19 Settembre 2024

Nel Madagascar, il 97,8% degli abitanti non rientra tra coloro che possono avere una dieta sana; in Nigeria il 93,5%, nel Niger il 92%, nel Mozambico il 92,5%, nel Congo il 91,5%, nella Repubblica Centrafricana il 94,6%. Questi tre miliardi di persone sono malnutrite (a diversi gradi), soffrono di «fame nascosta» e naturalmente hanno anche difficoltà a sviluppare una vita pienamente attiva

C’è la povertà assoluta, c’è la fame, c’è la cattiva nutrizione. Si sa che gli assolutamente poveri del mondo (coloro che vivono con meno di 2,15 dollari al giorno, livello posto dalla Banca Mondiale) sono diminuiti drasticamente dal 1990, quando erano 1,9 miliardi; a fine 2020 (primo anno di Covid) erano scesi a 719 milioni. La previsione è che il numero cali a 600 milioni nel 2030. Quando si analizza l’alimentazione, c’è però una parte di popolazione che non riesce nemmeno a permettersi di raggiungere il livello di calorie quotidiane necessarie. Uno studio realizzato dalla Fao e pubblicato da Ourworldindata.org ha calcolato che una dieta con calorie sufficienti sostanzialmente a stare in piedi costa in media mondiale 0,83 dollari al giorno. E ha stabilito che questo costo è abbordabile se non supera il 52% del reddito dell’individuo. Il risultato è che – dati al 2017 – 381 milioni di persone non raggiungevano quel livello, che cioè di fatto non potevano cibarsi con sufficienti calorie.
Se però si è più ambiziosi e si passa a considerare una dieta sana – che oltre alle calorie apporti proteine, grassi essenziali e micronutrienti – il costo medio minimo globale sale a 3,54 dollari al giorno. Sempre considerano che la quota che rende abbordabile l’alimentazione è il 52% del reddito, risulta che tre miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana. In Italia, è l’1,5% degli abitanti, negli Stati Uniti l’1,2%, in Germania e in Francia lo 0,2%, in Cina il 10,9%, in India il 74,1%. È nell’Africa subsahariana che la situazione è drammatica, però. Nel Madagascar, il 97,8% degli abitanti non rientra tra coloro che possono avere una dieta sana; in Nigeria il 93,5%, nel Niger il 92%, nel Mozambico il 92,5%, nel Congo il 91,5%, nella Repubblica Centrafricana il 94,6%. Questi tre miliardi di persone sono malnutrite (a diversi gradi), soffrono di «fame nascosta» e naturalmente hanno anche difficoltà a sviluppare una vita pienamente attiva. È un vincolo straordinario alla loro partecipazione all’economia dei Paesi ed è una delle ragioni, non l’unica, della bassa produttività e dell’insufficiente creazione di ricchezza in molti Paesi, in particolare in Africa. La distribuzione attenta di micronutrienti alle popolazioni che li necessitano è probabilmente uno degli utilizzi più efficienti degli aiuti internazionali.

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