23 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Linda Laura Sabbadini

Nella quarta giornata dei Dialoghi al Festival dei Due Mondi di Spoleto si parla della Tunisia, e di come le donne hanno contribuito a renderla un esempio da imitare in molte zone del mondo arabo

Quarta giornata dei Dialoghi di Spoleto, nell’ambito del Festival dei Due Mondi, “le donne cambieranno il mondo”, coordinata da Paola Severini Melograni. Donne per le donne, in Tunisia, nel mondo. Ospiti Nicoletta Mantovani Pavarotti e Anna Querci. Nicoletta Mantovani si presenta con una maglietta rossa. Ci tiene a dirlo, ha risposto all’appello di don Ciotti. Si sofferma su quanto sia fondamentale per lei la finalizzazione del lavoro al miglioramento della vita delle donne e dei bambini. La musica è un veicolo potente in questo senso, fa superare le barriere, dice, crea ponti. In Bosnia ha costruito insieme a Pavarotti un centro di musicoterapia a Mostar, che riunisce bambini e ragazzi di etnie e di religioni diverse. In Guatemala ha aperto un centro per bambini indios nel rispetto profondo delle loro radici. Conosce bene la Tunisia e l’apprezza molto in quanto Paese democratico che fa paura all’ estremismo perchè può rappresentare un punto di riferimento per tutti i Paesi della zona. Non va isolata. Per questo da assessore a Firenze si è molto impegnata nella collaborazione culturale e artistica con la Tunisia.
Anna Querci , italo tunisina è Presidente della Società Italiana di Assistenza e svolge attività di volontariato per le persone bisognose, famiglie miste, madri sole tunisine, migranti. Sta nella tradizione italiana di insediamento in Tunisia questo tipo di attività fin dal 1900. Si impegna molto nella multiculturalità, mentre in passato ci si occupava solo di madri. Sottolinea il percorso delle donne tunisine cruciale per lo sviluppo della democrazia nel Paese. Il movimento delle donne esisteva già negli anni ’30, le donne della borghesia tunisina scolarizzate iniziarono le lotte per la parità giuridica proprio in quegli anni. Le donne ebree tunisine hanno svolto un ruolo importante insieme a cristiane e musulmane, con l’aiuto anche di Nadia Gallico Spano, militante comunista. E’ per questo che quando la Tunisia è arrivata all’indipendenza, Bourghiba ha adottato nel 1957 norme rivoluzionarie per il mondo arabo, le donne hanno contato. E così viene abrogata la poligamia, il ripudio,il matrimonio sotto i 17 anni, e introdotto il divorzio legale. Un balzo in avanti per le donne tunisine. Un balzo che continua anche successivamente nel 2014 con l’inserimento per legge del principio della parità tra uomini e donne e poi l’eliminazione del matrimonio riparatore in caso di stupro, la legge contro la violenza,e la possibilità per le donne di sposare un non musulmano.
I risultati raggiunti dalle donne sono visibili negli indicatori sociali come metto in evidenza nel mio intervento. Le donne tunisine hanno una speranza di vita elevata, pari a 78.2 anni. Il tasso di alfabetizzazione femminile ha raggiunto il 98% per le 15-24enni, quello della popolazione adulta è del 74%, indietro di 24 punti e ancora di più per le anziane. L’elevato tasso di alfabetizzazione delle giovani spiega il numero di nascite da adolescenti,il più basso di tutto il Magreb. Il numero di figli per donna è poco più di 2 simile alla Francia, anche questo il più basso tra i Paesi del Magreb e l’uso dei contraccettivi è il più alto della zona, coinvolge il 65%. Critico ancora l’inserimento nel mercato del lavoro. Lavorano il 22% delle giovani contro il 46% dei maschi. E la contraddizione è forte per le laureate, che sono più dei laureati , ma con più difficili sbocchi. Risultati sono stati raggiunti in Parlamento con il 34% di donne elette. Nelle ultime elezioni amministrative, le donne si sono aggiudicate il 47% dei posti. Il partito islamico è stato costretto a candidare una donna a sindaca di Tunisi a sottolineare quanto la pressione delle donne sia forte. Ha vinto, non porta il velo, veste all’occidentale. C’è ancora molta strada da fare. Per esempio, i figli maschi prendono il doppio dell’eredità delle figlie femmine e la violenza contro le donne è diffusa . Abbattere secoli di discriminazioni non è facile, ci vuole tempo, determinazione, motivazione e tanta pazienza. Le donne tunisine hanno imboccato la strada giusta. Se le altre donne del mondo arabo le seguissero, il futuro di tutta la popolazione dell’area sarebbe certamente più roseo.

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