22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Guido Olimpo

Alcune osservazioni sulla strage di Manchester: ecco cosa sappiamo e quali sono i precedenti


Il target

L’attacco sembra rientrare in una cornice già vista in passato e in altri luoghi. E’ stato colpito un concerto, un grande raduno. Era avvenuto al Bataclan di Parigi, a Orlando (Florida), in Germania la scorsa estate. Un tipo di evento spesso indicato dai militanti come un target ideale.

L’esplosione
La polizia di Manchester martedì mattina ha dichiarato che l’esplosione è stata causata da un kamikaze. Testimoni riferiscono anche di tracce di chiodi o frammenti di ferro che sarebbero stati aggiunti all’ordigno per aumentarne gli effetti. Sistema usato da sempre dai terroristi per rendere più letale le loro armi anche quando hanno mezzi ridotti o sono costretti a procurarsi il materiale sul mercato «civile».

Alla fine dello show
L’azione è avvenuta alla fine dello show e all’esterno dell’Arena, quando gli spettatori stavano per lasciare l’impianto. Possibile che chi ha agito abbia deciso quel momento per una ragione d’opportunità oppure perché pensava che l’attenzione della folla (e della sicurezza) fosse minore. Era avvenuta la stessa cosa in occasione dell’attentato di Nizza, con il camion lanciato sulla Promenade dopo i fuochi d’artificio del 14 luglio.

Le aree «periferiche»
Vengono protetti aeroporti e locali dove si svolgono spettacoli, stessa cosa per gli stadi. C’è un filtro di sicurezza che deve garantire protezione. Ecco che i criminali prendono di mira l’area «periferica» dove sanno che la vigilanza è minore: dunque parcheggi di uno scalo, stazione dei taxi, viali d’accesso.

La propaganda jihadista
La propaganda jihadista in queste ultime settimane ha tenuto il volume alto. Esponenti dell’Isis hanno rinnovato gli appelli a colpire, ma la stessa cosa ha fatto il figlio di Osama bin Laden, Hamza, con un audio sul web. Il messaggio è stato «generale», nel senso che i seguaci della Jihad sono stati invitati ad agire in base alle loro possibilità, con gesti organizzati da un nucleo ma anche da un singolo individuo. Il segnale è stato chiaro: cercate il martirio nelle città occidentali.

La situazione internazionale
Il momento internazionale è particolare. Il presidente americano Donald Trump ha appena rilanciato un patto con i sauditi ed ha esortato ad un fronte comune contro l’estremismo. La tappa a Riad sarà seguita da appuntamenti importanti: l’incontro con il Papa, il summit G7 a Taormina, la riunione della Nato. Probabilmente non c’è alcun collegamento diretto ma è chiaro che l’eccidio – proprio per la concomitanza – avrà un impatto maggiore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *