Fonte: La Stampa
L’Isis non ha però fornito alcuna prova che fosse al corrente dell’azione
«È un soldato del califfato». L’Isis, rivendicando l’attentato a Manhattan, in cui sono morte otto persone, ha definito così l’autore della strage, Sayfullo Saipov, nonostante non abbia mai esplicitamente fatto il suo nome. «Uno dei soldati dello Stato Islamico in America ha attaccato martedì dei crociati in una strada di New York, vicino al monumento dedicato a quanti persero la vita nell’incursione dell’11 settembre», si legge nel giornale al-Naba, che ha riportato le parole del gruppo terroristico.
Sembrerebbe un’azione coordinata quindi quella che ha spinto il 29enne di origine uzbeka a lanciarsi con il suo furgone su una pista ciclabile, causando a New York il peggiore attentato dal 2001. L’Isis non ha però fornito alcuna prova che fosse al corrente dell’attacco prima che accadesse o che comunque fosse coinvolto nella pianificazione.
Saipov, subito dopo l’arresto, aveva detto alle autorità di aver agito in nome dello Stato Islamico e che a ispirarlo sarebbero stati proprio i video dell’Isis. Da quello che è emerso nei giorni seguenti all’attacco, l’uomo sarebbe totalmente devoto al gruppo terroristico, tanto da aver chiesto alle forze dell’ordine che nella sua stanza d’ospedale venisse appesa una bandiera del Califfato.