta. I pentastellati rimangono di sasso, con gli occhi puntati a terra e senza parlare con nessuno lasciano l’Aula. La Lega si lascia andare a sorrisi liberatori, corre in buvette a bere un prosecco. In fondo è l’ora dell’aperitivo. Igor Iezzi, il deputato leghista che ha seguito l’intero provvedimento, prima dà la colpa alla fronda M5s e poi se la ride. Si rivolge ai suoi colleghi: “Ragazzi, ma non vi ho detto di fingere almeno un po’ di tristezza?”. Se si tratti o meno solo di ironia non è dato saperlo, anche perché il voto si è svolto a scrutinio segreto.
Sta di fatto che la maggioranza è in tilt. Con 284 voti a favore e 239 contrari è stato battuto. Numeri enormi se si pensa che M5s e Lega da soli possono contare su 220 deputati i primi e 125 i secondi, per un totale di 346. Nelle file della Lega mancano 34 deputati, in quelle M5s 36. Dunque i parlamentari di maggioranza presenti sono 275, di cui 36 hanno votato con le opposizioni. Come avviene sempre in questi casi la colpa passa da un gruppo all’altro. Il leghista Iezzi butta la colpa sui deputati M5s che fanno riferimento a Fico: “Sono stati loro perché vogliono la scusa per non approvare il decreto sicurezza”. Il Movimento dà la colpa ai leghisti “che non vogliono modificare il decreto sicurezza e temono i 5 emendamenti sul tavolo della commissione”.
Ecco che le due storie si intrecciano. I tavoli per tutto il giorno sono due. Sono diversi ma connessi. Su uno, quello della commissione Affari costituzionali, ci sono cinque proposte di modifica presentate dagli M5s al decreto legge sicurezza, tanto caro a Salvini andato su tutte le furie: “O viene approvato così o salta tutto”. L’altro invece si gioca nell’Aula della Camera dove si vota appunto il provvedimento sullo stop alla prescrizione. Le avvisaglie c’erano tutte. Per dirla con le parole di un esponente di governo in quota pentastellata: “La Lega non deve fare scherzi altrimenti in commissione facciamo approvare i nostri emendamenti al decreto sull’immigrazione”. Emendamento presentati a firma M5s per far stare buoni i dissidenti e per agitarli come spauracchio nei confronti della Lega. Che alla fine però lo “scherzo” lo ha fatto davvero. E i dispetti di assenze e voti risicati si sono trasformati nel primo passo falso in Aula nel momento in cui il governo è sotto osservazione più che mai.

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