19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Istambul attentato

La richiesta il 5 gennaio scorso: l’attentatore ha ucciso 10 turisti e ferito 15 persone. Cinque le persone fermate nelle indagini sull’attacco: «Legami con l’Isis» spiega il premier Ahmet Davutoglu che poi accusa: «attori segreti dietro l’attacco»

All’indomani dell’attacco kamikaze nel centro di Istanbul, che ha ucciso 10 turisti stranieri e ferito 15 persone, cinque persone sono state fermate dalla polizia turca: sarebbero tutte collegate all’attacco di martedì. A dare notizia del primo arresto il ministro dell’interno di Ankara Efkan Ala, mentre il primo ministro Ahmet Davutoglu ha annunciato il fermo di altre 4 persone sempre nell’ambito delle indagini sull’attacco. Avrebbero tutti legami con Isis. Ma lo stesso premier di Ankara ha parlato di «attori segreti dietro l’attacco» ( e il riferimento è tra gli altri al presidente siriano Bashar Al Assad), che avrebbero usato lo stato islamico come «subappaltatore». Intanto si apprende che il kamikaze, Nabil Fadli, 27enne siriano nato in Arabia Saudita, era entrato in Turchia dalla Siria «come un normale migante» e poi aveva chiesto asilo il 5 gennaio scorso, una settimana prima dell’attacco.

Gli altri arresti

Ma tra martedì e mercoledì sono state numerose le operazioni condotte dalla polizia turca, fermati tre cittadini russi nella provincia meridionale di Antalya per sospetti legami con l’Isis: in tutto sono 68 i sospetti membri dell’Isis arrestati dalla polizia turca tra martedì e mercoledì. Le operazioni si sono svolte in 8 province. Nove sono le persone fermate in mattinata, di cui 6 a Smirne e i 3 russi. Martedì 15 siriani e un turco erano stati arrestati ad Ankara e altri 25 sospetti nelle province di Kilis e Sanliurfa, al confine con la Siria, con l’accusa di progettare attacchi sul suolo turco. Blitz anche a Mersin e Adana, nel sud, e nella provincia anatolica di Konya. La conferma dell’arresto dei tre russi è arrivata anche dalle autorità di Mosca: sarebbero accusati di aver fornito supporto logistico ai jihadisti. Non sarebbero però legati alla preparazione dell’attacco di Istanbul.

 Davutoglu

L’arresto dei tre russi è stata la miccia che ha fatto sbottare il premier turco Ahmet Davutoglu che ha dichiarato che lo Stato islamico potrebbe essere solo «una pedina» nell’attentato a Sultanahmet a Istanbul, e che è necessario indagare su presunti «attori segreti dietro l’attacco» che avrebbero usato l’Isis come «subappaltatore». Il riferimento, tra gli altri, sarebbe al presidente siriano Bashar al Assad e al suo protettore Vladimir Putin. Davutoglu ha poi confermato che «è stato rilevato un legame con Daesh» del kamikaze entrato in azione.

Gli allarmi dell’intelligence

Nell’ultimo mese l’intelligence turca aveva lanciato due diversi allarmi a tutte le forze di sicurezza del Paese su possibili attacchi dell’Isis su vasta scala a turisti e stranieri. Lo riportano i media turchi , indicando che gli avvisi – datati 17 dicembre e quattro gennaio – allertavano sull’intenzione di diversi jihadisti entrati dalla Siria di condurre attacchi contro obiettivi turistici e contro le rappresentanze diplomatiche in Turchia dei Paesi Nato coinvolti nella guerra al Califfato.

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