ECONOMIA
Fonte: La StampaSegnali di ripresa. Giù i prodotti di elettronica, bene le imprese metallurgiche. Secondo gli analisti continua la fase espansiva. Ma i consumatori vedono nero
Un balzo dopo un dicembre complesso. A gennaio la produzione industriale torna a crescere e mette a segno un rialzo dell’1 per cento, l’aumento più consistente dall’agosto del 2011. In termini tendenziali, però segnala l’Istat, la produzione continua a scendere con -1,7%, secondo l’indice grezzo, mentre quello corretto per gli effetti di calendario mostra un aumento dell’1,4% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 del 2013). Nel trimestre novembre-gennaio l’incremento è stato dello 0,7% sul trimestre precedente.
Gli indici destagionalizzati mostrano aumenti congiunturali per i beni di consumo (+2,4%), per i beni strumentali (+3,9%), per i beni intermedi (+0,4%), mentre l’energia scende del 2,6%. Su base tendenziale, l’Istat rende disponibile solo l’indice corretto per gli effetti di calendario: beni intermedi +4,5%, strumentali +2,7%, di consumo +0,6%, energia -5,3%. I settori caratterizzati da una crescita più marcata sono: mezzi di trasporto (+2,4% su mese e +12% su anno, con gli autoveicoli che segnano +1,8% tendenziale secondo l’indice grezzo e +7,7% per il corretto), metallo esclusi macchine e impianti (+1,3% su mese e +9,6% su anno), articoli in gomma e materie plastiche (+1,7% e +5,9%), altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (+2,4% e +3,8%), tessile (+5,7% e +1,7%). In calo: attività estrattiva (-3,6% e -6,5%), pc, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi di misurazione e orologi (-6,4% su anno), energia elettrica, gas, vapore ed aria (-3,1% e -5,6%).
«Il buon rialzo di gennaio corregge l’inatteso calo che la produzione industriale aveva subito, anche per motivi statistici, a dicembre» analizza Sergio De Nardis capo-economista di Nomisma. «Il dato conferma che siamo su un percorso di ripresa, trainato dalla domanda estera. Il punto di svolta, di superamento della recessione, lo si può approssimativamente collocare nell’estate dello scorso anno. Non si tratta però di una ripresa veloce, data la profondità della caduta da cui ci si deve rialzare: al di là degli alti e bassi mensili, a partire da settembre la produzione industriale sta viaggiando a un ritmo medio di +0,3% al mese», spiega De Nardis. «La produzione industriale è rimbalzata oltre le previsioni a gennaio – spiega Paolo Mameli, senior economist di Intesa San Paolo -. Occorre sempre ricordare che l’output resta in calo di oltre il 24% rispetto al picco pre-crisi (registrato nell’agosto del 2007). Tuttavia, il punto di minimo del ciclo è stato toccato lo scorso mese di agosto e da allora sembra avviata una fase espansiva per l’attività produttiva nell’industria».
I dati sulla produzione industriale «rappresentano un segnale ancora troppo timido, di fronte al quale parlare di fuoriuscita dalla crisi è ancora del tutto prematuro» dicono Federconsumatori e Adusbef, secondo cui sul fronte della domanda interna «non si intravede alcuno spiraglio di ripresa» e quest’anno la contrazione dei consumi sarà tra l’1,3-1,4%, con un calo triennale del 9,5%, pari ad una caduta della spesa delle famiglie di circa 67,8 miliardi (2.700 euro a famiglia).