22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il ministro dell’Interno sui lavori per la Torino-Lione: “Non è che faccio pagare agli italiani miliardi”. Stoccata anche sul decreto Dignità: “Può e deve migliorare”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini stoppa con decisione ogni ipotesi di fermare la Tav, come scritto da Repubblica. “Occorre andare avanti e non tornare indietro”, dichiara il leader leghista lanciando un avviso al premier Giuseppe Conte e al M5S. E aggiunge: “L’opera serve? E, se da un’analisi attualizzata del 2018 per caso non serve, costa di più bloccarla che proseguirla? Questo è il ragionamento che varrà su tutto, Tav, Tap, Pedemontana, Terzo Valico. Questo c’è scritto e questo faremo. C’è l’analisi costi-benefici, non è che faccio pagare agli italiani miliardi”. Salvini aggiunge anche che, in caso di contestazioni violente, non si faranno sconti: “La polizia continuerà ad arrestare chi lancia sassi contro i lavoratori”.
Si apre così, ufficialmente, un nuovo fronte nel governo gialloverde dopo che il M5S, a fronte dell’ostilità dei suoi militanti, si è messo all’opera per bloccare la Torino-Lione. Una scelta che potrebbe avere costi altissimi.
Lo denuncia, su Twitter, il segretario del Pd Maurizio Martina: “Due miliardi di euro di penali, il blocco di finanziamenti europei, 4 mila posti di lavoro a rischio. La follia del governo di bloccare la Torino-Lione la pagherà un Paese intero”.
Interviene anche l’ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: “Non gioisco per le divisioni del governo sulla Tav, sono invece molto preoccupato perché oltre 5 miliardi di euro di investimenti rischiano di essere messi in discussione per calcoli elettorali”. E il coordinatore di +Europa Benedetto Della Vedova posta su Facebook: “I no alla Tav o al Tap rappresentano perfettamente l’ideologia della chiusura del governo gialloverde… Un suicidio economico. Non un’Italia che protegge, ma un’Italia sconfittista”.
Ma la Tav non è il solo tema che, in queste ore, sta dividendo la Lega e il M5S: il decreto Dignità, fortemente voluto dal vicepremier e ministro al Lavoro Luigi Di Maio, sta suscitando proteste e critiche al Nord. In Veneto, roccaforte del Carroccio, le imprese sono sul piede di guerra tanto che il governatore Luca Zaia, in un’intervista al Gazzettino, dice che il testo, così com’è uscito dal consiglio dei ministri, “deve essere modificato” perché “rischia di avere un impatto pesante”.
Salvini prova a rassicurare il Nord anche sul versante lavoro: “Qualunque decreto all’esame del Parlamento può migliorare, deve migliorare, può essere arricchito, può essere completato. La reintroduzione dei voucher – rivendica il vicepremier – è uno degli esempi su cui abbiamo lavorato e stiamo lavorando. Così come bisogna ridurre al minimo a litigiosità”.

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