22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Enrico Franceschini

L’intelligence cercherà di capire perché non è stato fatto niente per mettere sotto controllo l’attentatore, nonostante ci fossero tre segnalazioni a suo carico

Questa volta i servizi segreti britannici indagano su se stessi. L’Mi5, l’agenzia di controspionaggio e antiterrorismo, ha aperto un’inchiesta sul modo in cui ha reagito agli avvertimenti giunti dall’opinione pubblica sul fatto che Salam Abedi, l’autore della strage di Manchester, rappresentava una potenziale minaccia terroristica. Fonti del governo di Theresa May hanno detto alla Bbc che in sostanza l’intelligence esaminerà perché non è stato fatto niente per metterlo sotto stretto controllo o eventualmente arrestarlo, nonostante la linea calda anti-terrorismo abbia ricevuto almeno tre segnalazioni sul suo conto. Di fatto ci saranno due investigazioni al riguardo: un’indagine interna del servizio segreto su come non è stata prestata abbastanza attenzione ad Abedi e un’indagine separata, preparata appositamente, per i ministri e gli alti responsabili che hanno la supervisione del servizio segreto.
In precedenza fonti governative avevano ammesso che l’intelligence ‘conosceva’ Abedi, dunque lo aveva considerato come un estremista possibilmente pericoloso. Le segnalazioni nei suoi confronti sarebbero arrivate, secondo quanto riporta la Bbc, mentre il giovane di origine libica frequentava il Manchester College, da parte di compagni di studi che, come è emerso da precedenti indiscrezioni, gli avrebbero fra l’altro sentito dire frasi come: “È okay essere un terrorista suicida”. Un’altra segnalazione sarebbe giunta al servizio segreto dall’imam della moschea di Manchester frequentata da Abedi, con il quale il ragazzo era entrato in conflitto, accusandolo di fare sermoni ai fedeli in cui denunciava l’estremismo.
La notizia di un’inchiesta interna conferma che l’intelligence avrebbe commesso degli errori che hanno reso possibile l’attacco di Manchester, sebbene la ministra degli Interni britannica Amber Rudd, intervistata ieri in tivù, abbia espresso dubbi su responsabilità delle forze di sicurezza.
Un’altra rivelazione, fatta dalla trasmissione Bbc Newsnight, afferma che Abedi, a 16 anni, durante una vacanza scolastica trascorso in Libia, aveva combattuto contro il regime del colonnello Gheddafi insieme a suo padre, che militava in una formazione radicale islamista. Nei giorni scorsi il genitore è stato arrestato insieme a un fratello minore di Abedi dai servizi di sicurezza libici.
Intanto la polizia di Manchester ha rivolto un appello alla popolazione per raccogliere ulteriori informazioni sui movimenti di Abedi da quando fece ritorno in Inghilterra dall’estero il 18 maggio scorso. Sedici persone legate al kamikaze sono state finora arrestate a Manchester e dintorni, ma due sono state successivamente rilasciate. La polizia ha reso noto che circa 1.000 agenti sono impegnati nelle indagini.

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