24 Novembre 2024

ESTERI

Fonte: La Repubblica

grecia

di Ettore Livini

Ancora un bilancio lacrime e sangue: sul piatto 2,5 miliardi di risparmi, soprattutto con i tagli alle pensioni, e 3,2 miliardi di entrate con le nuove tasse. Tsipras dovrà presto affrontare altri scogli, a cominciare da banche e privatizzazioni, mentre la maggioranza perde i pezzi

MILANO – La Grecia trova sotto l’albero di Natale un bel pacco pieno (tanto per cambiare) di austerità. Il Parlamento ha approvato nella notte con 153 voti su 300 la finanziaria 2016. L’ennesimo provvedimento lacrime e sangue imposto dalla Troika in cambio di 86 miliardi di nuovi prestiti. Le misure da applicare l’anno prossimo prevedono 2,5 miliardi di risparmi grazie alla riforma sulle pensioni e ad altre sforbiciate alla spesa pubblica e 3,2 miliardi di entrate grazie a nuove tasse. L’obiettivo è chiudere quest’anno con il Pil piatto (contro il calo del 2,3% previsto prima) e il 2016 con un conservativo – 0,7%. Il debito ellenico continuerà a crescere raggiungendo l’astronomica cifra del 187,8% del pil, mentre la disoccupazione resterà stabile al 25,4%. Sperando che dal 2017 in poi il tempo possa volgere verso il bello.
Le fatiche di Sisifo del governo Tsipras non sono però finite. Entro l’11 dicembre il Parlamento dovrà approvare le misure sulla sistemazione dei prestiti in sofferenza delle banche e la creazione del fondo per le privatizzazioni. Sbloccando così un’altra tanche di aiuti da un miliardo. La crisi dei rifugiati e il conflitto con il Daesh hanno invece convinto Ue, Bce e Fmi a non tirare troppo la corda sulla riforma delle pensioni, tema che sarà la vera prova del fuoco per la tenuta dell’esecutivo. Bruxelles ha detto sì al rinvio della sua presentazione in aula, slittata all’inizio dell’anno prossimo, regalando una boccata d’ossigeno a Capodanno al premier. Se Tsipras riuscirà a superare questo ostacolo, da febbraio si dovrebbe iniziare a parlare di riduzione del debito ellenico.
Il cammino però non sarà agevole. Il governo ha già perso per strada un paio di voti, causa i tradizionali mal di pancia della minoranza di Syriza. E altre defezioni potrebbero arrivare quando sul piatto ci saranno gli interventi previdenziali, un boccone amarissimo per la Grecia. La forza del Primo ministro in questo momento è però la debolezza dell’opposizione. Il centrodestra di Nea Demokratia è senza leader e quando un paio di settimane fa ha provato a fare le primarie per eleggerlo è incappato in una drammatica brutta figura: cancellando il voto all’ultimo minuto per i problemi informatici legati al conteggio delle schede. Ci riproverà il 20 dicembre, ma lo scivolone non ha certo aiutato l’immagine di un partito alla deriva. Tsipras, in previsione dei problemi di inizio 2016, ha chiesto a tutti i partiti di sedersi a un tavolo per lavorare assieme nell’interesse dell’unità nazionale. Con scarsi risutlati. Ma non è escluso che in futuro possa aprire la maggioranza a qualche altra formazione (Unione di Centro, Pasok o To Potami gli indiziati) per puntellare una maggioranza scricchiolante. Oggi infine sono previste la manifestazioni per ricordare l’assassinio da parte della polizia del quindicenne Alexandros Grigoropoulos nel 2008 a Exarchia. Atene è blindata da 5mila poliziotti e si temono incidenti.

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