ECONOMIA
Fonte: Corriere della SeraIl ricorso presentato dal sindacato Confsal-Unsae qualora accolto avrebbe comportato un esborso per lo Stato di almeno 35 miliardi. I sindacati: «Subito tavolo per rinnovo»
La Corte Costituzionale disinnesca la mina sui conti pubblici: la Consulta ha infatti dichiarato «illegittimo» il blocco di contratti e stipendi nella Pubblica amministrazione degli ultimi sei anni, ma allo stesso tempo ha specificato che la sua pronuncia non avrà effetti retroattivi. Verrà quindi evitato il «buco» di bilancio di 35 miliardi di euro paventato dall’Avvocatura generale dello Stato.
Il ricorso e la mina sui conti pubblici
Il ricorso contro il blocco dei contratti era stato presentato dal sindacato Confsal-Unsa e qualora accolto in pieno avrebbe comportato un esborso per lo Stato di almeno 35 miliardi per la vacanza tra il 2010 e il 2015, con un effetto strutturale di 13 miliardi annui a partire dal 2016, secondo una memoria presentata dall’Avvocatura dello Stato che aveva difeso il governo davanti ai giudici costituzionali. Il blocco del rinnovo dei contratti per i lavoratori del pubblico impiego è stato inserito da vari governi in decreti per il risanamento dei conti pubblici a partire dal 2009.
La sentenza sulle pensioni
Con un parere differente da parte della Consulta il peso sui conti pubblici avrebbe avuto effetti difficilmente assorbibili. Soprattutto perché, poche settimane fa, la stessa Corte aveva dichiarato l’illegittimità dello stop alla perequazione delle pensioni sbloccando gli adeguamenti rimasti fermi.
Cgil-Cisl-Uil: «Subito tavolo per rinnovo contratti»
E ora i sindacati chiedono «l’apertura immediata di un tavolo di contrattazione per arrivare al rinnovo del contratto subito». In merito alla sentenza della Consulta, i segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco, rilanciano: «Il governo non ha più alcun alibi, l’alta corte si è espressa giudicando illegittimo il protrarsi del blocco della contrattazione. Per questo vogliamo che il governo avvii subito il confronto per arrivare presto al rinnovo dei contratti nella Pa», proseguono i dirigenti sindacali. «Per quanto ci riguarda, siamo in campo con una mobilitazione che partirà con le tre grandi assemblee di inizio luglio, con tutti gli Rsu eletti a marzo, le lavoratrici e i lavoratori. Sarà il momento in cui avremo la nostra piattaforma nazionale e quelle di settore, per dire al Governo come si possono e si devono rinnovare i contratti. Il Governo non può più nascondersi né accampare alcuna scusa, si dimostri all’altezza e ci convochi per avviare il confronto per il rinnovo», concludono. Anche per la leader della Cgil, Susanna Camusso, si tratta di una sentenza «molto importante. Il governo farebbe bene domani a chiamare le organizzazioni di categoria – dice Camusso a margine dell’assemblea dei delegati di Roma e del Lazio – e cominciare a discutere del rinnovo dei contratti nazionali e della soluzione di molti temi».