Una roadmap basata su tre pilastri: offerta, produzione e domanda, che l’industria automobilistica dovrà attuare insieme a tutti gli stakeholder
L’industria europea dell’auto non mette in dubbio l’urgenza della decarbonizzazione ma chiede all’Europa regole certe e parità di condizioni per competere con gli avversari cinesi e americani. I costruttori automobilistici, da Volkswagen a Stellantis alla filiale europea di Toyota, hanno lanciato oggi, attraverso Acea (l’associazione che riunisce 14 tra i maggiori produttori di automobili, camion, bus e van), un manifesto indirizzato al prossimo Parlamento Europeo e alla prossima Commissione, con una roadmap basata su tre pilastri: offerta, produzione e domanda. Perché «data la portata della trasformazione, nessun singolo stakeholder sarà in grado di trasformare da solo l’intero ecosistema della mobilità».
Il Manifesto dell’Auto continentale, ovvero «raccomandazioni di alto livello per le politiche, indirizzato alle istituzioni europee per il mandato 2024-29», si articola in cinque punti:
1. Dopo il Green Deal occorre pensare a un Industrial Deal che riporti la strategia industriale al centro. «Bisogna stabilire una strategia industriale olistica dell’Ue – si legge nel documento – in tutte le fasi della catena del valore digitale e verde: da ricerca e sviluppo, estrazione mineraria, raffinazione, componenti e produzione fino alla ricarica di reti, energia, incentivi all’acquisto e riciclaggio lungo l’intero ciclo di vita».
2. Occorre adottare una visione strategica: ripensare il quadro normativo. Si dovrebbe andare «oltre un approccio incentrato sul cumulo di normative e sviluppare invece una strategia coerente con: certezza della pianificazione a lungo termine e tempi di consegna; un ritmo di regolamentazione più ragionevole; alternative praticabili in caso di exit strategy per tecnologie o sostanze specifiche.
3. Bisogna assicurarsi di poter essere competitivi a livello globale. Secondo i car-maker è fondamentale «garantire condizioni di parità per i veicoli europei prodotti in modo sostenibile difendendoli in modo equo e libero e assicurare l’accesso alle forniture critiche. Rendere l’Europa un luogo attraente in cui produrre e lavorare».
4. La neutralità tecnologica dovrebbe essere un principio guida.
5. L’Europa deve continuare a preservare la mobilità delle persone e delle merci. «La mobilità è fondamentale per la creazione di ricchezza e non deve essere messa a repentaglio: dovrebbe essere accessibile a tutti i cittadini e a tutte le imprese europei».
«Il nostro settore è nel mezzo della più grande trasformazione da oltre un secolo – ha affermato il presidente di Acea Luca de Meo (confermato oggi per un secondo e conclusivo mandato), che è anche ceo del Gruppo Renault – . Non vi è alcun dubbio per noi sulla necessità di decarbonizzare. Stiamo investendo miliardi affinché ciò accada, molto più di qualsiasi altro settore».
Ma i problemi con la politica non mancano. Ecco perché i costruttori si portano avanti, in vista delle elezioni di giugno 2024. «Il nostro settore ha in media otto o nove regolamenti Ue che entrano in vigore ogni anno fino al 2030; in alcuni casi si tratta di norme contrastanti», ha spiegato de Meo. Che ha anche ammesso di temere la frammentazione del quadro politico all’indomani del voto.
«L’Europa deve adottare urgentemente un approccio olistico alle sfide dell’industria automobilistica, che comprenda l’intera catena del valore, da monte a valle. Perché i problemi che stiamo affrontando riguardano tutti i settori: automobilistico, minerario, energetico, delle infrastrutture e altro ancora. Se guardi i nostri concorrenti globali, vedi che sono molto bravi a farlo. Bruxelles non deve solo garantire che siamo ben attrezzati come le altre regioni. Deve inoltre garantire che si possa competere in condizioni di parità. La concorrenza è molto salutare e una vera concorrenza significa anche mercati globali aperti e regole commerciali libere ed eque», ha affermato ancora de Meo.
Un elemento chiave della tabella di marcia di Acea è rendere l’Europa un hub per la produzione di veicoli ecologici e intelligenti. «Dobbiamo collaborare con i decisori politici per creare le condizioni per la produzione di una vasta gamma di modelli a emissioni zero, compresi veicoli elettrici piccoli ed economici che siano redditizi da produrre in Europa», ha spiegato il presidente dell’associazione dei costruttori automobilistici.
«In questo modo possiamo affrontare molte sfide con la stessa soluzione miracolosa, soprattutto quando si tratta di mobilità urbana. Dobbiamo anche lavorare sul lato della domanda attraverso schemi di incentivi adeguati e adatti allo scopo, a tutti i livelli politici, dall’Ue fino alle autorità urbane e locali».