19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

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di Roberto Giovanninidi

Una nota del ministero dell’Economia chiarisce il meccanismo per salvare il settore bancario definito con Bruxelles

La scorsa notte, al termine di un complesso negoziato, il governo italiano ha concordato con la Commissione Europea un meccanismo di garanzia per smaltire i crediti in sofferenza presenti nei bilanci bancari: la garanzia saranno fornite direttamente dallo Stato, ma a condizioni di mercato, e per questo non saranno considerati aiuti di Stato. Inoltre l’accordo tra la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan “non genererà oneri per il bilancio dello Stato. Al contrario, si prevede che le commissioni incassate siano superiori ai costi, e che vi sia pertanto un’entrata netta positiva”. Lo rende noto il Ministero dell’economia in una nota con i dettagli dell’accordo sulla gestione dei crediti bancari deteriorati, nella quale si spiega che il governo sta per varare «le norme che definiscono un meccanismo di garanzia utile a smaltire i crediti in sofferenza presenti nei bilanci bancari».

Il Mef precisa che «lo Stato rilascerà la garanzia solo se i titoli» oggetto di cartolarizzazione «avranno preventivamente ottenuto un rating uguale o superiore all’Investment Grade, da un’agenzia di rating indipendente e inclusa nella lista delle agenzie accettate dalla Bce». Sono dunque esclusi dal sistema di garanzie i junk bond, i cosidetti titoli spazzatura. La garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie è stata già denominata Gacs, ovvero “garanzia sulle cartolarizzazione delle sofferenze”.

Le garanzie concesse dallo Stato «possono essere richieste dalle banche che cartolarizzano e cedono i crediti in sofferenza, a fronte del pagamento di una commissione periodica al Tesoro, calcolata come percentuale annua sull’ammontare garantito» spiega il Mef. «Il prezzo della garanzia è di mercato, come riconosciuto anche dalla Commissione europea, che concorda sul fatto che lo schema non contempli aiuti di Stato. Il prezzo sarà calcolato prendendo come riferimento i prezzi dei Cds (credit default swap, ndr) degli emittenti italiani con un livello di rischio corrispondente a quello dei titoli garantiti. Il prezzo sarà crescente nel tempo, sia per tenere conto dei maggiori rischi connessi a una maggiore durata delle note, sia per introdurre nello schema un forte incentivo a recuperare velocemente i crediti».

«Il prezzo previsto per i primi tre anni – spiega il ministero – è calcolato come media del mid price dei Cds a tre anni per gli emittenti con rating corrispondente a quello delle tranche garantite. Al quarto e quinto anno il prezzo aumenterà in conseguenza dell’applicazione di un primo step up (Cds a 5 anni) e del pagamento di una maggiorazione incentivante, a compensazione del minore tasso pagato per i primi 3 anni. Dal sesto anno in avanti il prezzo della garanzia sarà pieno (Cds a 7 anni). Per il sesto e settimo anno sarà anche dovuta una ulteriore maggiorazione incentivante, a compensazione del minore tasso pagato per i primi 5 anni.

La presenza della garanzia pubblica «faciliterà il finanziamento delle operazioni di cessione delle sofferenze», spiega il Mef, che ricorda come «questo intervento si aggiunge alle numerose misure approvate in questi mesi per contribuire al rafforzamento in atto del settore bancario (trasformazione delle maggiori banche popolari in società per azioni, riforma delle fondazioni bancarie, semplificazione delle procedure di recupero crediti e delle procedure di insolvenza per ridurre i tempi, adeguamento allo standard europeo del trattamento fiscale delle svalutazioni, la prossima riforma delle banche di credito cooperativo)».

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