Con la proroga del bando le richieste avvicinano il plafond dei finanziamenti
Dopo le sofferenze degli ultimi mesi per gli asili nido arrivano le buone notizie. Con qualche fatica il bando del Pnrr da 2,4 miliardi per la creazione di nuova offerta è arrivato a raccogliere progetti comunali in grado di avvicinarsi all’esaurimento del plafond, come ha certificato una riunione della task force interministeriale sul tema che ha potuto tirare un sospiro di sollievo dopo il flop alla prima scadenza di fine febbraio.
Il via libera della conferenza Stato-Città ai decreti
E mercoledì 13 aprile in conferenza Stato-Città hanno ottenuto il via libera i decreti che distribuiscono fra i Comuni i primi 120 milioni del fondo creato con la legge di bilancio e i 30 milioni per il trasporto scolastico dei disabili. «È una prima e potente picconata al muro delle disuguaglianze», commenta la ministra per il Sud Mara Carfagna. «I risultati arrivano, basta crederci», esulta la viceministra all’Economia Laura Castelli che rivendica l’adozione dei fabbisogni standard come criterio guida per la distribuzione dei fondi. «Risorse importanti – chiosa il presidente dell’Anci Antonio Decaro -, ora si punti anche sulle aperture pomeridiane».
L’obiettivo
In effetti il cambio di passo su un servizio cruciale quanto dimenticato in larghe parti d’Italia è netto. Il bando del Pnrr e il fondo nato con l’ultima legge di bilancio convergono sull’obiettivo di raggiungere ovunque 33 posti disponibili ogni 100 bambini nella fascia 3-36 mesi. Sfida complicata in un Paese che in Emilia Romagna, culla culturale dei servizi all’infanzia, vede la frequenza di 25,5 bambini ogni 100 nei primi due anni di vita e che in Calabria sente sprofondare l’indicatore al 2,2%. Semplificando, Pnrr e legge di bilancio fanno due lavori diversi nella stessa direzione: il Pnrr alimenta gli investimenti per le nuove strutture, il fondo (120 milioni quest’anno, a salire fino agli 1,1 miliardi dal 2027) finanzia la spesa corrente necessaria a gestirle.
La gelata del primo censimento del Pnrr
Su questo impianto, che si concentra prima di tutto sulle aree più povere di asili, era arrivata la gelata del primo censimento del Pnrr, che a fine febbraio aveva raccolto progetti solo per 1,2 miliardi su 2,4 per la diserzione delle candidature meridionali. Di qui la scelta di dare un mese in più, e soprattutto di conteggiare anche le proposte dei poli scolastici dove ai nidi si affiancano i livelli superiori, che hanno permesso di avvicinarsi al tetto: ora ballano solo 70 milioni, di cui si discute la redistribuzione territoriale.
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A chi è rimasto più indietro guarda anche il sistema dei fabbisogni standard che disegna la geografia dei soldi della manovra. Con una clausola che concentra il finanziamento nei Comuni dove l’offerta è inferiore al 28,8%. Sono l’ampia maggioranza, come mostra l’elenco dei 4.959 enti beneficiari chiamati ad attivare quest’anno 15.639 posti aggiuntivi.