Fonte: La Stampa

L’artiglieria di Haftar bombarda il porto: «Reagiremo»

Il governo libico di unità nazionale guidato da Fayez al-Sarraj ha annunciato nella notte la sospensione della sua partecipazione alla commissione militare congiunta a Ginevra, sotto la egida delle Nazioni Unite, a seguito di ripetute violazioni della tregua. La decisione, che blocca il timido processo di pace lanciato dalla conferenza di Berlino, è arrivata dopo il bombardamento del porto di Tripoli da parte delle forze fedeli al maresciallo Khalifa Haftar, che controlla la Cirenaica e circa l’85 per cento della Libia, compresi i sobborghi della capitale.
«Stiamo annunciando la sospensione della nostra partecipazione ai colloqui militari che si svolgono a Ginevra fino a quando non saranno adottate posizioni ferme contro l’aggressore e le sue violazioni» della tregua, ha comunicato il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, in una nota. Haftar è invece appoggiato dal precedente esecutivo, riparato a Tobruk dopo gli scontri nella capitale nella primavera del 2014, e dalla Camera dei Rappresentanti, il Parlamento, anch’esso con sede provvisoria in Cirenaica e riconosciuto dall’Onu.
Ieri il cosiddetto Esercito nazionale libico ha sostenuto di aver colpito forniture illegali di armamenti e di «aver distrutto» in porto una nave cargo «carica di armi e munizioni» che avrebbe «violato l’embargo» deciso dalle Nazioni Unite. Il governo Al-Serraj ha replicato che non c’era nessuna nave con armi a bordo e ha invece accusato Haftar di un atto «terroristico».
Haftar è sostenuto da Egitto, Emirati e Arabia Saudita, mentre Al-Serraj ha l’appoggio di Turchia e Qatar. L’Unione europea ha deciso ieri una nuova missione navale per controllare il rispetto dell’embargo sulle forniture di armi. Al-Serraj è rifornito da Ankara via mare. I turchi hanno anche dispiegato consiglieri militari, difese anti-aeree e droni nella capitale libica, oltre ad aver inviato 2500 miliziani siriani prelevati dalla provincia di Idlib. Haftar è accusato invece di usare mercenari sudanesi e ciadiani.
La Turchia ha inviato navi mercantili e militari a Tripoli fin dall’inizio di gennaio, ma adesso potrebbe trovarsi in difficoltà. Haftar riceve i rifornimenti via terra dall’Egitto e soprattutto per via aerea dal Golfo. I siti specializzati nel tracciare le rotte aeree hanno notato ieri un nuovo volo cargo dal Golfo verso la Cirenaica. È un aereo da trasporto Il-76 della Jenis Air, protagonista di un ponte aereo quasi quotidiano nelle settimane scorse. Il totale dei voli da inizio anno sale così a 63.

A.N.D.E.
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