Fonte: La Repubblica
di Fabio Tonacci e Piera Matteucci
L’uomo, 52 anni, aveva precedenti solo per crimini comuni. Morto uno dei due feriti più gravi, sale a 4 il numero delle vittime. Raid della polizia in sei zone del Paese: 8 arresti. “Preparavano attacco”. L’auto dell’attentato noleggiata a Birmingham, il “piccolo califfato” del terrorismo islamico. La donna romana rimasta ferita: “Viva per miracolo”
L’attentatore di Londra si chiama Khalid Masood, 52 anni, con precedenti penali ed era nato nel Kent il 25 dicembre del 1964. Lo ha fatto sapere Scotland Yard. La premier Theresa May intervenendo oggi alla Camera dei Comuni, non aveva fatto il nome dell’uomo che ieri sul ponte di Westminster ha ucciso tre persone prima di essere ucciso a sua volta. May ha detto che si trattava di un cittadino britannico “già conosciuto dai servizi segreti britannici, l’MI5. Era considerato però un elemento marginale”.
Gli ultimi aggiornamenti
E’ morto uno dei due feriti in condizioni disperate. Scotland Yard ha fatto sapere che si tratta di un uomo di 75 anni. Si è spento dopo che le macchine che lo tenevano in vita sono state staccate. Salgono così a quattro le vittime dell’attacco (cinque con l’attentatore), 35 i feriti. La polizia ha anche fatto sapere che le 8 persone arrestate nel corso di un’operazione di polizia stanotte tra Londra e Birmingham, stavano preparando un attentato.
Il giorno dopo
Londra si è svegliata in un clima di paura e allerta dopo l’attentato terroristico al Parlamento, messo in atto a un anno esatto dagli attacchi alla metropolitana e all’aeroporto di Bruxelles. Il gesto è stato rivendicato dallo Stato islamico, ha fatto sapere l’agenzia di stampa vicina al gruppo jihadista Amaq, attribuendolo a un “soldato del Califfato”.
Chi è l’attentatore
Secondo la polizia, Khalid Masood (che era conosciuto anche con diversi altri nomi) di recente ha vissuto nella città di Birmingham, nella contea di West Midlands. La seconda città d’Inghilterra per popolazione è considerata il cuore nero della minaccia del terrorismo islamico nel Paese. Il “piccolo califfato”, come è soprannominata, ha al suo interno zone ‘oscure’ dove l’integrazione fra comunità diverse appare difficile se non impossibile.
Masood, fa sapere Scotland Yard, “non era sotto indagine e non c’erano informazioni di intelligence riguardo a sue intenzioni di lanciare un attacco terroristico, tuttavia era noto alla polizia e aveva una serie di diverse condanne per aggressione, lesioni, possesso di armi e reati all’ordine pubblico. La sua prima condanna venne emessa nel novembre 1983 per danni e l’ultima nel dicembre 2003 per possesso di un coltello. Non era mai stato condannato per terrorismo”, cosa questa non inusuale nei casi di attacchi terroristici in Europa. Che però, in genere, vengono condotti da persone molto più giovani.
Da Birmingham, dal quartiere di Quayside, è partito Masood, per colpire al cuore la capitale, simbolo invece del multiculturalismo, e unica metropoli in Europa guidata da un sindaco musulmano, Sadiq Khan.
La famiglia e il giardino
“Era un bravo ragazzo. Lo vedevo sempre curare il suo giardino” ha commentato Iwona Romek, ex vicina di casa al Birmingham mail. “Aveva una moglie, una giovane donna asiatica – ha continuato – e un bambino piccolo che andava a scuola”. Ma, a un certo punto, la famiglia si è improvvisamente trasferita. Altri media hanno riferito che era sposato e padre di tre figli.
L’auto dell’attentato
L’uomo aveva affittato l’auto Hyundai con cui ha travolto i passanti sul ponte di Westminster in un’agenzia della compagnia Enterprise di Birmingham. A confermarlo è stato un portavoce della stessa agenzia, che ha spiegato: “Un dipendente ha identificato il veicolo dopo aver visto la targa in una fotografia, siamo corsi a controllare e abbiamo subito contattato le autorità”. Secondo la Bbc, l’uomo ha detto al dipendente della società di essere un insegnante.
Theresa May alla Camera dei Comuni
“Non ci facciamo intimorire, milioni di gesti di normalità sono la risposta al terrorismo”, ha detto la premier britannica Theresa May alla Camera dei Comuni. E un primo segnale di ritorno il prima possibile alla normalità è arrivato nel primo pomeriggio, quando a meno di 24 ore dall’attacco, è stato riaperto il Westminster Bridge.
Quello di ieri “è stato un attacco contro la gente libera”, ha aggiunto il primo ministro, “sicuramente di matrice islamica e ispirato da ideologia islamica”. Bisogna, ha proseguito, “reagire con fermezza. Siamo qui per proteggere la nostra comunità e aumenteremo la presenza di forze dell’ordine in tutto il Paese”. Dal giugno 2013, ha precisato, le forze di sicurezza britanniche hanno “sventato 13 attentati. Da allora abbiamo rivisto e rafforzato tutte le strategie di protezione”.
May ha aggiunto che “non sono previsti imminenti ulteriori attacchi”, ma ha confermato che “il livello di allerta è alto, il che significa che sono possibili altri attentati”.
La premier, poi, ha confermato che tra le persone rimaste ferite nell’attacco di ieri a Westminster ce ne sono molte di nazionalità diverse, tra cui una italiana. May ha fatto una visita privata in ospedale ai feriti. Lo ha fatto sapere Downing Street, secondo i media del Regno Unito, che riportano la prima ministra è rimasta per 40 minuti con i feriti e ha ringraziato il personale della clinica. Alle persone “tristemente colpite dal terribile attentato di ieri a Westminster” Kate Middleton, moglie del principe William, ha inviato i suoi “pensieri e le sue preghiere”, ha riferito la Press Association.
“Un attacco al mondo”
“Le vittime dell’attacco a Westminster provengono da undici Nazioni. L’attacco a Londra è un attacco al mondo, e il mondo è unito nello sconfiggere chi lo ha organizzato, a distruggere questa ideologia”, ha detto il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, parlando ai giornalisti all’Onu. “Lo dico con fiducia, perché i nostri valori sono superiori, la nostra visione del mondo è migliore e più generosa”, ha aggiunto.
L’inchiesta
Otto arresti e sei perquisizioni domiciliari a Birmingham e nella capitale britannica effettuate nella notte raccontano come si sta muovendo l’inchiesta dell’Antiterrorismo.
L’operazione a Birmingham sembra essere quella più rilevante: secondo alcuni media britannici la casa perquisita in un’anonima via del quartiere multietnico potrebbe essere quella del terrorista. “Riteniamo che il killer abbia agito da solo – ha detto capo dell’Antiterrorismo Mark Rowley – Non stiamo cercando altre persone per la strage di Westminster, quindi non ci aspettiamo ulteriori minacce”. Ha ribadito comunque che l’atto è stato ispirato dal terrorismo internazionale, cosa confermata anche dal ministro della Difesa britannico, Michael Fallon.
Birmingham: il “piccolo califfato”
La seconda città d’Inghilterra per popolazione è considerata il cuore nero della minaccia del terrorismo islamico nel Paese. Lo ha confermato di recente un rapporto condotto dalla polizia locale su ordine del capo dell’antiterrorismo, Mark Rowley, che ha preso in esame vari reati fra cui i 269 attentati e attacchi censiti perpetrati da cittadini del Regno (nel Paese o all’estero) dal 1998 in avanti. Se ne deduce che un decimo di tutti i presunti jihadisti britannici è originario di appena “5 quartieri di Birmingham”, nella cui area metropolitana vivono oltre 234mila musulmani: più del totale di Yorkshire, Grande Manchester e Lancashire messi insieme. E che il numero di crimini riconducibili a costoro è più che raddoppiato nei soli ultimi 5 anni. La polizia osserva inoltre che non si tratta solo di ‘lupi solitari’. Al contrario, nove decimi degli attentatori individuati come tali avrebbero un qualche legame con gruppi organizzati quale l’Isis o altri.
