Abbiamo bisogno di una democrazia viva. Una democrazia viva necessita che i suoi cittadini siano adeguatamente informati sulle differenti posizioni politiche in campo, e sull’azione dei governi e dei parlamenti. Che siano messi in grado di affrontare criticamente la situazione, di valutare le possibili soluzioni proposte, prima, durante e dopo la campagna elettorale.
Tanto più oggi che siamo immersi in una campagna elettorale così delicata perii futuro del Paese, che avviene in un momento in cui le democrazie europee sono ricattate e minacciate dal dittatore russo, con la guerra alle porte.
Dobbiamo tutti impegnarci di più per garantire la diffusione di una informazione libera e non distorta, premessa fondamentale per un dibattito pubblico libero e serio.
Dobbiamo essere coscienti che non tutti i cittadini si informano di politica. Un quarto non lo fa mai, secondo i dati dell’Istat del 2021. Durante le campagne elettorali il dato migliora ma non più di 3 o 4 punti percentuali. Come faranno a votare? E soprattutto voteranno? La metà della popolazione si informa con una certa continuità. Tutti i giorni o qualche volta a settimana I canali sono variegati, siamo sempre più policentrici. Dalla radio, ai canali televisivi, ai quotidiani, ad internet, ai social media.
Senza considerare tutti i canali informali, amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro. In passato i partiti svolgevano un ruolo fondamentale di prima informazione, oggi non più.
Di informazione ce n’è tanta, un “diluvio”, ma riusciamo realmente a farne tesoro per arrivare ad un’adeguata scelta politica al momento delle elezioni? E un interrogativo d’obbligo proprio oggi che il numero di indecisi continua ad essere molto alto. E difficile orientarsi. E il cittadino stesso deve porsi il problema di selezionare adeguatamente le fonti di cui fidarsi.
Ebbene i dati dell’Istat sorprenderanno molti. I cittadini e le cittadine del nostro Paese continuano a dipendere dalla tv quanto a informazione politica. L’89% di chi si informa, lo fa tramite la tv. E la televisione a dominare il mercato dell’informazione politica. Ma attenzione, l’ascolto di dibattiti politici in senso lato è in forte diminuzione ed è solo al 15%. Il che significa che alla tv sono molto i tg che veicolano l’informazione politica dei cittadini.
E non pensate che i social media, siano usati molto per informarsi di politica. In realtà sono fruiti solo dal 22% di chi si informa, anche se è proprio su questi che più opera la propaganda subliminale, tesa ad influenzare anche coloro che non hanno interesse esplicito perla politica.
I social media contano meno dei quotidiani che sono al 27%, meno della radio che è al 30%, più o meno come í parenti e gli amici.
Non ci sono differenze nell’uso del canale televisivo, il che significa che è dominante ovunque, al Nord come al Sud e per tutti. Anche peri giovani. Tra gli studenti i social network si pongono al terzo posto con i147%. Dopo i parenti che sono al 49%. Tra i lavoratori, la radio e i quotidiani sono utilizzati più dei social network e anche gli amici e i parenti.
Cambiamenti grandi sono avvenuti negli ultimi venti anni.
La radio come strumento di informazione politica ha mantenuto lo stesso livello di fruizione. Ma la sua stabilità è frutto di una crescita nell’utilizzo da parte degli adulti tra 45 e 64 anni e una forte diminuzione tra i giovani fino a 24 anni.
I quotidiani, che sono uno strumento più adeguato all’approfondimento e alla riflessione hanno invece perso molto terreno passando in venti anni dal 52,1% al 27,7%.
Pagano anche la crescita della disillusione nei confronti della politica.
L’uso dei social network come canale informativo dei fatti della politica è ovviamente ín crescita, ma ancora si colloca a livelli bassi.
C’è un altro elemento che va sottolineato. È l’utilizzo combinato di diversi canali di informazione. La televisione si appaia con tutti, ma è anche quella che maggiormente viene usata da sola.
Dati per una profonda riflessione. C’è da augurarsi che il sistema dell’informazione nel suo complesso comprenda la difficoltà del momento e riesca a garantire in queste due settimane di campagna elettorale una informazione sobria, paritaria. Una informazione che affronti i problemi concreti del Paese e dei cittadini, favorendo una partecipazione massiva al voto, quale l’eccezionale situazione critica del Paese richiede.
L’intervento dell’autrice è a carattere personale