22 Novembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

di Guido Gentili

La realtà bussa alla porta, anche quella italiana, mentre il mondo – l’Occidente il più colpito – prova a rialzare la testa contro la devastante pandemia che continua a mietere vittime e fiducia nel futuro


La realtà bussa alla porta, anche quella italiana, mentre il mondo – l’Occidente il più colpito – prova a rialzare la testa contro la devastante pandemia che continua a mietere vittime e fiducia nel futuro.
Così, a cavallo tra l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca e l’inizio dell’anno a guida tricolore del G20 (il consesso che raggruppa le venti economie più grandi), ecco partire oggi il B20 (la presidenza italiana l’ha affidato alla Confindustria) che riunisce la comunità del business con la regìa di Emma Marcegaglia. L’ex presidente di viale dell’Astronomia è stata indicata dal numero uno degli industriali, Carlo Bonomi, per il coordinamento e la sintesi delle raccomandazioni che ad ottobre saranno messe sul tavolo del G20.
Si tratta con tutta evidenza di appuntamenti cruciali che affidano all’Italia una responsabilità seria. Il 2021 è vissuto, giustamente, come l’anno della riscossa. Sanitaria ed economica, a colpi di piani-vaccino e di sviluppo delle economie. In un confronto globale dove la Cina gioca una partita nella partita, quella dell’egemonia economica, mentre gli Stati Uniti, dopo aver sperimentato il ciclone Trump e le violenze di Capitol Hill, cercano con Biden un orizzonte diverso per la prima potenza mondiale oggi in affanno.
G20 e B20 non sono dunque appuntamenti che possono essere scambiati quest’anno come scadenze di routine o comode passerelle (fisiche o virtuali) tra politica e glamour. Assieme, in Europa, alla gigantesca operazione del Recovery Fund per la Next Generation Eu, e nella stagione accidentata post Brexit, essi misurano la volontà di riscatto degli Stati e le capacità progettuali e di innovazione delle comunità industriali che fanno loro riferimento. Politica ed economia camminano unite: oggi al primo incontro del B20 interverrà John Kerry, inviato speciale di Biden per il clima e già Segretario di Stato durante la presidenza Obama. L’impegno per ridare spinta al sistema multilaterale degli accordi commerciali è in agenda. E parlerà anche Bonomi, puntando sulle forze di mercato motrici dello sviluppo e dei fondi pubblici investiti proficuamente.
Al 2021 del riscatto, come detto, il nostro Paese si presenta carico di responsabilità. Ma con due volti diversi, quello dell’economia e quello della politica. Il primo, pur colpito da una crisi profonda, che in termini di crescita del Pil pone l’Italia nelle ultime posizioni tra i Grandi, ha segnato, nel silenzio pressocché generale misto a scarsa considerazione, e nel mezzo di una fase che ha rivoluzionato e disarticolato le catene globali del lavoro, la tenuta della nostra manifattura. Lo dicono i dati e davanti al quadro nero disegnato dalla pandemia non è fuori luogo osservare che le imprese sono state il punto di forza su cui il sistema si è tenuto in piedi.
Il secondo volto, quello della politica, che pure soprattutto all’inizio ha fatto fronte all’onda d’urto del Covid 19, presenta il conto dei danni del riformismo incompiuto e bruciato dalle campagne elettorali permanenti che viaggiano di pari passo alle “verifiche” aperte e mai chiuse e agli impegni ribaditi e poi mancati, con l’aggiunta di uno Stato imprenditore in emersione rapida e pervasiva.
L’ultimo flash ci consegna l’immagine di una maggioranza senatoria di governo ferma a quota 156, fragile come mai e alla ricerca difficile di nuovi equilibri e stabilità. Mentre, a fronte di un debito pubblico caricato sulle spalle delle nuove generazioni, l’Italia gioca la partita della vita con il suo Recovery plan. Sotto gli occhi, preoccupati, del G20, dell’Europa e, da oggi, del B20, la comunità internazionale degli affari.

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