Avevano costituito una struttura operativa militare denominata «Gruppo di Risposta Rapida – Brigate Tulkarem». Sono accusati anche di proselitismo e propaganda
Nell’ordinanza firmata dal gip Marco Billi si legge che i tre arrestati, già componenti delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa radicate in territorio israelopalestinese e in Cisgiordania, avevano costituito e finanziato una struttura operativa militare chiamata ‘Gruppo di risposta rapida – Brigate Tulkarem’, articolazione dei Martiri di Al-Aqsa che operava anche dall’Aquila, dove risiedevano i tre. Dalle intercettazioni sembra che Yaeesh – arrestato il 29 gennaio scorso in seguito di una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità israeliane e detenuto nel carcere di Terni – fosse il capo del gruppo. Oltre a concordare gli obiettivi e le modalità operative degli attentati, i palestinesi definivano anche i dettagli relativi alle rivendicazioni, anche mediante la preparazione di video e comunicati. Nei video di propaganda figuravano miliziani armati intenti in attività di addestramento militare e all’uso delle armi di giovani reclute e bambini. Per quanto riguarda l’attentato in Cisgiordania, in una conversazione di Yaeesh con un altro palestinese, si progetta che l’azione debba essere filmata tramite telecamere installate sui fucili di precisione e sui berretti: “…Come l’ultima volta però, questa volta ad Avnei c’è molta gente…”, “…Ho messo in testa di fare a loro uno scherzo per quanto riguarda quello che sta succedendo a Gerusalemme, con la vergogna che abbiamo subìto nel campo…”; ed ancora: “Prepara qualcosa di forte per Avnei…”, “…Magari, o una macchina sulla strada come Hamzi…”; ed ancora: “…va bene, ti manderò il prezzo per il pacco dell’amore e me lo devi procurare domani appena arrivano i soldi…”; “…la settimana prossima ti arriveranno delle telecamere da installare sul fucile e sui berretti, più giubbotti di protezione…”; “…Arriveranno la settimana prossima, cosi ogni combattimento, ogni colpo viene filmato…”.
Addestravano anche i bambini
Venivano svolte anche “attività finalizzate alla creazione di video di propaganda in cui figurano miliziani armati intenti in attività di addestramento militare e all’uso delle armi di giovani reclute e bambini, corredato da canti e musica nashid di adesione ideologica e identità combattente”. E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip dell’Aquila con la quale si dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di tre palestinesi arrestati dalla polizia nell’ambito dell’indagine anti-terrorismo. In particolare nell’ordinanza si fa riferimento a una conversazione tra due degli indagati.
Nel profilo Fb di uno degli arrestati, la foto di quattro uccisi a Tulkarem
Dal profilo Facebook di uno degli arrestati è emerso anche un post con la foto di quattro persone che il 6 novembre 2023 erano state uccise a Tulkarem in un conflitto a fuoco con l’esercito israeliano. E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip dell’Aquila. Dall’analisi del profilo di Anan Kamal Afif Yaeesh (uno degli indagati ndr) emergeva, poi, un post dallo stesso pubblicato, contenente due fotografie, emerge dall’ordinanza. Una fotografia «ritrae un miliziano, all’interno di una autovettura, armato di fucile mitragliatore e con in pugno una pistola, che indossa un cappello con una fascia gialla recante stemma ed iscrizione simbolo delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa». Un’altra istantanea invece ritrae «13 uomini, alcuni armati di mitra». Tra loro erano stati identificati quattro soggetti che, il 6 novembre 23, erano stati uccisi a Tulkarem in un conflitto a fuoco con l’esercito israeliano. Due dei tredici erano appartenenti alle ”Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi
«Soddisfazione per la cattura all’Aquila di tre pericolosi terroristi, operazione che conferma il continuo impegno e la grande capacità investigativa delle nostre forze dell’ordine». Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, commenta così l’operazione della polizia, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha consentito di assicurare alla giustizia alcuni cittadini palestinesi, membri di una cellula militare legata alle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, che pianificavano attentati, anche suicidari, verso obiettivi civili e militari anche contro uno Stato estero. «Alle forze di polizia e alla magistratura va il mio ringraziamento per questo importante risultato che testimonia la costante azione di monitoraggio e prevenzione realizzata sul fronte dell’estremismo e della radicalizzazione», conclude il titolare del Viminale.