25 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il passaporto verrebbe concesso solo a chi ha dichiarato l’appartenenza al gruppo linguistico tedesco. Tajani “Mossa non distensiva”. Della Vedova: “Pugno di ferro etno-nazionalista”

Vienna si impegnerà a valutare la possibilità di concedere ai sudtirolesi anche la cittadinanza austriaca. La sortita del neo insediato governo di centrodestra guidato da Sebastian Kurtz e da Heinz-Christian Strache, da un lato fa esultare i secessionisti sudtirolesi e dall’altro desta preoccupazione nel Paese e in Europa.
Che la cosa stesse a cuore al vicepremier e leader dell’ultradestra Strache era emerso già con chiarezza nell’intervista rilasciata a Repubblica alla vigilia del ballottaggio per le presidenziali del 2016: “Voglio rimarginare la ferita attuale – aveva detto – concedere al Tirolo la possibilità di tornare unito autodeterminandosi. Perché non può decidere se far parte dell’Italia o dell’Austria?”.
Il tema della cittadinanza è ora nel programma del nuovo governo di Vienna. Cosa che viene salutata con soddisfazione dai partiti di opposizione di lingua tedesca in Alto Adige. “Per il Sudtirolo – ha affermato il consigliere provinciale della Suedtiroler Freiheit Sven Knoll – si apre un’occasione storica di valore inestimabile. I sudtirolesi potranno così riavere la cittadinanza austriaca. Non si tratta solo di una riparazione storica, ma anche di un’assicurazione per il futuro”. “Non è diretto contro la popolazione italiana, ma è un progetto completamente europeo – ha aggiunto Knoll, considerato il ‘delfino’ dell’indipendentista Eva Lotz – L’Italia concede anche la nazionalità italiana alle proprie minoranze all’estero soprattutto nelle relazioni storicamente tese tra Italia e Slovenia”.
Gli ha fatto eco il leader dei Freiheitlichen, Andreas Leiter Reber: “Il doppio passaporto è un passo importante verso un’Europa moderna, nel rispetto dei gruppi etnici autoctoni in Stati estranei”. La doppia cittadinanza – ha proseguito – “rafforza l’identità e il legame con la nostra patria Austria”.
Il tema non è certo una novità: ma dopo una serie di “no” da parte sia di Vienna sia di Roma, è tornato d’attualità quando alcune settimane fa 19 consiglieri provinciali altoatesini (tra essi anche quelli della Sueditiroler Volkspartei) hanno chiesto – inviando una lettera al governo austriaco – di vagliare la possibilità di concedere alla popolazione dell’Alto Adige oltre al passaporto italiano anche quello austriaco.
Ad avere diritto, se il provvedimento dovesse essere approvato, sarebbero solo i cittadini altoatesini che durante i censimenti si sono dichiarati appartenenti al gruppo linguistico tedesco: all’ultima rilevazione del 2011, il 69,64 per cento.
L’idea di concedere il passaporto austriaco agli italiani di madrelingua tedesca o ladina sarebbe “una mossa velleitaria, non una mossa distensiva. L’Europa ha tanti difetti ma ha chiuso la stagione dei nazionalismi”, ha dichiarato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani.
Ancora più duro il senatore e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova che imputa all’ipotesi di Vienna di “avere il crisma del pugno di ferro etno-nazionalista”. “Sdoganare la cittadinanza su base etnica – ha scritto su Facebook – avrebbe effetti gravissimi, ad esempio in tutti i Balcani, minando la convivenza nei paesi, anche nell’Ue, caratterizzati dalla rpesenza di cittadini di molteplici culture”. E ancora: “La storia europea insegna che i nazionalisti prima si intendono e poi, inevitabilmente, si combattono; col protezionismo prima e con la forza poi. È Il tono che fa la musica, e quella che si sente da Vienna non è oggi musica europeista ma di chiusura nazionalista”.

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