Assange rischia di essere condannato negli Stati Uniti a 175 anni di carcere per 17 accuse di spionaggio
Julian Assange non sarà estradato negli Stati Uniti, dove le autorità lo vogliono processare per spionaggio e pirateria informatica. L’Alta Corte di Londra oggi ha accolto la richiesta del fondatore di Wikileaks concedendogli il diritto di ricorrere in appello.
La notizia è stata accolta con un lungo applauso dai legali e dai sostenitori di Assange, che ora avranno mesi di tempo per preparare la difesa in vista del nuovo appello. Era l’ultima chance: se i giudici avessero rifiutato la richiesta oggi, Assange avrebbe potuto essere imbarcato a forza su un aereo diretto verso gli Stati Uniti “entro 24 ore”, ha sottolineato la moglie, Stella Assange.
E’ l’ennesimo capitolo nella lunga e travagliata storia di Assange, dopo 13 anni di battaglie legali. In marzo l’Alta Corte aveva rinviato la decisione sull’estradizione negli Stati Uniti, dando tre settimane di tempo alle autorità Usa per dare “assicurazioni ulteriori” su come verrebbe trattato Assange se fosse incarcerato e processato negli Stati Uniti.
L’Alta Corte aveva chiesto in particolare garanzie che Assange, se ritenuto colpevole, non fosse condannato alla pena capitale, che non fosse penalizzato perchè non è cittadino americano ma australiano e che potesse appellarsi al primo emendamento della Costituzione Usa, che tutela la libertà di espressione.
I giudici evidentemente non hanno ricevuto le assicurazioni che avevano chiesto dalle autorità Usa e hanno deciso di concedergli il diritto di appello. La questione resta quindi nelle mani della giustizia britannica.
Sia il Governo conservatore che la Corte Suprema avevano già dato luce verde all’estradizione di Assange nel 2022, ma i giudici dell’Alta Corte vogliono dimostrare che stanno facendo tutto il possibile per evitare violazioni della libertà di espressione e dei diritti umani.
Il Governo americano chiede da anni l’estradizione di Assange, che intende processare per spionaggio e pirateria informatica. Wikileaks nel 2010 e 2011 aveva pubblicato centinaia di migliaia di documenti e video riservati relativi alle guerre in Afghanistan e in Iraq, oltre a comunicazioni segrete tra diplomatici Usa. Contro di lui ci sono 18 capi di imputazione, per ognuno dei quali potrebbe essere condannato a dieci anni di carcere.
I legali di Assange hanno sempre insistito che Wikileaks ha pubblicato i documenti nell’interesse pubblico per rivelare crimini di guerra e abusi dei diritti umani da parte di soldati e personale Usa che altrimenti sarebbero rimasti segreti. Come il video che dimostra che nel 2007 un elicottero militare Apache ha ucciso numerosi civili a Baghdad, tra cui due giornalisti dell’agenzia Reuters.
Il fondatore di Wikileaks è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra da cinque anni e le sue condizioni di salute sono precarie. Per sette anni si era rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per sfuggire all’estradizione. Nel 2019 però l’Ecuador gli aveva tolto lo status di rifugiato politico e Assange era stato arrestato dalla polizia britannica e trasferito a Belmarsh.