Un sondaggio appena pubblicato indica che l’84,8% dei taiwanesi è contrario a trasferire negli Stati Uniti la tecnologia di Tsmc, il maggiore e più avanzato realizzatore di semiconduttori al mondo, con una quota di mercato globale ben superiore al 90% quando si parla dei chip più sofisticati
Taiwan ha guardato ossessivamente all’Ucraina sin dalle prime ore dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022. Temeva di essere la vittima successiva. E continua a guardare: ora, in più, con una certa trepidazione. Così come il presidente americano Trump chiede a Kiev di fare business mettendo in gioco le risorse naturali ucraine, lo stesso fa con l’isola dell’Estremo Oriente. In questo caso, non si discute di minerali ma di semiconduttori, in pratica una «materia prima» di altissima tecnologia per le industrie del mondo della quale Taiwan è di gran lunga il principale produttore. L’attuale Amministrazione di Washington non sembra avere intenzione di fare alcunché gratuitamente, anche di fronte alle minacciose Mosca e Pechino (quest’ultima considera Taiwan una provincia da annettere).
Il confronto tra democrazie e autocrazie, al centro della politica estera della presidenza Biden, è lontano dal cuore e dalla mente di Donald Trump. Un sondaggio appena pubblicato indica che l’84,8% dei taiwanesi è contrario a trasferire negli Stati Uniti la tecnologia di Tsmc, il maggiore e più avanzato realizzatore di semiconduttori al mondo, con una quota di mercato globale ben superiore al 90% quando si parla dei chip più sofisticati. Perché un sondaggio del genere? Perché il ministro dell’Economia di Taipei, Kuo Jyh-huei, ha confermato che sono in corso trattative con Washington a partire dalla minaccia della Casa Bianca di imporre dazi del 100% sui semiconduttori di Taiwan. È sottinteso che Trump voglia negli Stati Uniti parte della produzione, e tra questa quella più avanzata. Washington starebbe tra l’altro facendo pressioni affinché Tsmc investa in Intel, il gruppo tecnologico americano oggi in crisi. Nello stesso sondaggio, l’83,8% dei taiwanesi dice di considerare Tsmc una «montagna sacra» del Paese. Allo stato dei fatti, non è chiaro se Trump punti ad avere la tecnologia taiwanese in cambio di garanzie sulla sicurezza dell’isola. Non si sa nemmeno se sia interessato a dare queste garanzie, senza le quali Taiwan sarebbe in balia di Pechino. Questa situazione gioca a favore degli argomenti avanzati da tempo dalla propaganda della Cina, cioè che al momento buono gli Stati Uniti abbandoneranno l’isola al suo destino. Soprattutto se non avranno più bisogno dei suoi semiconduttori. Affari o politica.