La legge britannica che dovrebbe concedere clemenza per tutti i crimini commessi durante i trent’anni di guerra civile in Irlanda del Nord sta riaprendo il solco tra Londra e Dublino
Un’amnistia di stile «togliattiano» sta scavando un solco fra Londra e Dublino. Questa settimana il Parlamento di Westminster approverà una legge che concede clemenza per tutti i crimini commessi durante i trent’anni di guerra civile in Irlanda del Nord e che impedisce di avviare nuove inchieste su quel passato di sangue: un provvedimento voluto dal governo britannico per mettere una pietra sopra i Troubles, i cosiddetti «disordini» che dalla fine degli anni Sessanta fino agli accordi di pace del 1998 provocarono oltre 3 mila morti nella tormentata provincia nordirlandese, ma che per il governo della repubblica d’Irlanda lede i diritti delle vittime delle violenze commesse dai paramilitari e dalle forze di sicurezza britanniche. È per questo che, secondo quanto riferito dal Financial Times, Dublino sta pensando di trascinare Londra davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani: e d’altra parte lo stesso Consiglio d’Europa ha già ammonito che la legge sull’amnistia viola i diritti delle vittime delle atrocità.
La conseguenza immediata della diatriba è un ritorno della tensione fra Gran Bretagna e Irlanda, dopo che solo sei mesi fa era stato trovato finalmente un accordo sullo status post-Brexit dell’Irlanda del Nord; ma la minaccia di azione legale da parte di Dublino dà anche fiato a quella destra conservatrice britannica che vorrebbe abbandonare la Convezione Europea sui Diritti Umani, vista come una pietra d’inciampo sulla dura politica anti-immigrazione illegale del governo di Rishi Sunak. Ma, più in generale, lo scontro riapre la questione di quando sia il momento giusto per dimenticare il passato e andare avanti: nel 1946 Palmiro Togliatti, il leader comunista allora ministro degli Interni, promulgò una controversa amnistia per tutti i crimini commessi sia dai fascisti che dai partigiani durante la guerra civile e quel provvedimento consentì all’Italia di riprendere il suo cammino. L’Irlanda del Nord ha celebrato lo scorso aprile i 25 anni degli accordi di pace, ma le ferite non sono ancora rimarginate e le tensioni restano alte, tanto che da più di un anno le istituzioni della provincia sono paralizzate a causa del boicottaggio da parte degli unionisti protestanti, restii ad accettare un governo a guida cattolica dopo la vittoria elettorale del Sinn Fein. L’ora di voltare pagina, a Belfast, sembra che non sia ancora scoccata.