Sono circa 3.000 le persone con simpatie per l’estremismo islamico inserite nella lista di monitoraggio degli 007 inglesi, ma nonostante l’incremento di agenti e mezzi per tutti non è possibile per tutti il controllo h24.
Il National Counterterrorism Network inglese ha sventato 12 attentati terroristici di matrice islamica dal 2013, dal giorno cioè dell’assassinio di Lee Rigby, il soldato venticinquenne del Royal Regiment of Fusiliers decapitato in strada a Londra. Dave Thompson, capo della polizia territoriale delle West Midlands, ha detto che l’area di Birmingham è seconda solo a Londra per il numero di collegamenti legati agli attentati non riusciti.
Le vittime
Kurt Cochran, turista americano di 55 anni, a Londra per una vacanza con la moglie Melissa, ancora ricoverata con alcune fratture e una ferita alla testa (“Con dolore rendiamo noto che Kurt è deceduto per le ferite riportate durante l’attacco a Londra”, ha postato su Fb la sorella di Melissa, Sara Payne-McFarland). “Un grande americano è stato ucciso nell’attacco terroristico a Londra. Le mie preghiere e le mie condoglianze vanno alla sua famiglia ed ai suoi amici”, ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Ha perso la vita anche una donna di 43 anni, Aysha Frade, insegnante spagnola, che lavorava nella capitale britannica, madre di due figlie di otto e undici anni che stava andando a prendere a scuola e un poliziotto. Quest’ultimo si chiamava Keith Palmer, 48 anni, sposato e padre di famiglia, arruolato nella polizia da 15 anni, ma prima era stato un militare nell’Esercito. A colpire l’attentatore è stata una delle guardie del corpo del ministro della Difesa Fallon e non un agente di stanza al Parlamento britannico, come si era detto in un primo momento.
Feriti di diverse nazionalità
Tra i feriti, è confermata la presenza, oltre che di due italiane anche di tre liceali francesi, che oggi hanno ricevuto la visita del ministero degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault. La magistratura parigina ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio a scopo terroristico. Feriti anche quattro studenti della Edge Hill University di Lancashire. Oltre alla ragazza bolognese curata e subito dimessa, una donna romana, in vacanza a Londra e colpita dalla vettura. La donna ha ricevuto la visita in ospedale dell’ambasciatore italiano Pasquale Terracciano. Dopo l’impatto con il suv guidato dall’attentatore è rimasta senza conoscenza per circa 10 minuti. Operata alla caviglia fratturata, è arrivata in ospedale anche con lievi ferite a due vertebre cervicali e con un trauma cranico.
Feriti anche cinque turisti sudcoreani e una donna tedesca residente in Australia. Tra i feriti gravi anche la donna caduta nel Tamigi.
Veglia per le vittime
Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha ribadito che i londinesi non si faranno mai intimidire né piegare dal terrorismo e sul sito del comune della capitale britannica ha invitato i cittadini a partecipare alle 18 a una veglia per le vittime dell’attentato: “Il sindaco invita tutti i londinesi – e tutti coloro che visitano la nostra città – a riunirsi per ricordare coloro che hanno perso la vita, per esprimere solidarietà alle loro famiglie e mostrare al mondo che siamo più impegnati che mai per i valori che ci stanno a cuore e che rimaniamo uniti e aperti”.
