Il Veneto capofila ha chiesto autonomia su tutte le nove materie per le quali non è previsto il previo finanziamento dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) che la nostra Costituzione pretende garantiti uguali su tutto il territorio nazionale. La Liguria e il Piemonte si è concentrata su sei materie e la Lombardia su otto. Tutte hanno avanzato richieste legate alla Protezione civile, materia da cui si partirà
Nord ancora in prima fila sull’Autonomia differenziata: sono state quattro le regioni che giovedì mattina si sono sedute insieme al ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli per discutere di materie non Lep. Il ministro Calderoli, al termine dell’incontro con i rappresentanti di Veneto, Liguria, Piemonte e Lombardia, ha parlato di «giorno importante», non solo per l’attuazione dell’Autonomia, «ma per tutto il Paese», visto «che lavoriamo per ridurre i divari e garantire servizi ai cittadini, nel rispetto della Costituzione».
Il Veneto ha chiesto tutte le nove materia non-Lep
Il Veneto capofila ha chiesto autonomia su tutte le nove materie per le quali non è previsto il previo finanziamento dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) che la nostra Costituzione pretende garantiti uguali su tutto il territorio nazionale. Si tratta di: Organizzazione della giustizia di pace; Rapporti internazionali della Regione e con l’Ue; Commercio con l’estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. La Liguria e il Piemonte si è concentrata su sei materie e la Lombardia su otto (tutte tranne i giudici di pace).
Si parte dalla Protezione civile
Tutte hanno avanzato richieste legate alla Protezione civile, materia da cui si partirà. Scelta che rappresenta per molti versi la novità del giorno, suggellata da Calderoli che fa sapere che a breve saranno rese note le richieste avanzate dalle regioni non solo per le materie ma appunto anche per le funzioni. «Così – ha sottolineato il ministro – ci si renderà conto che è un’operazione di buonsenso per attribuire alle Regioni quello che possono fare meglio dello Stato, lasciando invece allo Stato ciò che è giusto, nell’interesse di cittadini, famiglie, imprese e di tutto il Paese». Entusiasta il governatore veneto Luca Zaia, che non esita a ribadire che «il decentramento aiuterà la vita dei cittadini». Insomma a breve – ha spiegato a incontro concluso – «si capirà che se tu chiedi la funzione sarà più semplice fare ad esempio le ordinanze in deroga in caso di calamità naturale in una regione. Dare modo di farle fare al Presidente della Regione non vuol dire smantellare la protezione civile nazionale, ma vuol dire essere più efficienti a rispondere ai cittadini».
Il no delle opposizioni
Le opposizioni continuano a non vedere di buon occhio il tema Autonomia: «L’incontro è un vero e proprio sfregio all’unità nazionale e a diritti e prestazioni uguali per tutti», accusa il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro . «Affidare materie come il commercio estero e l’ambiente alle regioni è un errore clamoroso, un duro colpo – attacca la deputata dem Silvia Roggiani – alla produttività e alla competitività del nord e della Lombardia. Contro l’Autonomia di Calderoli va avanti la nostra battaglia».