22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Marco Zatterin

Nuovi stress test sulle banche. Nouy: siamo pronti al peggior scenario. Il presidente Draghi potrebbe lanciare altre misure non convenzionali

La Bce è «pronta a ogni evenienza», ha detto Mario Draghi. Gli analisti sono certi che una “Brexit” scatenerebbe turbolenze sulle piazze continentali. E alimenterebbe un’ondata di vendite delle azioni considerate più a rischio, anzitutto le banche.
All’Eurotower condividono il timore e preparano un paracadute per i mercati.
«Ci siamo disposti per il peggior scenario», ha assicurato ieri in un’audizione al Parlamento europeo Danièle Nouy, responsabile della vigilanza creditizia alla banca centrale: «Abbiamo chiesto dei piani agli istituti che potrebbero più patire gli choc e li collaudiamo per essere sicuri che siano adeguati». E’ un nuovo di tipo di stress test, una pratica ormai comune dalle nostre parti. Salvo che le prove di sforzo fatte sinora erano esercitazioni e questa, se va male, è una guerra senza quartiere.
«Ci sarà una reazione severa, questo è certo», concede Paola Subacchi, economista della londinese Chatham House. La ricercatrice italiana prevede «un massiccio flusso di capitali in uscita dal Regno Unito dall’Ue», se non altro «perché sarà l’inizio di una fase di grave incertezza». «I mercati sono stati sequestrati dall’imminenza del voto britannico – ammette Ken Peng, analista della Citi Private Bank di Hong Kong nel commentare la caduta dei listini asiatici – E’ difficile persuadere qualcuno a prendere delle decisioni prima del voto. Una Brexit condannerebbe l’Europa a anni di indeterminatezza». Siamo in terra incognita, ha ammesso a Nbcnews Zeg Choudhry, managing director del broker Lontrad: «Tutte le banche muovono in calo visto che, in caso di Brexit, saranno loro a essere più colpite».
La Bce prende le misure. A Francoforte hanno identificato le banche che ritengono più esposte, anzitutto quelle che hanno un profilo anche britannico. E’ seguito un lavoro caso per caso, anche perché ha sottolineato la signora Nouy, «i rischi legati all’uscita del Regno Unito dall’Ue variano da una banca all’altra». Comunque, ha aggiunto «per le banche questo è “business as usual”: è una buona cosa essere pronti per possibili eventi previsti che potrebbero causare turbolenze; vedremo se questo lavoro servirà oppure no».
E’ un copione già recitato, anche se la portata era minore, come le conseguenze possibili. La vigilanza Ue si era intonata al dramma anche in occasione del referendum greco del giugno 2015 sugli accordi europei, anche quello un voto che avrebbe potuto segnare la spaccatura dell’Unione. All’epoca, racconta una fonte, fecero tre scenari. Uno per il «sì», uno per il «no» e anche uno per un «sì» così debole da sembrare un «no». Adesso si opera su piattaforme non dissimili, che potrebbero concretizzarsi in immediate richieste di rafforzamento patrimoniale. Serve per assicurarsi che il sistema sia preparato, si fa sapere. Che ci sia un cuscinetto di protezione per riparare dall’instabilità. Si tiene anche da conto il fatto che la Brexit non porterà uno choc, ma una serie di choc che varieranno nel tempo. La crisi andrà gestita settimana per settimana.
La preparazione di tutta la Bce viene definita «molto forte», ha richiesto il lavoro di tutte le direzioni, a partire dai «market specialist». Jonathan Loynes, capo economista del centro indipendente londinese Capital Economics, stima che un voto contro l’Europa potrebbe spingere la Bce a lanciare nuove misure non convenzionali di politica monetaria, di cui potrebbero far parte il sostegno al settore finanziario britannico e intervento sul mercato dei campi. L’economista immagina anche il ricorso all’«helicopter money», il denaro distribuito gratuitamente per sostenere economie ed affari di cui si parla da mesi, sempre fra le decise smentite della Bce. Di tutto questo, oltre che del futuro delle riforme istituzionali e nazionali dell’Ue, Draghi ha parlato ieri sera col presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Alla fine, bocche cucite, come da copione. Ma sui volti di chi li ha visti, c’erano solo sorrisi di circostanza.

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