23 Ottobre 2024

Da inizio anno il mercato cresce dell’1% sul 2023 – Stellantis fa peggio del mercato e perde il 26% dei volumi riducendo di un punto il market share

Secondo mese di fila di immatricolazioni in calo in Europa (Ue più Efta e Uk), con un milione e 118.083 autovetture immatricolate e una contrazione del 4,2% rispetto a settembre 2023, dopo un mese di agosto andato ancora peggio, con un calo del 16,5%. A settembre dunque c’è stato un recupero grazie alle vendite di auto elettriche, che hanno recuperato parte del crollo registrato ad agosto (-36%) soprattutto grazie alle performance registrate sul mercato anglosassone.

Nei primi 9 mesi crescita dell’1% in Ue
Il consuntivo dei primi nove mesi dell’anno nell’intera area si è chiuso con 9 milioni e 779.605 immatricolazioni e una crescita dell’1% rispetto al 2023 e un gap del 20% rispetto ai volumi pre-Covid. Come evidenzia il Centro Studi Promotor, il mercato più importante, quello tedesco, nel mese di settembre ha fatto registrare un calo del 7% mentre negli altri quattro major market, il risultato peggiore lo ha registrato la Francia (-11,1%), seguita dall’Italia (-10,7%), mentre in positivo hanno chiuso il Regno Unito (+1%) e la Spagna (+6,3%) grazie alle vendite incentivate di auto elettriche.

Avanzano i modelli full electric
I modelli full electric hanno guadagnato terreno nel mese recuperando il 13,9% di volumi mentre da inizio anno le immatricolazioni sono in calo del 2,6% rispetto a gennaio-settembre 2023. In questo contesto emerge il risultato pesante di Stellantis che come Gruppo perde il 26% delle immatricolazioni, con Citroen e Fiat che fanno ancora peggio e riducono i volumi di oltre il 40%, accanto a Lancia che crolla da tremila a mille immatricolazioni nell’area. L’andamento nel mese contribuisce all’andamento negativo del Gruppo da inizio anno, con un calo delle immatricolazioni del 6% da inizio anno e il market share sceso da 17 a 15,9%.

Volkswagen e Renault in linea con il 2023
Tra i big player, Volkswagen e Renault restano in equilibrio mantenendo da inizio anno volumi in linea rispetto all’anno scorso (rispettivamente a +1,2 e +1,4%) grazie soprattutto al contributo positivo di Seat e Skoda. E’ il Gruppo Toyota a chiudere il risultato più importante tra i diversi player, con quasi il 4% di immmatricolazioni in più nel mese e il +12,3% da inizio anno, con una quota di mercato salita al 7,7%.

Le richieste dell’Acea
L’Acea, l’Associazione delle imprese produttrici di auto, ha chiesto all’Europa «misure di soccorso urgenti prima che i nuovi obiettivi di CO2 per auto e furgoni entrino in vigore nel 2025». Inoltre, i produttori esortano «la Commissione Europea ad anticipare le revisioni della regolamentazione sulla CO2 per veicoli leggeri e pesanti, attualmente previsti rispettivamente per il 2026 e il 2027, al 2025». L’obiettivo è provare a riaprire, dal punto di vista politico, la discussione sullo stop ai motori endotermici al 2035.

Le mosse della Ue
In parallelo Bruxelles ha concluso il lavoro di analisi sui sussidi concessi dalla Cina alle case produttrici asiatiche e il 4 ottobre scorso il Comitato di difesa commerciale dei 27 paesi Ue ha votato sì all’introduzione di dazi aggiuntivi fino al 36% che si sommano al 10% già in vigore, confermando dunque la fase di inasprimento delle politiche dei dazi verso le importazioni dalla Cina.
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è indispensabile che l’Unione Europea ridefinisca al più presto la sua politica per la transizione energetica nell’auto «partendo da presupposti razionali e non ideologici, senza penalizzare il settore e distribuendo i costi della transizione in funzione della capacità contributiva delle persone e dei soggetti economici».

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