Fonte: La Repubblica
Il presidente dell’Eurotower: dalla crisi italiana “qualche ricaduta ma limitata su altri Paesi”. E rimane netto sulla possibilità di intervenire in difesa di Roma: “Finanziare deficit non è nel nostro mandato”.
L’Italia si guadagna la scena anche della tradizionale conferenza stampa seguita alla riunione del consiglio direttivo della Bce. “E’ una mia percezione personale per cui prendetela per quello che è: resto fiducioso che un accordo sarà trovato”, ha detto il presidente dell’Eurotower Mario Draghi riferendosi al caso italiano mentre la Manovra è stata oggetto oggi di un confronto telefonico tra Angela Merkel e Jean Claude Juncker. L’ex governatore di Bankitalia ha comunque messo in guardia sugli ultimi rialzi del differenziale e sulle possibili conseguenze per il comparto bancario: “Non ho la palla di cristallo, se sarà 300, 400 o quant’altro. Certamente questi bond sono nel portafoglio delle banche, se perdono valore intaccano il capitale delle banche”. “Se mi si chiede cosa si può fare riguardo alle banche – ha aggiunto Draghi -, dato l’allargamento dello spread negli ultimi sei mesi, una prima risposta è ridurre lo spread e non mettere in dubbio la cornice istituzionale che sorregge l’euro”.
Secondo il presidente Bce il nostro Paese rappresenta un elemento di incertezze per la zona euro, al pari della Brexit e delle tensioni commerciali. “Non c’è stata una grande discussione sull’Italia – ha spiegato Draghi riferendosi alla riunione del Consiglio. “C’era Dombrovskis, gli ho chiesto il permesso di citarlo, nel dire che occorre osservare le regole di bilancio, ma cercare anche il dialogo”. Rispondendo alla domanda se la crisi italiana, come aveva affermato in passato, non abbia avuto conseguenze su altri Paesi, Draghi ha replicato: “Forse c’è qualche ricaduta, ma limitata”.
Quanto alla possibilità che le esigenze di bilancio italiane possano condizionare le scelte della Bce Draghi ha tagliato corto: “Non vediamo nessun rischio”. “Finanziare i deficit non è nel nostro mandato” – ha ribadito Draghi – “abbiamo l’Omt come strumento specifico, per il resto siamo in un regime di dominanza monetaria”, non di bilancio. Il riferimento è all’Outright Monetary Transactions, il cosiddetto scudo anti spread lanciato nel 2012, che permette alla Bce acquisti sul mercato di titoli di Stato a breve termine di un Paese, a patto però della firma da parte del governo di una serie di impegni.
Le decisioni sui tassi
La Banca centrale europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. La decisione è in linea con le attese del mercato.
Il consiglio direttivo si attende inoltre che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino all’estate del 2019 e in ogni caso “finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”.
Confermata la fine del Qe da gennaio
Confermata anche la exit strategy per quanto riguarda gli acquisti netti del Quantitave Easing che continueranno al ritmo di 15 miliardi di euro al mese fino al 31 dicembre, quando il qe giungerà al termine. La Bce infine conferma l’intenzione di reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività “e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”. Il Consiglio direttivo della Bce fa sapere che “se i dati più recenti confermeranno le attuali prospettive per l’inflazione a medio termine, si porrà termine agli acquisti netti”.
Draghi: “Capitale rimborsato sarà reinvestito per periodo di tempo prolungato”
Parlando nella tradizionale conferenza stampa dopo la riunione Draghi ha spiegato che la Bce continuerà a reinvestire il capitale rimborsato dei titoli in scadenza per “un prolungato periodo di tempo” e “in ogni caso finchè sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”
“Non discusso il tema capital key”
Rispondendo alle domande dei gironalisti Draghi ha spiegato che nella riunione odierna del Consiglio direttivo della Bce “non abbiamo discusso di eventuali aggiustamenti sulla ‘capital key'” ovvero il criterio che stabilisce la quantità di debiti sovrani che la Bce può acquistare in proporzione alla quota di ogni paese.