24 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Massimo Gaggi

Biden si gioca tutto sulla capacità di dare un seguito concreto alle sue proposte. Ma già la definizione di capitoli dettagliati del piano, dagli acquedotti alla rete elettrica, alla banda larga per le zone rurali, e la minuziosa ricostruzione di come i grandi gruppi riescono ad accumulare profitti immensi senza pagare tasse, indica che nelle parole del presidente non c’è solo retorica populista: c’è anche tanto lavoro tecnico, analisi di costi e benefici in termini economici e anche di popolarità

«Biden Hood toglie ai ricchi per dare ai poveri» ironizzano i siti della destra americana mentre il presidente pronuncia davanti al Congresso il suo discorso dei cento giorni farcito di promesse di aiuto all’America degli ultimi e al ceto medio impoverito. L’implicita accusa di fare del populismo a buon mercato non è del tutto infondata, ma i conservatori non possono protestare più di tanto: semmai possono accusare Biden di plagio visto che, dall’aumento della spesa pubblica al piano per le infrastrutture, alla promessa di creare nuovo lavoro ripetuta in modo ossessivo, il presidente democratico cerca di strappare a Trump la bandiera del rappresentante dei forgotten men: l’America di mezzo spiazzata dalle rivoluzioni tecnologiche e dalla globalizzazione.
La sfida è lanciata. Il consenso lo misureremo tra un anno e mezzo, con le elezioni di mid term. Già oggi sappiamo, però, che a sostenere Biden, oltre a fiuto politico e retorica populista, c’è la rivincita degli esperti. Trump, che si fidava solo del suo istinto, aveva svuotato gli organismi tecnici e non seguiva quasi mai i suggerimenti dei pochi tecnocrati rimasti al suo fianco: ha promesso molto ma in modo generico. Nessuna riforma, salvo una correzione fiscale che ha beneficiato soprattutto ricchi e corporation.
Biden si gioca tutto sulla capacità di dare un seguito concreto alle sue proposte. Ma già la definizione di capitoli dettagliati del piano, dagli acquedotti alla rete elettrica, alla banda larga per le zone rurali, e la minuziosa ricostruzione di come i grandi gruppi riescono ad accumulare profitti immensi senza pagare tasse, indica che nelle parole del presidente non c’è solo retorica populista: c’è anche tanto lavoro tecnico, analisi di costi e benefici in termini economici e anche di popolarità. Funzionerà? Vedremo. Ieri, come ho raccontato sulla newsletter del Corriere «America-Cina» a Beattyville in Kentucky, il repubblicano Chuck Caudill, executive judge (che qui non è un giudice ma il capo delle funzioni pubbliche) della Lee County che si contende con l’attigua Owsley il titolo di contea più povera d’America (per questo soprannominata The White Ghetto) si dice ottimista perché per la prima volta vede arrivare un volume enorme di incentivi coi quali sviluppare attività alternative a carbone e petrolio, i vecchi business locali.

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