Solidarietà internazionale
Da ieri continuano ad arrivare manifestazioni di solidarietà al Regno Unito: Papa Francesco è “profondamente addolorato per la perdita di vite e per i feriti” ed “esprime la propria orante solidarietà con tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia”. “Raccomandando i morti alla misericordia di Dio onnipotente”, Bergoglio “invoca divina fortezza e pace sulle famiglie colpite e assicura alla nazione la sua preghiera in questa occasione”, si legge in un telegramma al cardinale Nichols, arcivescovo di Westminster.
“Con sgomento e profonda tristezza seguo le notizie dell’attentato che ha colpito poche ore fa la città di londra in uno dei luoghi più simbolici della democrazia britannica”, ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla regina Elisabetta II. “L’Italia è vicina al popolo e al governo britannico di fronte all’attacco che ha colpito il cuore di Londra e delle sue istituzioni democratiche” è stato il pensiero del premier italiano, Paolo Gentiloni. Parole di cordoglio e vicinanza sono state espresse anche dal ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano. “La Presidenza del Consiglio ha disposto l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale per il giorno 23 marzo, in segno di sentita e generale partecipazione al dolore che ha colpito il popolo britannico per la tragedia causata dall’attentato terroristico di Londra”, comunuca Palazzo Chigi.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha espresso le proprie condoglianze alla premier britannica Theresa May: “Voglio farle presente -ha detto Erdogan nel suo messaggio- il dolore che la Turchia in questo momento condivide con il Regno Unito. La Turchia sarà sempre solidale e lotterà sempre al fianco del Regbo Unito contro il terrorismo, una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza della comunità internazionale”. Anche il presidente russo, Vladimir Putin ha condannato l’attacco e ha espresso le proprie condoglianze al primo ministro britannico: “Le forze del terrore sono più insidiose e ciniche. È evidente che contrastare la minaccia terroristica richiede vera comunanza di sforzi fra tutti i membri della comunità internazionale”.
Al fianco della Gran Bretagna si schiera la Germania: la cancelliera Angela Merkel ha appreso ‘con sgomento’ dell’attacco, si legge in un messaggio di solidarietà e vicinanza “ai nostri amici britannici e a tutte le persone di Londra”, diffuso su Twitter dal suo portavoce Steffen Seibert.
Controlli e sicurezza
L’attacco di ieri a Londra ha offerto alla candidata alla presidenza francese Marine Le Pen l’occasione per ribadire la necessità di effettuare più accurati controlli ai confini. “Per combattere il terrorismo abbiamo prima di tutto bisogno di tenere sotto controllo i nostri confini ed espellere gli stranieri radicalizzati”, ha detto la Le Pen in un’intervista televisiva. in Italia saranno rafforzati “ulteriormente i controlli nelle aree di maggiore afflusso di persone” anche in vista delle celebrazioni dei Trattati di Roma di sabato, “nonché verso i luoghi che notoriamente registrano particolare afflusso di visitatori”, ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, al termine della riunione del Comitato di Analisi strategica antiterrorismo, convocato dopo l’attacco di ieri a Londra. “L’unico modo per contrastare l’imprevedibilità è controllare il territorio”, ha detto il ministro, che ha sottolineato che “ci troviamo di fronte ad una minaccia che assume sempre più il carattere dell’imprevedibilità: i tempi di reazione alla minaccia si riducono sempre più”.
La Francia annulla le gite scolastiche a Londra
Dopo l’attentato, i direttori delle scuole francesi hanno ricevuto una circolare che ordina la sospensione di tutte le gite nella capitale britannica, salvo le soste per transito. Anche tenendo conto dei tre studenti francesi rimasti feriti e la preoccupazione delle famiglie di classi in partenza, è stato deciso di annullare tutte le gite dopo la “valutazione del rischio da parte delle autorità britanniche”. Circa 4.200 studenti francesi sono a Londra e sono autorizzati a proseguire il viaggio.