L’invito a dare seguito alla sentenza sul caso Cappato, sul fine vita, e ad intervenire per regolare la condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso
Se continua l’inerzia del legislatore sufine vita e sui figli delle coppie gay, la Corte Costituzionale non potrà non intervenire. È il monito rivolto al Governo dal presidente della Corte costituzionale Professore Augusto Antonio Barbera, nella sua relazione durante la riunione straordinaria della Consulta sull’attività della Corte alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, svolta nel 2023. L’invito rivolto al legislatore è a dre seguito alla sentenza n. 242 del 2019, sul fine vita, con i principi affermati in relazione al caso Cappato. Per l’ennesima volta (era già avvenuto nel 2021, con le sentenze 32 e 33) è sollecitato, anche un intervento che regoli la condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso. Due casi in cui i monito della Consulta sono rimasti inascoltati portando, «nel primo, a numerose supplenze delle assemblee regionali; nel secondo, al disordinato e contraddittorio intervento dei Sindaci preposti ai registri dell’anagrafe».
Una legge sul fine vita
Per Barbera necessario tenere conto anche della sensibilità popolare su questi temi. «Sul fine vita – ha detto il presidente della Consulta – le regioni vanno moltiplicando iniziative a supplenza del Parlamento il cui intervento non è avvenuto. Non posso anticipare nella maniera più assoluta un giudizio. Ma sottolineo un punto: il fatto che abbiamo coinvolto il Parlamento nella disciplina del fine vita, non è come talvolta si è detto che intendiamo fermarci e dire adesso è compito del Parlamento. No noi chiamiamo il Parlamento a collaborare – ha proseguito – nella identificazione dei parametri che fanno riferimento a valori e che sono letture non così accertabili con ragionamenti di soli interessi, ma richiedono una lettura che deve essere integrata anche dalla opinione e volontà delle assemblee espressive della volontà popolare…Fermo restando – conclude il presidente – che se resterà inerzia la Corte non potrà che intervenire».
I femminicidi e le morti sul lavoro
Nella sua relazione sull’attività del giudice delle leggi, Barbera non dimentica i dati drammatici sui femminicidi e quelli sui morti sul lavoro «Il 2023 è stato anche l’anno che ha visto in Italia atroci casi di femminicidio, o registrato, comunque, numerose e ripugnanti violenze contro le donne. Ed è stato l’anno in cui oltre mille (una media di ben tre al giorno!) sono state le agghiaccianti morti sul lavoro». Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Barbera ha assicurato su questi fronti l’impegno della Corte «Tragedie queste ultime che, direttamente o indirettamente, hanno visto e vedranno impegnata la giurisprudenza della Corte costituzionale, sia per quanto riguarda la condizione femminile, sia per quanto riguarda importanti aspetti dell’organizzazione del lavoro nelle imprese».
Infine il presidente ha rassicurato sull’assenza di rischi per l’indipendenza della Consulta «La Corte Costituzionale non rischia di essere minata da contingenti vicende politiche, sia in ragione della diversificazione dei canali di accesso, sia alla luce dell’ampia maggioranza richiesta per l’elezione dei giudici di estrazione parlamentare, sia per il divieto di rielezione. E ciò a differenza di quanto previsto per la composizione di altre Corti europee, talvolta impropriamente accostate a quella italiana».