ECONOMIA
Fonte: La Stampa
Sbloccata la vertenza nell’incontro al ministero. Renzi: si apre uno spiraglio positivo
Per l’Ast di Terni «si sta aprendo positivamente uno spiraglio». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sintetizza così l’esito della riunione di oggi al ministero dello Sviluppo economico sul futuro dell’acciaieria. L’azienda infatti si è impegnata al pagamento degli stipendi di ottobre entro lunedì e a modificare il piano industriale con 100 milioni in più di investimenti e il mantenimento dei due forni. Aperture che hanno permesso il riaprirsi della trattativa: le parti infatti si risiederanno al tavolo lunedì prossimo anche se la strada per un accordo sembra ancora lunga, come dimostra la decisione dei lavoratori di continuare lo sciopero che da oltre due settimane blocca l’acciaieria di Terni.
Oggi azienda e sindacati hanno però trovato un’intesa per cui nei prossimi giorni il personale amministrativo sarà esentato dallo sciopero e 150 lavoratori entreranno per effettuare i pagamenti, mentre l’attività dell’azienda e le spedizioni rimarranno bloccate. Ast ha poi confermato ai sindacati le modifiche del piano industriale che il ministro Federica Guidi aveva anticipato la settimana scorsa: una produzione minima di un milione di tonnellate di acciaio fuso all’anno, con il conseguente mantenimento dei due forni, e, questa la novità di oggi, investimenti che salgono dai 100 milioni annunciati in precedenza a 200. Il ministero in una nota ha espresso «soddisfazione» per l’esito dell’incontro e parla di una «svolta» che ha portato allo sblocco della vertenza, con «l’azienda che ha accolto le indicazioni del Governo».
Gli operai, che anche oggi hanno manifestato sotto il ministero, hanno quindi tirato un sospiro di sollievo per gli stipendi ma alcuni non sono stati d’accordo con il rientro in azienda di parte dei lavoratori e il leader Fiom, Maurizio Landini, è dovuto intervenire per chiarire che «nessuno ha sospeso lo sciopero, continua finché non sarà fatto un accordo che modifica la situazione». Per Landini infatti «i problemi rimangono tutti: stipendi e licenziamenti, questa è la trattativa che dobbiamo fare». Il segretario nazionale Fim, Marco Bentivogli, riconosce «la volontà di cambiamento del piano» ma chiede di «verificare le novità dentro un negoziato vero che dia garanzie anche per l’indotto». «Cauto ottimismo» per il prosieguo della trattativa arriva invece dal segretario nazionale Uilm, Mario Ghini.