19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

grecia

Ue, Bce e Fmi tracciano un quadro disperato della crisi ellenica. Sotto accusa i ritardi sulle riforme e le misure sulle pensioni

Avete due settimane di liquidità»: dopo tante chiacchiere, ipotesi, indiscrezioni e smentite, il quartetto di creditori della Grecia ha gelato l’Eurogruppo. Gli emissari di Fmi, Ue, Bce e fondo salva Stati Esm, hanno introdotto la riunione dei diciannove ministri delle Finanze dell’euro, tracciando un quadro disperante del negoziato con Atene, secondo una fonte presente all’incontro.

Finora, hanno proseguito, stringendosi nelle spalle, sul fronte delle riforme e degli aggiustamenti fiscali «abbiamo visto molto poco». Dunque, hanno proseguito, rivolgendosi direttamente al ministro delle Finanze Varoufakis, «mentre le casse dello Stato si stanno velocemente svuotando, potete dirci cosa farete?». E lui ha offerto l’ennesima pièce da teatro dell’assurdo. Ha parlato d’altro, «ha ragionato di principi» riferisce la fonte. Di niente, in sostanza.

Il nodo delle pensioni

Al termine del suo intervento, un ministro ha chiesto di prendere la parola e ha definito «incredibile» l’intervento del responsabile greco delle Finanze. E più o meno quello è stato anche il tenore degli altri diciassette. Non si è entrati nel dettaglio delle misure, dei punti di frizione o delle convergenze. Solo sulle pensioni, un responsabile delle Finanze ha fatto notare che è assurdo che la Grecia voglia ripristinare la tredicesima che il suo Paese ha dovuto azzerare, ed è stato il «la» per altre considerazioni simili.

I colleghi di Varoufakis – e non solo quello finlandese, spagnolo o portoghese – hanno fatto notare che ogni volta che tornano nei loro Paesi devono convincere i Parlamenti e gli elettori ad accettare concessioni alla Grecia che essi stessi non possono garantire ai loro Paesi. Infine, uno ha sbottato che «adesso non ci basta più che presentiate cinque paginette di titoli, adesso vogliamo il programma completo, dovete fornirci centinaia di pagine con i dettagli delle riforme e degli aggiustamenti che mancano».

La chiusura totale

Se nei giorni scorsi era insomma circolata la voce che sarebbe stato sufficiente, pur di chiudere la partita, che Atene presentasse una manciata di riforme per ottenere uno sblocco parziale dei finanziamenti congelati da mesi, l’Eurogruppo di ieri sembra aver chiuso la porta a questa ipotesi. Come ha spiegato il presidente, Dijsselbloem, ora serve «una lista dettagliata delle riforme». Prima, Atene non vedrà un centesimo.

La misura, quindi, è colma. Non tanto – non ancora – nei confronti della Grecia, quanto del suo ministro delle Finanze. Le «convergenze» che Varoufakis ha rivendicato in conferenza stampa, al termine dell’Eurogruppo, «le ha viste solo lui», riferiscono una fonte comunitaria e una fonte governativa. «L’impressione generale è che non abbia più il mandato per trattare», sostengono. Varoufakis ha i giorni contati, scommettono. Anzi, sperano.

In effetti, la chiusura totale dell’Eurogruppo sorprende un po’, all’indomani del faccia a faccia tra il premier Tsipras e la cancelliera Merkel, a margine del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles, che non sembrava aver avuto un esito così catastrofico. Ma se i ministri volevano sollecitare il governo di Syriza a congedare il loro ministro delle Finanze, il messaggio è passato forte e chiaro.

Gli alleati di Schaeuble

In sostanza, Wolfgang Schaeuble, additato di continuo come il più acerrimo nemico di Varoufakis, ha ormai diciassette alleati di ferro, compatti nell’insofferenza acuta verso l’economista greco. Anzi, all’inizio il tedesco era anche su posizioni più morbide rispetto ad alcuni «falchi» dell’Eurozona come gli olandesi o i finlandesi, ma anche rispetto a governi che stanno faticosamente riemergendo dalla crisi, come quello spagnolo, e subiscono le pressioni interne di partiti che guardano con speranza a Tsipras. Da ieri è chiaro che l’Eurogruppo è compatto nel rifiuto di accettare anche un solo altro minuto i tentennamenti di Atene.

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