19 Settembre 2024

Al di là dell’impatto della guerra russo-ucraina, il ritardo economico in Ucraina e Moldavia si tocca con mano.Le trattative, se confermate, dureranno presumibilmente anni, sia per la complessità del negoziato

Entro la fine dell’anno i Ventisette dovrebbero decidere se aprire nuovi negoziati di adesione all’Unione europea, in particolare con l’Ucraina e la Moldavia. Nuovi segnali, possibilmente positivi, potrebbero giungere dal vertice della “Comunità politica europea” (Cpe) che ol 1° giugno a Chișinău riunirà quasi 50 capi di Stato e di governo provenienti dai Paesi membri e dai Paesi vicini. Ciò non significa che le trattative saranno facili: l’arrivo dell’Ucraina imporrà sacrifici notevoli a molti Paesi, soprattutto dell’Est.
«Oggi lo scenario più probabile è che i Ventisette si accordino in dicembre per aprire i negoziati con Kiev e Chișinău – spiega Michael Emerson, un ricercatore del Center for European Policy Studies (CEPS) a Bruxelles -. La guerra russa in Ucraina induce a offrire loro prospettive comunitarie, mettendo da parte i dubbi di coloro che temono di aprire le porte dell’Unione europea a Paesi instabili, col rischio di ripetere l’esperienza avuta con la Polonia o l’Ungheria. Certo, non mancano le incertezze da qui a fine anno».

Ritardo tangibile
Al di là dell’impatto della guerra russo-ucraina, il ritardo economico in Ucraina e Moldavia si tocca con mano. Secondo un recente rapporto della Commissione europea, nel 2021 il prodotto interno lordo pro capite dell’Ucraina era inferiore di quasi il 30% alla media europea. Nell’economia locale il peso dell’agricoltura rimane elevato: pari al 12% del valore aggiunto, rispetto a una media comunitaria dell’1,3%. Le 3.500 aziende pubbliche del Paese danno lavoro al 18% degli occupati.
Le condizioni strutturali della Moldavia non sono migliori (il 30 maggio i Ventisette hanno raddoppiato gli aiuti concessi al Paese, portandoli a 295 milioni di euro). «L’economia moldava – scrive Bruxelles – è assai meno diversificata di quella europea e dipende ancora molto dal settore agricolo» (pari al 9% del prodotto interno lordo nel 2022, a cui bisogna aggiungere una quota di attività informale dell’11%). La mano pubblica controlla attivi pari a oltre un quarto (il 26,5%) dell’economia nazionale.

Varsavia partner difficile
Oggi i Paesi dell’Est, in prima linea la Polonia, insistono perché i Ventisette concedano rapidamente l’apertura dei negoziati di adesione all’Ucraina e alla Moldavia. Considerano l’allargamento dell’Unione una occasione economica per le loro imprese e un messaggio politico da inviare a Mosca. Pesa anche la Storia: l’Ucraina e la Polonia, con la Lituania, furono unite in uno stesso paese tra il 1569 e il 1772. Eppure, c’è da prevedere che Varsavia sarà tra i partner più difficili quando il negoziato entrerà nel vivo.
Nota un diplomatico brussellese: «Anche in occasione dell’allargamento alla Croazia, la Slovenia insistette per l’ingresso rapido di Zagabria. I legami storici tra i due Paesi nati dalla disintegrazione della Jugoslavia erano evidenti. Tuttavia, una volta aperte le trattative, Lubiana si rivelò essere il governo più ostico nel dare il via libera definitivo alla Croazia», che aderì nel 2013, sei anni dopo la Slovenia. Tra le questioni da risolvere ci furono anche quelle frontaliere.

Ripercussioni sul bilancio comunitario
Secondo le informazioni aneddotiche raccolte a Bruxelles, molti Paesi membri si aspettano che l’eventuale ingresso dell’Ucraina, un Paese di 40 milioni di abitanti, scombussolerà gli equilibri del bilancio comunitario. Oggi i pagatori netti sono una decina su 27. In base alla situazione attuale, i primi calcoli in alcuni ministeri delle Finanze lasciano intendere che il numero dei pagatori netti potrebbe salire sensibilmente. Lo sguardo corre alle gigantesche necessità ucraine in fondi agricoli e strutturali.
Un primo segnale di preoccupazione tra i Paesi dell’Est, grandi beneficiari del denaro comunitario, è giunto di recente. Gli agricoltori polacchi hanno ottenuto generosi aiuti europei pur di compensare il forte calo dei prezzi provocato dall’arrivo in massa di grano ucraino sul mercato nazionale (si veda Il Sole 24 Ore del 12 maggio).
D’altra parte, è comprensibile che i Paesi membri confinanti con i Paesi candidati considerino questi ultimi una opportunità, ma anche una minaccia.
Negli ultimi mesi, gli sforzi dell’Ucraina, e in parte anche della Moldavia, per convincere i Ventisette a concedere l’apertura dei negoziati sono stati chiari; e chiari sono stati i segnali positivi lanciati da molti Paesi membri. Il conflitto russo-ucraino ha smussato, per così dire, la tradizionale ritrosia di molti.

Le Borse oggi, 1 giugno 2023
Piazza affari ha chiuso la giornata di scambi in sostanziale rialzo. L’indice FTSE Mib ha registrato una variazione di +2,01% a 26575.69 punti. L’indice FTSE All Share è in forte crescita del 1,89% a 28661.57…
e trattative, se confermate, dureranno presumibilmente anni, sia per la complessità del negoziato, sia perché alcuni Paesi freneranno nei fatti una adesione di cui, in cuor loro, non sono pienamente convinti.

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