Fonte: La Repubblica
di Marcello Radighieri
I partiti prevedono un esborso di 600mila euro, la metà del solo budget di Cazzola nel 2009
Qualche passaggio per radio, un po’ di cartelloni su autobus e taxi, alcuni gadget e volantini. Poca roba, se paragonata ai fasti degli anni passati. È una campagna elettorale a bassa intensità, o almeno così pare. Di sicuro si mette un freno alle spese, vuoi per la crisi vuoi per convenienza politica. Messi a confronto con le tornate amministrative degli anni passati, i resoconti di previsione pubblicati pochi giorni fa sull’Albo Pretorio sembrano piuttosto magri. In totale parliamo di poco più di 600mila euro, più o meno la metà rispetto a cinque anni fa. E, soprattutto, decisamente al di sotto del record toccato nel 2009, quando a fine corsa i due candidati principali, Cazzola e Delbono, dichiaravano a consuntivo rispettivamente 1,2 milioni e 400mila euro.
Sulla carta non lesina risorse Manes Bernardini. La sua lista, “Insieme Bologna”, firma un preventivo da 137 mila euro, spesi per oltre metà sui media e in gadget elettorali. Da dove li prende? “Donazioni di privati dai 100 ai 2.500 euro”. Ma, assicura lui, “si tratta di una stima di massima, calcolata per eccesso. Alla fine spenderemo molto meno. Abbiamo scelto un profilo low-cost, ottimizzando le risorse grazie all’aiuto di tanti volontari”. Solo terza la coalizione di centrodestra, solitamente ben più facoltosa. A pesare è soprattutto il “disimpegno” di Forza Italia, che concentra buona parte del suo rendiconto sul quartiere Santo Stefano per la lista Giorgetti. “Il partito non dà fondi per la campagna elettorale – conferma il coordinatore regionale Massimo Palmizio – ci pensano i candidati”. A farla da padrona, allora, è la Lega, con un bilancio da 55mila euro, messi in gran parte “dal Movimento” (la voce “contributi da cittadini” influisce per un 10%). Anche il Carroccio, comunque, tira la cinghia, se è vero che nel 2011 la cifra era di 140mila euro.